il Manifesto di don Sturzo . Appello ai liberi e forti
(g.franco cucchi) Cento anni fa Don Luigi Sturzo, con L’Appello ai Liberi e Forti, fondava il Partito Popolare Italiano . Una delle iniziative politiche più significative, forse la maggiore, della storia politica italiana del novecento.
La ragione essenziale fu che ne’ il liberalismo giolittiano e neppure il socialismo di Turati intercettavano le istanze ed i valori che emergevano dalla forze sociali cattoliche organizzate nelle mutue, nelle cooperative, nell’asssociazionismo sindacale per cui Don Sturzo decise di fondare un nuovo partito.
Una forza politica che aveva quattro caratteristiche principali.
L’intento di essere popolare cioe’ di favorire la partecipazione alla politica del maggiore numero possibile di di persone superando la concezione elitaria che vedeva solo i notabili protagonisti della politica. Non per niente don Sturzo inseri’ nel suo manifesto il voto alla donne con una rappresentanza femminile negli organi dirigenti.
La volontà di rivolgersi a tutti gli uomini, non solo alle comunita’ cattoliche , fondando l’adesione sui principi di democrazia , libertà, giustizia sociale e partecipazione.
La diffusione dei poteri e l’ìmportanza delle autonomie locali. Don Sturzo era convinto che l’azione politica nasceva nelle comunita’ locali che erano le migliori interpreti dei bisogni dei cittadini per cui l’azione di governo non doveva riassumersi nell’autorità centrale, ma essere decentrata nei comuni e nelle province.
La quarta infine, non per importanza, l’ispirazione cristiana. Cioè l’aderenza all’insegnamento sociale della Chiesa che aveva un faro nell’enciclica sociale Rerum Novarum. Ma su questo punto don Sturzo fu molto chiaro ritenendo che il nuovo partito non dovesse chiamarsi cattolico ed in alcun modo coinvolgere i rappresentanti ecclesiastici. Un partito quindi aconfessionale proprio perche’ si faceva parte nell’azione politica. mentre la missione della Chiesa è universale.
Quest’ultimo aspetto è particolarmente importante e richiama un principio sacrosanto che è quello della laicità della politica. Un concetto di una grande modernità e attualità e che dovrebbe essere rispolverato. Laicità non significa anticlericalismo, ma il perseguimento di una sana autonomia decisionale libera da condizionamenti ideologici e confessionali. In particolare evita di strumentalizzare la religione per perseguire i propri fini politici non ostentandone i simboli.
Ma il partito popolare fu importante perche’ costituii’ il seme che rimase vivo durante il ventennio fascista e che germoglio’ dopo la seconda guerra mondiale nella democrazia cristiana che fu artefice della ricostruzione e dello sviluppo della nostra nazione.
Certamente oggi l’Italia non si trova nelle condizioni del 1919, ad un anno dalla fine della Grande Guerra, ma i problemi sociali ed economici sono rilevanti a tal punto che meriterebbero che le forze sociali più attente e consapevoli possano attualizzare il Manifesto di don Sturzo . Appello ai liberi e forti che forse avrebbe indirizzato a tutti i popoli europei per la costruzione di un’Europa più unita.
Gianfranco Cucchi