Una dolce storia di Natale
La storia, raccontata dal «Daily Mail», arriva dall'Inghilterra. Alla dodicesima settimana di gravidanza, nel corso di un esame di routine, una futura mamma è stata informata del fatto che il bambino sarebbe nato con ogni probabilità affetto da sindrome di Down. Dalle immagini dell'ecografia che mostravano un'accumulo di liquido a livello del collo del feto, i medici ne dedussero una quasi certa sindrome di Down: un'anomalia genetica che causa un ritardo mentale e delle malformazioni fisiche. Per questo i medici le hanno sconsigliato di tenere il bambino e di abortire il giorno stesso. La coppia, Jordan Squires, 22 anni, originaria di Middlesbrough, e il marito Jonathan (30 anni), decide però di andare contro il parere e le pressioni dei medici che consigliano l’aborto. Non abortisce e sceglie di continuare la gravidanza e di far nascere il bimbo. Rifiutarono un esame del liquido amniotico, che avrebbe reso certa la diagnosi, ma comportato rischi per il bambino. Così Jordan Squires ha portato il bimbo al termine della gravidanza, ma il parto è stato difficile nonostante le contrazioni. La giovane mamma ha subito perciò un taglio cesareo d'urgenza e ha dato alla luce un bebè di 4kg e 400 grammi. Che nella sorpresa generale, era in perfetta salute. Secondo la mamma, il piccolo Jay, che festeggerà il suo secondo compleanno a febbraio, si è ammalato soltanto una volta da quando è nato. Ha spiegato al «Daily Mail» di essere ovviamente felicissima di non aver seguito i consigli dei medici: «Avremmo perso un bambino in buona salute se avessimo deciso diversamente».Malgrado il sollievo, la giovane mamma resta furiosa con i dottori, che secondo la sua opinione hanno effettuato una diagnosi affrettata e l'hanno spinta ad abortire: «Abbiamo avvertito molta pressione affinché interrompessimo la gravidanza. Non ci è stato fornito alcun sostegno né consulenza nel caso in cui avessimo voluto prendere una decisione diversa». È per questo che la donna consiglia alle persone alle quali viene indicata una tale diagnosi di chiedere un secondo parere medico prima di decidere di abortire. Dobbiamo evitare che possano verificano altri episodi del genere commenta Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti". Questa è una vicenda gravissima, un fatto di malasanità, oggi ne parliamo con il sorriso, ma se non ci fosse stata la testardaggine di una mamma, che messa di fronte allo scenario peggiore di una vita difficile, piena di ostacoli e discriminazioni ha deciso lo stesso di mettere al mondo suo figlio.
Giovanni D’AGATA