Riceviamo dal segretario PD
Riceviamo
M5s-Lega governo della confusione e della paura. Dopo tre mesi di tentennamenti, cambi di posizioni, dichiarazioni controverse M5S e Lega hanno trovato l’accordo per il Governo del cambiamento. Una formazione sostenuta da una maggioranza solida in parlamento di partiti anti sistema, nazionalpopulisti legati da un contratto di coalizione.
Ad un mese dalla sua formazione il Governo Conte stenta a produrre dei provvedimenti veri, assistiamo giornalmente ad annunci ed uscite d’effetto, a sparate da campagna elettorale ma poche cose concrete. Regna la confusione totale delle idee con interventi annunciati da un ministro, subito smentito da un altro. Sembra non ci sia una linea ed ognuno va per la sua strada. Le lodevoli intenzioni del Ministro dell’economia e delle finanze Tria di portare avanti una linea di serietà (solo provvedimenti con copertura in bilancio e riduzione del debito pubblico) fanno a cazzotti con gli annunci di Lega e M5S. E’ vero che gli effetti delle politiche di governo si vedono nel tempo e bisogna quindi attendere e lasciare il beneficio del dubbio ma la partenza non è certo positiva.
Continua invece la campagna ossessiva di chiusura dei porti per le navi che prendono a bordo i migranti recuperati nel mediterraneo. Ormai non piu’ solo le ONG e le navi straniere ma anche mercantili e all’ultimo la vicenda grottesca del pattugliatore della guardia costiera Italiana con 67 migranti a bordo in balia delle decisioni contrastanti dei vari ministri del governo Italiano.
Senza banalizzare il problema della gestione dei flussi migratori e senza sottovalutare la richiesta di sicurezza e protezione dei cittadini è necessario sottolineare come si sia lucrato ed ingigantito il fenomeno per puro tornaconto elettorale. La campagna di odio, disinformazione enfatizzata sui social e sulle televisioni in modo massivo ha suscitato nella gente sentimenti di paura, insicurezza, fobia. ‘ Bloccare l’invasione dei profughi’ è lo slogan e il tema numero uno della politica nazionale. Una campagna della paura che ha coinvolto la popolazione, gettato le basi profonde di una chiusura della società. Tema cavalcato e alimentato dal ministro Salvini che domina i colleghi del M5S per ora complici ed incapaci di reagire.
I dati dicono altro, a seguito della crisi della Libia e del nord africa abbiamo affrontato l’arrivo e il salvataggio di oltre mezzo milione di persone dal 2014 al 2017, la gestione non è stata semplice ma lo abbiamo fatto senza chiudere i porti. Con gli accordi internazionali e le azioni dei Governi passati (Renzi e Gentiloni) e la stabilizzazione di alcuni scenari il flusso si è ridotto dell’80%. Ci sono le condizioni per migliorare ulteriormente gli accordi, organizzare i corridoi per i richiedenti asilo, isolare chi si approfitta della situazione. Mi sembra invece che la scelta sia quella di fare confusione, alzare la tensione internazionale ed incrinare i rapporti con gli altri membri dell’unione.
Le conseguenze possono essere pesanti, la prima grave è quella di un arretramento culturale, l’imbarbarimento della società: un paese che si chiude nelle paure (porti, frontiere, barriere doganali) è condannato all’isolamento. Con gli altri membri dell’unione dobbiamo dialogare per trovare soluzioni di mediazione e per la condivisione delle politiche non aggredire e minacciare.
Quali prospettive diamo ai nostri cittadini ed alle nostre imprese. Il rischio è quello di bloccare la piccola ripresa economica per tornare in recessione.
Il secondo aspetto è l’effetto sulla credibilità del sistema Paese. Se il governo non parla con una voce sola e non mantiene gli impegni presi chi ci deve aiutare, gli stati europei ed internazionali, il sistema che finanzia il nostro debito potrebbe prendere le distanze e noi ci troveremo in guai seri. Le stesse ipotesi di uscita dall’euro sono irresponsabili e dannose. Si gioca con i risparmi dei cittadini, con la stabilità del Paese e del sistema produttivo italiano.
Il terzo aspetto è la capacità e la competenza della nuova classe dirigente di confrontarsi con la realtà e trovare le soluzioni. C’è troppa confusione e manca una visione.
E’ giunto il momento di superare la fase degli annunci, di dare una risposta ai bisogni dei cittadini. Lavoro, lotta alla povertà e rilancio del Paese queste sono le priorità. Il tutto rispettando gli impegni internazionali e le disponibilità di spesa. Una sfida vera per il nuovo governo. Una sfida per l’opposizione che dovrà vigilare sull’azione della maggioranza, proporre delle iniziative, contrastare e denunciare le politiche negative e regressive.
Un lavoro non facile che il Partito Democratico vuole fare con il massimo impegno. Sabato scorso l’assemblea nazionale del partito ha eletto Maurizio Martina alla segreteria del Partito, mi congratulo e gli faccio i migliori auguri di buon lavoro. Definito anche il percorso per il congresso, un confronto delle idee per ritrovare le motivazioni, per costruire assieme un progetto aperto per il Paese. L’opportunità per uscire dall’isolamento e dalle difficoltà, per superare la dura sconfitta elettorale.
Giovanni Curti – Segretario Provinciale PD di Sondrio