Dal Campidoglio, il 29 ottobre 2004
Ho assistito in Campidoglio alla firma della
Costituzione Europea.
E’ stata una cerimonia emozionante. Ci
siamo trovati lì con Antonio Martino e ci siamo commossi.
Quarantasette anni fa, in quella stessa sala, i nostri padri
hanno firmato i Trattati di Roma.
Allora pensavano più all’unione politica che a quella
economica. Ma nessuno di loro poteva immaginare che la Unione
Europea sarebbe diventata una realtà mondiale. Nessuno sapeva
quale fosse l’importanza della firma che mettevano, quanto
quella firma fosse veramente storica.
Ma non voglio fermarmi alla emozione che ho provato.
Voglio fare invece un discorso politico. Proviamo a immaginare
che cosa sarebbe l’Italia senza l’Euro pa. Un piccolo Paese allo
sbando. “Nave senza nocchiero in gran tempesta”, parafrasando
Dante. Una modesta provincia in un immenso mondo sempre più
globalizzato, dominato dalle multinazionali e dai grandi imperi
politici ed economici, come gli USA oggi e probabilmente la Cina
domani. I veri argini, le vere garanzie ce le dà oggi l’Europa.
E’ l’Unione che ci ha imposto, anche con sacrifici, una rigorosa
politica di bilancio. E’ l’Europa che garantisce tutti contro
rischi populisti e antidemocratici. E in un paese di cicale e
sfiduciato come l’Italia di oggi non è poco.
Vi dico di più. L’euro ci ha portato prezzi alti, è vero. Ma
oggi dobbiamo ringraziare Dio di averlo. Ve la immaginate
l’Italia di questi mesi con la lira? Vi rendete conto che le
dichiarazioni di Fini, o il tormentone governativo di
luglio avrebbero prodotto una crisi finanziaria, come
puntualmente facevano le sparate di Bertinotti durante il
governo Prodi? Credetemi amici. Senza l’euro saremmo una zattera in un mare in burrasca. Ci è costato averlo, è vero, ma adesso
teniamocelo caro. Se lo perdessimo i guai sarebbero cento volte
peggiori.
Intendiamoci, di cose che non vanno ce ne sono molte, anche
dentro la Costituzione. Per primo il mancato richiamo alle
radici cristiane, grande errore. Ma anche senza quel richiamo
(che del resto non c’è neppure nella nostra Costituzione che
abbiamo sempre giudicato buona) l’Europa sorge su molti valori
cristiani. Io considero più cristiana la società europea che ha
abolito la pena di morte che quella americana che la pratica
largamente pur ricordando Dio nella Carta Costituzionale.
Dico queste cose perché una delle cose che non posso digerire
del Governo di oggi è la freddezza verso l’Europa e il
considerare una pacca sulle spalle di Bush più importante della
politica europeista. Freddezza che non è di tutta la
maggioranza, per fortuna, perché Follini è europeista quanto me
e il partito di Fini, che votò contro Maastricht, si sta
progressivamente avvicinando all’Europa. Freddezza che è dovuta
invece alla Lega e all’appiattimento di Berlusconi su Bush.
Spero che oggi Berlusconi, firmando a Roma la Costituzione,
abbia capito che l’Italia fa cose grandi solo quando è nella
locomotiva del treno europeo. Spero che tanti la smettano di
dire che non ci vuole il “Superstato”, che dal Superstato
europeo ci dobbiamo difendere, e così via. Io sono per il
Superstato, lo dico chiaro e tondo, sono per gli Stati Uniti
d’Europa, sono per l’unione politica, come lo erano De Gasperi,
Adenauer, Schumann e Monnet. E mi rodo il fegato perché non lo è
il nostro Governo.
E per favore non venitemi a dire che dico cose di sinistra, come
mi dicono spesso tanti amici. L’Europa è stata fatta dai
democristiani, dai liberali, contro la sinistra che la
considerava troppo occidentale. Possibile che proprio adesso che
la storia ci dà ragione dobbiamo avere un Governo che si
proclama erede di quegli uomini e sul punto che per loro era il
più importante faccia una politica diversa?
Mario Segni
GdS 30 X 2004 - www.gazzettadisondrio.it