Camion antiaborto in giro in provincia
Nostra premessa
Riceviamo e pubblichiamo non senza fare una nostra premessa.
“Tutela sociale della maternità”. Era questa la prima parte della legge 94, nota come “Legge dell'aborto”.
Di aborti in effetti ce ne sono stati tanti, quasi 6 milioni da allora, per l'esattezza 5.814.635. Il supporto che avrebbe dovuto esserci per le donne, per le gravidanze, per i parti, per la crescita dei figli è rimasto, in gran parte d'Italia lettera morta. Ogni 1000 nati vivi 185 gli aborti che si attestano a quasi 90.000 all'anno. Preoccupantissimo il calo delle nascite nonostante un elevato contributo degli extracomunitari residenti in regola.:
Si tratta di dati. Incontestabili.
Il lettore valuti lui. Per quel che riguarda la foto ci abbiamo pensato se pubblicarla o meno, decidendo per il SI visto che non si tratta di un fotomontaggio ma di una tragica realtà.
GdS
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Quanto ricevuto che pubblichiamo:
"Per tutta la settimana, dal 21 al 26 maggio, la nostra Provincia sarà percorsa da un camion vela che vuole ricordare il tragico bilancio della legge 194 sull’aborto, a quarant’anni dalla sua introduzione in Italia.
Il camion vela toccherà tutta la provincia da Chiavenna a Morbegno, da Sondrio a Tirano fino a Bormio. Il tour è stato reso possibile grazie all’adesione alla campagna nazionale di ProVita Onlus da parte del locale comitato Difendiamo i Nostri Figli.
Il Comunicato Stampa ufficiale diramato a livello nazionale; https://www.notizieprovita.it/aborto-cat/provita-lancia-la-piu-grande-ca...
ProVita lancia la più grande campagna pro life nella storia d’Italia!
Camion vela e manifesti in 100 Province per ricordare il fallimento della legge 194
Da lunedì 21 maggio l’Italia sarà coperta da messaggi portati da camion vela che ricorderanno in 100 Province una verità scomoda: con l’aborto muore sempre almeno un essere umano (il figlio non voluto di una mamma). La legalizzazione consente, tutela e moltiplica questa pratica, al 100% mortale!
La campagna è promossa da ProVita onlus in collaborazione con molteplici associazioni e sostenitori diffusi su tutto il territorio nazionale.
Per la ricorrenza dei 40 anni della legge sull’aborto, da settimane articoli, comunicati, appelli e lettere ai parlamentari sono infarciti di falsi dati, che dovrebbero tranquillizzare sulla riduzione del numero degli aborti in Italia. Purtroppo non è affatto vero: fu esagerato il numero degli aborti clandestini (dichiarato prima della legalizzazione nel 1978), e nella sbandierata diminuzione non si tiene conto del crollo della fertilità in Italia, così pure del forte utilizzo delle varie pillole abortive. ProVita lo spiegherà, dati alla mano, durante la conferenza stampa a Montecitorio, «La legge sull’aborto in Italia a 40 anni dalla sua introduzione. Bilancio e valutazioni», organizzata per il 22 maggio (ore 10.00, Sala stampa)
I camion vela e i manifesti di ProVita, dislocati in 100 Province italiane, lanciano messaggi diversi. Da Non sono un fatto politico, non sono un’invenzione della Chiesa. Sono un bambino, guardami, a quelli già presenti nei maxi manifesti affissi in molte città italiane, come risposta all’assurda censura del sindaco di Roma, Virginia Raggi: Tu eri così a 11 settimane. Tutti i tuoi organi erano presenti. Il tuo cuore batteva già dalla terza settimana dopo il concepimento. Già ti succhiavi il pollice. E ora sei qui perché la tua mamma non ha abortito.
Cartelloni con l’immagine di un bambino, non di un grumo di cellule.
Immagini forti, solo perché ritraggono la realtà, ignorata o falsificata: un essere umano è già formato a nemmeno tre mesi di vita.
E per chi vuole dimenticare le alternative possibili all’aborto, altri camion vela e manifesti ricordano: Mamma, non ti pentirai di avermi avuto…E se proprio non puoi tenermi con te, dammi in adozione, fammi vivere!.
La più grande campagna pro life di ProVita vuole così essere in difesa dei bambini, che hanno il diritto di vivere. E in difesa delle donne, che per una scelta tragica, per quelle morti assurde, ingiuste, possono patire conseguenze fisiche e psichiche senza che la legge obblighi medici, consultori, ospedali a informarle adeguatamente.
Silvio Ciccarone e Gianantonio Spagnolin, Comitato Difendiamo i Nostri Figli - Sondrio