Cannes 2018, fra gradevoli conferme e qualche sorpresa. Italia in grande forma
Ecco il Palmarès di Cannes 2018, fra gradevoli conferme e qualche sorpresa con un’Italia in grande forma.
Sono stati -alla fine-proclamati i vincitori della 71esima edizione del Festival di Cannes 2018, un’annata caratterizzata da novità nell’organizzazione interna (niente selfie e foto sul red carpet ma anche niente anticipate stampa per i giornalisti) e da un programma che ha puntato sulla particolarità e originalità delle pellicole, più che sui grandi nomi in concorso.
Cannes 2018 si è concluso con la consueta cerimonia del Grand Théâtre Lumière, e di seguito andiamo vi presentiamo i vincitori, proclamati da una Giuria guidata da Cate Blanchett e composta dall’attore cinese Chang Chen, Ava DuVernay, regista, sceneggiatrice e produttrice (Stati Uniti d’America), Robert Guédiguian, regista, sceneggiatore e produttore (Francia), Khadja Nin, cantante e compositrice (Burundi), Léa Seydoux, attrice (Francia), Kristen Stewart, attrice (Stati Uniti d’America), Denis Villeneuve, regista e sceneggiatore (Canada), Andreï Zviaguintsev, regista e sceneggiatore (Russia).
Hirokazu Kore-eda con la sua Palma d'Oro, davanti alla presidente di giuria Cate Blanchett
E’ la combinazione di emozione e finezza ad aver guidato la giuria presieduta da Cate Blanchett visto che la Palma d'Oro del 71° Festival di Cannes è stata assegnata al sottilissimo Shoplifters del giapponese Hirokazu Kore-eda. Presente per la quinta volta in concorso, il cineasta era stato già premiato due volte (premio della giuria nel 2013 e attraverso l’interpretazione maschile nel 2004) e porta nel suo paese una quinta Palma d’Oro. Le vendite internazionali sono guidate dalla società franco-tedesca Wild Bunch.
Il cinema europeo è rappresentato nel palmarès di questa edizione 2018. Una Palma d’Oro speciale è comparsa per la prima volta nel palmarès, ricompensando l’incredibile Le Livre d’image [dello svizzero Jean-Luc Godard (87 anni), prodotto dagli svizzeri di Casa Azul Films e i francesi di Ecran Noir Productions; le vendite sono guidate da Wild Bunch.
Il premio per la regia è andato al polacco Pawel Pawlikowski per Cold War , un’opera prodotta da Polonia (Opus Film), Regno Unito (Apocalypso Pictures) e Francia (mk2 che gestisce anche le vendite internazionali).
Il cinema italiano ha vinto due volte. Il premio dell’interpretazione maschile è andato al bel lavoro del buster-keatoniano Marcello Fonte in Dogman di Matteo Garrone, un film prodotto da Archimede con i francesi di Le Pacte, e venduto dalla Rai. Il premio della sceneggiatura (ex-aequo) è stato attribuito ad Alice Rohrwacher per felice, già vincitrice del Grand Prix nel 2014 (con Le meraviglie, la cineasta 36enne prosegue la sua ascesa, ed è appena al suo terzo lungometraggio. Prodotto da Tempesta con Rai Cinema, gli svizzeri di Amka Films Productions, i francesi di Ad Vitam e i tedeschi di Pola Pandora Filmproduktion, il film è venduto nel mondo da The Match Factory.
La produzione europea si è distinta anche con il premio all’interpretazione femminile che ha consacrato la kazaka Samal Yeslyamova per la sua performance molto fisica in Ayka del suo connazionale Sergey Dvortsevoy, un film prodotto da Russia, Germania (Pallas Film), Polonia (Otter Film), Francia (KNM), Kazakistan e Cina. Si segnala inoltre il premio della Giuria per Capharnaüm della libanese Nadine Labaki, un lungometraggio prodotto dal Libano con la francese Anne-Dominique Toussaint (Les Films des Tournelles) come produttrice associata e venduto nel mondo da Wild Bunch.
Questo palmarès chiude una competizione 2018 che si è rivelata di eminentissimo livello (con una programmazione che è andata intelligentemente in crescendo), contraddicendo le predizioni delle Cassandre allarmate dall’assenza di alcuni habitué della Croisette. La scommessa del rinnovamento fatta da Thierry Frémaux si è rivelata vinta, con l’emergere di cineasti di stili molto diversi e una redistribuzione delle carte del cinema d’autore mondiale con un’Europa molto solida, una spinta asiatica notevole e un raid del Medio Oriente (con il premio della sceneggiatura ex-aequo per l'iraniano Jafar Panahi per Three Faces) e un affascinantissimo riconoscimento al Nord America con il prestigioso Grand Prix assegnato all’americano Spike Lee per BlacKkKlansman.
Il futuro è impersonato dal regista belga Lukas Dhont che si è aggiudicato la Caméra d'Or (che ricompensa la miglior opera prima, tra le varie selezioni) con Girl (che è stato presentato al Certain Regard), un film già vincitore di un premio FIPRESCI e di un premio all’interpretazione nel palmarès Un Certain Regard. Prodotto dalla società belga Menuet, coprodotto da Frakas Productions e dagli olandesi di Topkapi, Girl è venduto da The Match Factory.
I vincitori dei premi della 71a edizione del Festival di Cannes:
Il palmarès:
Palma d'Oro
Shoplifters - Hirokazu Kore-eda (Giappone)
Palma d'Oro Speciale
Le Livre d'image - Jean-Luc Godard (Svizzera/Francia)
Grand Prix
BlacKkKlansman - Spike Lee (Stati Uniti)
Premio alla regia
Pawel Pawlikowski - Cold War (Polonia/Regno Unito/Francia)
Premio all'interpretazione femminile
Samal Yeslyamova - Ayka (Russia/Germania/Polonia/Kazakistan/Cina)
Premio all'interpretazione maschile
Marcello Fonte - Dogman (Italia/Francia)
Premio alla migliore sceneggiatura (ex-aequo)
Alice Rohrwacher - Lazzaro felice (Italia/Svizzera/Francia/Germania)
Jafar Panahi - Three Faces (Iran)
Premio della giuria
Capharnaüm - Nadine Labaki (Libano/Francia)
Caméra d'Or
Girl- Lukas Dhont (Belgio/Paesi Bassi)
Palma d'Oro al cortometraggio
All These Creatures - Charles Williams (Australia)
Menzione speciale
On the Border - Wei Shujun (Cina).
(Cfr. varie riviste del cinema, oltre che seguito in diretta dai mezzi elettronici)