CVD: ITALIA SOTTO TIRO Ide

Ide

IDENTITA’

Cvd. Come volevasi dimostrare.

Abbiamo appena pubblicato l'articolo dedicato all'Italia sotto
tiro, con la serie di episodi di fatto anti-italiani, e subito
l'ulteriore conferma.


Francia, Germania e Gran Bretagna terranno un
altro vertice ristretto.

Dopo quello di Gand, risibilmente motivato da "ragioni tecniche"
- primo caso in assoluto in cui i Capi di Governo si trovano
rubando il mestiere ai veri "tecnici",  funzionari e
diplomazia, - Tony Blair, Jacques Chirac e Gerhard Schroeder si
ritroveranno domenica, questa volta a Londra.

Evidentemente i tre leaders hanno fatto loro il detto popolare
che vuole sia il tre un numero perfetto, cosa che hanno
ritenuto propizia in momenti delicati come quello che stiamo
vivendo.

Di ritorno dagli incontri con Sharon e Arafat, Blair si é
fermato a Genova incontrandosi con il Presidente Berlusconi e
informandolo del nuovo vertice perfetto. Non una
semplice, peraltro apprezzabile, cortesia la sua, ma
evidentemente qualcosa di più, viste le reazioni serene del
Governo italiano. Incontro non perfetto in quanto a due,
ma più serio, e con il leader inglese rafforzato nel tavolo
triangolare da qualche intesa sotterranea, questa pure
perfetta
, e anch'essa più seria in quanto meno arrogante,
con Italia e Spagna, visto che in qualche modo anche Aznar é di
questa seconda partita.

Tanto di cappello a Blair, oltre a tutto particolarmente legato
all'Italia, in modo tale da meritarsi le critiche della stampa
inglese per i suoi frequenti soggiorni in Toscana dagli amici
Conti Della Gherardesca. Non ci sono soltanto le inclinazioni
personali però, dato che l'asse franco-tedesco é sempre stato
visto non proprio di buon occhio a Downing Street, e in più
occasioni ha funzionato l'intesa italo-inglese.

A Chirac, spalleggiato da Schroeder che avrà certo le sue buone
ragioni dello stesso tipo, evidentemente non va giù la questione
dell'A 400, l'aereo da trasporto europeo alla cui costosissima
realizzazione noi dovremmo cooperare, comprando poi 16 carissimi
esemplari, solo per solidarietà europea visto che l'Aeronautica
Militare italiana non sa cosa farsene mentre dichiara apertis
verbis che ha ben altre esigenze.

E' possibile che questa vicenda si chiuda con una soluzione di
compromesso, e non solo per nobili ragioni politiche ma anche
per più prosaiche ragioni d'interesse visto quali sono le
aziende italiane che dovrebbero collaborare alla costruzione del
velivolo ove ed in quanto l'Italia ne acquisti qualcuno. Sono
quindi possibili, in questa ipotesi, conclusive dichiarazioni
soddisfatte, rasserenamento dei rapporti, caduta delle
polemiche.

Non é così.

La vicenda dell'A 400 si inserisce nel contesto già richiamato
nel nostro articolo precedente, alla serie di "sgarbi" fatti al
nostro Paese, prima con l'Ulivo al Governo, ora con la Casa
delle Libertà a Palazzo Chigi.

Una situazione che dovrebbe vedere quindi tutti insieme, senza
entrare nelle spirali polemiche che hanno la possibilità di
manifestarsi in tante altre cose di casa nostra, di politica
interna.

Verrebbe proprio voglia di rispondere pan per focaccia chi
ricerca la perfezione degli incontri triangolari
invitandolo ad essere coerente: visto che non si vogliono altri
allo stesso tavolo veda di non volere gli altri nel resto,
Provvedano da soli i tre per tutto quel che serve,
militarmente e finanziariamente parlando.

La lotta al terrorismo é però problema troppo serio per fare
quello che sotto molti aspetti sarebbe giusto e quindi sarebbe
del tutto sbagliato tirarsi indietro e rifiutare il nostro
contributo all'azione comune.

C'é però modo e modo.

L'Italia, nonostante la relativa modestia, almeno sotto il
profilo quantitativo, delle sue Forze Armate dato che nei
Bilanci dello Stato il settore militare non é mai stato tenuto,
fortunatamente, in grande considerazione, é impegnata in
missioni di pace nel mondo in misura massiccia.

Dove sono i tedeschi? E, almeno proporzionalmente, i francesi?


Quei francesi che nel corso di mezzo secolo non é che abbiano
dato lampanti dimostrazioni di europeismo. In qualche occasione
sì, come ad esempio quando, sviluppato da Aerospatiale un
missile, non ce la facevano più da soli ad andare avanti e
allora si é messo in piedi il programma Ariane con l'utilizzo
della base, francese, nella Guyana, con spese suddivise in
Europa (per carità, iniziativa positiva, ma non ci si può
ricordare dell'Europa solo quando fa comodo...).§.

Le vicende di questi tempi stanno dimostrando la fondatezza e la
lungimiranza della politica sempre seguita dall'Italia, in
particolare nei confronti del mondo arabo.

Ha anche dato fastidio nel passato, a cominciare da quando il
Presidente dell'ENI Mattei, stipulò il primo accordo petrolifero
non coloniale ma alla pari con lo Stato produttore, allora
l'Iran, e per continuare poi costantemente nei rapporti politici
e in quelli economici, petroliferi in primis.

Se anche gli altri, a cominciare dagli Stati Uniti, avessero
seguito l'avveduta politica estera italiana forse oggi non
avremmo un Bin Laden, tanti Bin Laden in giro per il mondo.

Se si pensa che l'Italia non sia all'altezza, militarmente
parlando, di sedere al tavolo triangolare, bisognerebbe che si
ricordasse - e che noi ricordassimo loro - questo aspetto, non
come contributo storico, ma per sottolineare che la storia deve
pur insegnare qualcosa.

Se fosse stato per l'Italia un Bin Laden oggi non avrebbe dunque
spazio.

Se fosse per l'Italia, pur solidale fino in fondo e senza
riserve con gli Stati Uniti perché la gravità dell'orrore
dell'11 settembre non é percepita solo da certi presunti
pacifisti di casa nostra, - quelli a senso unico per i quali le
migliaia di cittadini inermi e innocenti di Manhattan contano
come il due di picche quando la briscola é cuori -, oggi lo
scenario mondiale potrebbe svilupparsi in modo meno preoccupante
di quello che si profila, spettro del nucleare compreso.

Già il nucleare. Non probabile ma pur possibile che, se prosegue
l'escalation della esasperazione americana, per una guerra che
si profila lunga, difficile, con scarsi risultati, e se dilaga
l'antrace e magari poi anche altro, e se prosegue la ventata
fanatica su cui tacciono i presunti pacifisti, pur di arrivare a
Bin Laden si rischi di arrivare anche a questo. Dio non voglia
naturalmente.

Se fosse per l'Italia. Non lo é.

Ma col "Direttorio" a tre in Europa non si va molto lontano.

Insistono? Deve essere l'Italia il Paese più debole fra i forti?
E allora si svolga il ruolo di Paese più forte fra i deboli.


Italia, Spagna, Marocco, Tunisia, Algeria, Libia (sì Libia. E
perché la presa di posizione di Gheddafi schieratosi duramente
contro il terrorismo di Bin Laden non ha avuto lo spazio
adeguato, e gli sviluppi conseguenti?). Un bel pool, con
prospettive interessanti. Anche sul versante arabo. Oltre a
tutto utilissimo per l'Italia, e, indirettamente agli Stati
Uniti ed Europa.

E non si tratta, anche se c'é, di solo orgoglio nazionale.

***


GdS 2 XI 01

 

OC-GdS5: Attenzione alle persone anziane. C'è anche qualcuno che attraversa all'improvviso, magari dopo aver guardato verso di noi e visto che l'auto arrivava.

Torna
all'indice

di politica estera