Marciapiede di Via Bernina: dopo 40 anni un po' ...di bitume. Risparmiate però alcune decine di €uro
Dopo quella del PIL (+1,8%) arriva la notizia più clamorosa: in quel di Sondrio dopo decenni di attesa ci si è ricordati del desolato marciapiede di Via Bernina.
Ce lo telefonano.
Il giornale ne aveva ripetutamente scritto su invito degli interessati ossia di chi per evitare il 'lago' doveva scendere in strada, sfiorati da TIR ed altri veicoli (mezzi mobili per invalidi, mamme con carrozzine, anziani e poi quella fermata di bus...). Nonostante ulteriori solleciti il giornale, stufo, aveva smesso di occuparsene ricordando a tutti che ci sono 32 consiglieri comunali più il Sindaco cui rivolgersi.
Ce lo telefonano.
Di lì non passiamo quasi mai per cui nessuno di noi fa in tempo ad arrivare a opera d'arte in corso. La vediamo già conclusa e ne diamo dimostrazione fotografica.
E' una bella storia
La data della sua nascita, – 26 settembre 1977 -, e è incontrovertibile in quanto attestata da un atto ufficiale del Comune di Sondrio. 40 anni, un mese e tre settimane meno un giorno di vita senza mai un intervento. Una parte di questi anni, diciamo per quasui un ventennio, dominio di TIR e altri veicoli pesanti che ne occupavano la sede - circa 50 metri il suo sviluppo - gravando, e rovinando, la superficie del povero marciapiede che già in partenza era di fondo ben più modesto rispetto, per fare un esempio, a quello lussuoso in Lungo Mallero, confluenza Via Trento di pochi anni fa che non aveva certo l'urgenza di questo nè aveva nessuno (o quasi) richiedenti. Di qui le, lungamente, inascoltate lagnanze della gente. A furia infatti di gravare il fondo si sono create, in caso di pioggia, pozze d'acqua nelle quali avrebbero potuto scorrazzare rane e rospi. Il guaio è che oltre a costringere a spostarsi in strada, come detto dianzi, i mezzi mobili per invalidi, le mamme con carrozzine, gli anziani c'era e c'è la fermata di vari bus. Mica pochi. Lì scendono le persone provenienti dalla Valmalenco, i ragazzi della scuola ed anche quelli dei turisti che non pensiamo siano contenti di inzaccherarsi, loro e loro valigie. Per un po' abbiamo raccolto e pubblicato le lagnanze, poi abbiamo smesso visto che qualcuno pensava che l'insistere fosse un pallino nostro.
Ci hanno telefonato siamo andati a vedere.
Uno dei presenti diceva che dove il figlio è andato a lavorare, all'Aprilia, è frequente il detto “peso el tacon del buso" che si potrebbe tradurre “peggio la toppa che non il buco” ma su questo lasciamo il giudizio ai lettori.
Annotiamo comunque lo sforzo che è stato fatto per andare incontro alle esigenze della gente. Certo si poteva fare qualcosina di più ma siamo in periodo di magra. Non lo fossimo un po' di bitume anche a valle e a monte delle due pozze bitumate sarebbe stato da farsi. Comprendiamo quindi che in questo modo si sia potuto risparmiare perfino qualche decina di €uro con i quali si potranno fare altre opere, sia pure meno urgenti, in città o nelle frazioni.
L'immagine
Una spiegazione della foto:
- Nei tondi rossi l'inizio e la fine della sosta di bus dalla Valmalenco, bus scolastici, pullman turistici (lato valigie) dove scendendo dal bus si finisce in acqua
- In nero l'opera d'arte in elegante bitume rifinito con particolare cura
- "Il risparmio" di bitume sia in alto che in basso (quello che ha consentito il risparmio di almeno qualche decina di €uro).
Chissà che, arrotondando all'anno, non vi sia, per figli e nipoti, un'attesa come quella testè avvenuta, che stabilisca il prossimo intervento sul e per il desolato marciapiede per l'anno 2057.
GdS