POLITICA INTERNA: DAL CONSENSO AI MUSCOLI

La pratica politica della cosiddetta prima repubblica era fondata sulla costruzione del consenso. Non era solo la conseguenza della frammentazione dei partiti e delle correnti all'interno dei partiti. C'era, dietro, una cultura, fondata sul metodo della convinzione. Il passaggio dal fascismo alla democrazia ed il riconoscimento del pluralismo come un valore della convivenza, avevano determinato una modalità sostanzialmente fondata sul rispetto dell'altra persona o dell'altra formazione. La posizione da assumere per la soluzione di un determinato problema, fosse quello della viabilità, del sistema dello smaltimento dei rifiuti o della pianificazione del territorio, era così costruita progressivamente attraverso gli incontri, il confronto delle idee, il tentativo di coinvolgere, ove possibile, anche le minoranze, soprattutto quando si trattava di risolvere problemi concreti che non necessariamente richiamavano aspetti ideologici.

Il metodo era lungo e faticoso e faceva dire a qualcuno che la democrazia era il minore dei mali. Ci furono anche delle degenerazioni, perché la mediazione sconfina facilmente nel compromesso ed il compromesso nella disonestà. 

Lo schizofrenico periodo di tangentopoli fu l'esplosione, artificiosamente sottolineata, degli aspetti degenerativi e l'occasione per far passare nell'opinione pubblica un giudizio totalmente negativo su cinquant'anni di storia del nostro Paese e sugli uomini che l'avevano costruita.

Il passaggio alla cosiddetta seconda repubblica coglie solo quest'aspetto negativo e lo assume come argomento per respingere il metodo e proporne uno alternativo, quello di mostrare i muscoli in nome dell'efficientismo. La scelta del sistema maggioritario al posto del proporzionale è solo teorica, perché, mentre la si afferma, le formazioni si moltiplicano e gli schieramenti mutano con rapidità impressionante. Questo, però, appare un aspetto secondario, quello che conta è dimostrare che si hanno delle idee, non importa se improvvisate o strampalate. E' importante prendere le decisioni, non costruire delle soluzioni partecipate.

Il sistema maggioritario nasce come esigenza di stabilità di governo e condizione di alternanza al potere, in altre parole, di esercizio di una democrazia matura. Per questo, la sua gestione corretta esige ancora più attenzione e preparazione. L'interpretazione corrente è invece che bisogna vincere a tutti i costi, che chi vince deve comandare, decidere rapidamente e occupare tutti i posti; che chi perde deve starsene buono ad aspettare la prossima occasione. Il dialogo con le minoranze è una perdita di tempo, anzi, il dialogo stesso è una perdita di tempo. Meno ci si consulta, più rapide sono le decisioni, più efficiente l'azione politica ed amministrativa. Non importa se la stessa persona contraddice, la sera, quello che ha sostenuto la mattina.

Un'interpretazione del metodo di mostrare i muscoli è di sceglierne uno solo, molto particolare, ed è applicata anche da qualche signora, con scarsa coerenza nei confronti del proprio corpo. Mi sembra un sintomo di confusione, più che di chiarezza. Credo che, in fondo, si tratti solo di debolezza: la mancanza di una posizione precisa e della voglia di sostenerla, a qualsiasi costo.

Flaminio Benetti

(x) Flaminio Benetti, ingegnere libero professionista, è stato Sindaco di Sondrio e Presidente della Comunità Montana unica di Valtellina e poi di quella di Sondrio. Ha ricoperto importanti incarichi politici nella DC. Ha diretto il mensile "L'Incontro" e collaborato a giornali e riviste.

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