Italia Nostra- contro Tremonti, ma le cose forse non stanno così
LA NOTA DI
ITALIA NOSTRA
Ti mando questo comunicato di Italia Nostra sulla legge
ministeriale di
Tremonti che stabilisce che Siena, Pisa, Caserta, Urbino
eccetera non sono
città di interesse storico artistico. Allego pure la lista delle
altre
maggiori città d'arte incluse nell'elenco.
"Tremonti ha deciso. Siena, Caserta e altre non sono città d’arte
Italia Nostra: legge inaccettabile che disprezza il nostro
patrimonio
Il ministro Tremonti deve essere impazzito. Con un decreto
ministeriale del
18 marzo 2004 (individuazione di nuove aree territoriali
omogenee e
aggiornamento delle territorialità delle attività
turistico-alberghiera)
ha stabilito che Siena, Pisa, Caserta, Parma, Ferrara, Todi,
Orvieto,
Spoleto...e così via- l’elenco è lungo e leggendolo si prova una
vertigine-
non sono siti di attrazione turistica, non sono città d’arte. Le
norme
contenute nel decreto stabiliscono i parametri fiscali a cui
deve far
riferimento un’impresa: la novità introdotta prevede che le
imprese possano
far riferimento a questi parametri e pagare le tasse che
vogliono, sicuri di
non ricevere visite della finanza. Perciò il decreto al gruppo 1
definisce
le aree prive di vocazione e/o funzione turistica: aree cioè che
non
possiedono né particolari beni di interesse storico, culturale e
artistico,
né elementi di interesse paesaggistico-ambientale, né specifica
rilevanza
per il turismo di affari.
Nel gruppo 1, appunto, Siena, Pisa, Caserta e numerosissime
altre.
Questo delirio - segnalato oggi dal quotidiano l’Unità - può
essere
controllato da chiunque consulti la gazzetta ufficiale del
31/3/2004, in
particolare il supplemento 54.
Italia Nostra esprime sgomento e indignazione per una legge che,
per motivi
probabilmente elettorali, compie un atto di disprezzo così
profondo nei
confronti del nostro patrimonio artistico e culturale.
Ecco le principali città italiane incluse dal decreto
ministeriale del 18 marzo 2004 (individuazione di nuove aree
territoriali omogenee e aggiornamento delle territorialità delle
attività turistico-alberghiera) nel gruppo 1 (aree prive di
vocazione e/o funzione turistica: aree cioè che non possiedono
né particolari beni di interesse storico, culturale e artistico,
né elementi di interesse paesaggistico-ambientale, né specifica
rilevanza per il turismo di affari):
Matera, Caserta, Procida, Ferrara, Parma, Mantova, Urbino, Alba,
Alberobello, Caltagirone, Erice, Lampedusa, Noto, Arezzo,
Capalbio, Gaiole in Chianti, Lucca, Montalcino, Montepulciano,
Monteriggioni, Pienza, Pisa, San Gimignano, Siena, Volterra,
Orvieto, Spoleto, Todi, Vicenza.
Nanni Riccobono Lorenzo Misuraca
Nostra ricerca per
vedere come stanno le cose
Messa così, come da nota di Italia Nostra, la questione ci ha
indotto subito ad andare a vedere cone stanno le cose. Che il
Ministro Tremonti fosse "impazzito", come scrive Italia Nostra
non lo abbiamo creduto di certo. Se c'é una sua caratteristica
costante é proprio quella di essere sempre lucidissimo,
essenziale e consequenziale. Poi si può essere d'accordo o in
disaccordo con lui ma sul fatto che sia sempre dio una sua
logica stringente non c'é il minimo dubbio.
Quanto al provvedimento ci sarebbe da fare una dissertazione
tecnica non semplice che risparmaimao ai lettori. Due gli
aspetti essenziali. In primis si tratta non di una invenzione
pirotecnica del Ministro Tremonti bensì la reiterazione del
Decreto Ministeriale 26.2.2000 fatto dal predecessore di
Tremonti Visco. Il quale Visco non é che avesse sbagliato
clamorosamente anche lui andando a "declassare" città come
quelle segnalate da Italia Nostra. Il provvedimento avendo a
riferimento gli studi di settore deve tener conto di tutti i
parametri che concorrono alla formazione del reddito e in quel
determinato momento. In secondo luogo la genesi del Decreto
attuale: la reiterazione si é resa indispensabile per via della
situazione di crisi del turismo termale.
Si tratta quindi, riteniamo, di un equivoco che qualche esperto
potrebbe spiegare, meglio di quanto non abbiamo fatto, e per
forza di cose succintamente, noi in queste poche righe.
GdS
GdS 30 IV 2004 -
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