Ieri turismo, oggi turismi
Oggi si deve parlare di un turista delle “5A”
“Tinte rosa” come primo bilancio sul turismo per la stagione invernale nel 2015/16. Il piccolo aumento dei turisti stranieri, ha sopperito ad una parziale “stagnazione” del turismo domestico anche se in particolare in questo ultimo periodo ha messo in evidenza, risultati migliori rispetto alle attese di inizio stagione.
Complessità e turbolenza sono stati due aspetti che in questa prima parte dell’anno, hanno caratterizzano non solo il turismo, ma anche direttamente la nostra vita. Ora, questi fattori andranno necessariamente visti come elementi da gestire anziché come minacce da temere.
Il “turista consumer” non si caratterizza solo per il maggior spazio che dà alle “emozioni” e alla “sensorialità” ma anche per la maggiore autonomia; è un individuo flessibile, portato a fare delle scelte non uniformi, che si destreggia nel mercato globale tra le varie alternative per conseguire sostanzialmente i suoi scopi. L’atto d’acquisto non si risolve con una scelta più conveniente ma entrano in gioco molti fattori, come il suo benessere, l’aspetto ludico e l’esperienza.
Ciò rende allo stesso tempo il turista/consumer particolarmente infedele alle località, ma facilmente ricettivo nei confronti delle nuove proposte. Un confronto lo possiamo fare con la moda: molte aziende nell’abbigliamento hanno saputo rileggere queste minacce come opportunità straordinarie: la decisione ad esempio di cambiare completamente l’assortimento del punto vendita di settimana in settimana, ha spinto inevitabilmente il cliente ad acquistare “d’impulso”.
Il paragone non è semplice ma ha il suo fondo di verità: in molte destinazioni turistiche di tipo tradizionale e in modo particolare nella zona alpina ad esempio le infra e sovrastrutture spesso non sono più adeguate. Inoltre vi sono stati degli sviluppi poco consoni alle regole concorrenziali nei fattori produttivi. Questi fenomeni hanno influenzato notevolmente la capacità di prestazione e rendimento da parte delle imprese turistiche.
Certo è che il turista/consumer del terzo millennio è molto diverso da quello di un tempo. Minor disponibilità di tempo libero, miglioramento della mobilità, tecnologie di comunicazione e di trasporto più performanti hanno inciso profondamente nel comportamento e nelle scelte. Il fenomeno è ormai esploso: oggi, come più volte detto, non si può più neanche parlare di “turismo“, ma di “turismi” intendendo un insieme di sotto-attività che includono molte tipologie diverse di pratica di viaggio: alcune legate ad uno sfruttamento passivo delle attrattive e delle risorse, altre invece ad un interesse attivo e dinamico. Ma il profondo cambiamento dovrà riguardare soprattutto il come si fa turismo.
Le trasformazioni sociali hanno dato vita al cosiddetto turismo post-moderno, si è infatti passati dal turismo passivo (“per guardarsi intorno”) al turismo d’esperienza.
Oggi si deve parlare di un turista delle “5A” che mira a: Acquire (apprendere), Amusement (divertimento), Attractiveness (bellezza), Assistance (supporto) per soddisfare le proprie esigenze. Ma, soprattutto, va citata la quinta “A”, forse la più funzionale del sistema: Aid (sostegno) dalle istituzioni e dal territorio.
Il turista postmoderno delle “5A” cerca una via di distrazione da un contesto normalmente stressante. Pretende tutte le comodità cui è abituato (Wi-FI, TV Sat, Telefono, SMS, Mail…) ma nello stesso tempo (non senza qualche contraddizione) vuole rallentare il suo stile di vita, almeno in vacanza.
Ricerca attività autentiche, tagliate su misura, uniche e senza falsificazioni ed è alla continua ricerca di esperienze di intrattenimento e culturali.
Inevitabilmente le destinazioni turistiche, le strutture ricettive e tutti gli operatori del settore se vogliono rimanere nel mercato (e magari crescere) dovranno considerare seriamente questi nuovi aspetti.