Il nuovo ospedale di Sondrio. Dove farlo
Problema non solo
sanitario - Moncucco: zona non adatta - Conta l'ospedale, non
dove lo si fa - Come si arriverebbe? Il tunnel - Non si tratta
solo di fare una struttura - L'alternativa - Il problema dei
terreni. Aiuta la fantasia - Problema di organizzazione
urbanistica
Scegliere con erenità e serietà
PROBLEMA NON SOLO SANITARIO
Ferve la discussione sull'ipotizzato nuovo Ospedale di Sondrio.
Noi ci guarderemo bene dall'intervenire nel merito sanitario, se
farlo o non farlo, se farlo ma preoccupandosi contestualmente di
cosa può succedere per gli altri ospedali, Per Sondalo (per il
quale comunque c'é qualcosa molto più di un'ipotesi), per
Morbegno, per Chiavenna.
La discussione é aperta e se la vedano a livello politico.
Noi guarderemo ad un aspetto particolare, ma di grandissima
importanza per il capoluogo, ma anche per l'utenza: la
localizzazione.
Non vi é infatti dubbio alcuno che la localizzazione di una così
importante struttura, con il conseguente problema dei flussi e
dell'indotto, rappresenti un primario problema urbanistico oltre
che di funzionalità.
MONCUCCO: ZONA NON ADATTA
Il Moncucco, dove era situato l'imponente ospedale psichiatrico,
come dimostreremo, é la zona meno adatta della città ad ospitale
una simile struttura. Si pensi che una decina d'anni fa ci fu una
lunga querelle per la localizzazione di una struttura sì
significativa ma molto meno importante ossia la RSA destinata ad
accogliere gli anziani non autosufficiente. La DC aveva scelto
appunto la zona del Moncucco ma alla fine, pur di passare dalle
discussioni al cantiere, si passò al piano.
Quello che ci pare sia l'assurdo eretto a sistema é che magari si
finisca sul litigare per questa localizzazione.
CONTA L'OSPEDALE, NON DOVE LO SI FA
I sostenitori dell'Ospedale nuovo non riteniamo, come qualche
battuta giornalistica fa sembrare, del partito del "Moncucco o
morte". Possono essere contentissimi se l'ospedale si fa, il dove
ha un'importanza del tutto relativa anche perché la scelta di chi
ha avviato la progettazione é stata autoarchico-funzionale nel
senso di utilizzare un'area già di proprietà. Cosa cambia se
invece che al Moncucco l'opera sorge in altra posizione? Per
l'utenza molto, in meglio. Per chi ha ideato e sostiene l'opera
nulla.
Il problema é quindi analizzare serenamente i problemi connessi e
occuparsi di quei problemi che esulavano dal mandato dei
progettisti che sono specialisti di ingegneria sanitaria non di
pianificazione urbanistica. Problemi che esulavano anche dalla
competenze dell'ASL che si occupa di sanità e non di
pianificazione urbanistica.
COME SI ARRIVEREBBE? IL TUNNEL
Vediamo intanto come si presenta l'ipotesi insediativa attuale. La
zona dell'ex Ospedale Psichiatrico é ambientalmente
pregevolissima.
Vediamo ora gli aspetti funzionali, principalmente l'accessibilità.
Impensabile l'utilizzazione di quelli attuali, oltre a tutto non
suscettibili di miglioramenti. Pensando a un nuovo collegamento
esiste sostanzialmente una sola possibilità tale anche da
consentire, oltre allo smaltimento dei flussi connessi, un rapido
incedere delle ambulanze. Inizio tra la Cà Bianca e il Cimitero,
poi tunnel sotto Colda e per guadagnare quota con una pendenza non
superiore al 5% e sbocco sulla Via Besta. Calcolando il percorso,
la lunghezza del tunnel per non superare la cennata pendenza,
l'elevatissimo costo, almeno come ordine di grandezza é presto
fatto e non potrebbe che gravare sulla spesa per l'ospedale o
quantomeno su altri fondi regionali, di problematica concessione.
A questo aggiungansi le difficoltà per chi non va in auto fra i
molti che quotidianamente fanno capo all'ospedale, con la
necessità quindi di istituire un servizio, costoso, di trasporto
urbano, tenuto conto oggi che l'ospedale é servito da una linea
che non ha come soli utenti quelli diretti all'ospedale.
NON SI TRATTA SOLO DI FARE UNA STRUTTURA
Non si tratta solo di fare una struttura a sé.
Si tratta di variare la fisionomia urbanistica cittadina, con una
alterazione profonda dei flussi (per non andare a spanne a questo
punto ci vorrebbe uno studio, fattibile in 45 giorni, 30 per
l'acquisizione dei dati e 15 per la loro elaborazione, su tali
flussi, definendoli quantitativamente e anche qualitativamente,
con intervista a ogni persona che si reca all'ospedale attuale
chiedendone, fra l'altro, la provenienza e le modalità di accesso.
L'ALTERNATIVA
Parallelamente occorrerebbe esaminare le possibilità alternative
di insediamento. Non si tratta di fare voli pindarici: le zone
possibili sono tre, tenuto conto di un fabbisogno, in ordine di
grandezza, di almeno 100.000 mq. Di queste tre una é ottimale e le
altre due discrete, in ogni caso con caratteristica comune la
rapida accessibilità dalla tangenziale (e anche dalla Valmalenco
attraverso il nuovo svincolo di Via Ventina). Scontata la risposta
positiva al problema dei flussi.
IL PROBLEMA DEI TERRENI. AIUTA LA FANTASIA
Qualcuno obietterà che nasce il problema dell'acquisizione delle
aree date le rilevanti necessità. Sì se si procede per via
normale. No se si usa la fantasia che ha consentito in passato
numerose realizzazioni (Palazzo di Giustizia, Garberia, Piastra,
recupero dei palazzi Sertoli, Paribelli, Giacconi, parcheggi
realizzati senza oneri per il Comune ecc. Accenniamo solo per
brevità omettendo i dettagli. Per favorire la cessione amichevole
dei terreni, evitando l'esproprio, procedendo il Comune per delega
all'acquisizione, nella logica perequativa usata già a partire
dalla fine degli anni settanta - logica che si sta affermando ora
a livello nazionale con un paio di decenni di ritardo rispetto a
Sondrio - dovrebbe essere attribuita una edificabilità diffusa,
diciamo tra 0,3 e 0,5 mc per metro quadrato, edificabilità da
utilizzarsi secondo l'organizzazione della zona, in posizione
attigua e con destinazioni indicate, oltre che con criteri di
gestione tali da evitare inconvenienti. Esproprio per chi, pur con
questa agevolazione oltre al prezzo fissato, non aderisse alla
cessione amichevole.
PROBLEMA DI ORGANIZZAZIONE URBANISTICA
Il problema non é infatti solo quello di realizzare un complesso
edilizio a destinazione sanitaria ma l'organizzazione
urbanistica di una zona, con contorni polmone e di servizi
accessori. A questo proposito, a titolo indicativo, i quattro
piani interrati previsti al Moncucco, costosi, potrebbero essere
sostituiti da un più economico silos a quattro piani.
Contestualmente la valutazione degli effetti indotti sul resto
della città dalla nuova realizzazione e le scelte relative alla
riconversione, non immediata, della zona ospedaliera attuale e di
quella al Moncucco.
Quanto siamo andati dicendo non é affatto teoria ma prospettiva
concreta e di rapida realizzazione. Naturalmente ci possono essere
idee migliori, in questo caso però con l'invito a lasciare stare
l'utopia e a evitare di cercare il meglio assoluto perché in
questo caso é assicurato che neppure il buono si realizza.
SCEGLIERE CON SERENITA' E SERIETA'
Se ospedale ha da farsi, se i soldi ci sono effettivamente, se la
nuova realizzazione si inquadra in un riassetto positivo della
sanità provinciale (Sondalo, come scritto all'inizio, può salvarsi
ed anche prosperare perché la possibilità, concreta, c'é, ma di
questo se ne parlerà al momento opportuno) si faccia nel posto più
idoneo da ricercarsi serenamente e con tutta la serietà che il
problema richiede con tutte le discussioni del caso ma senza
polemiche artificiali.
Dalla qualità della scelta dipende infatti la maggiore o minore
qualità dei servizi per le generazioni prossime venture.
a.f.
GdS 28 IX 02
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