Per gli autonomisti la storia e la geografia parlano chiaro: Autonomia di Valle
Apprendiamo dalla stampa che sia il Presidente di Regione Lombardia che il Sindaco di Aprica, in previsione anche dell'attuazione della riforma costituzionale Boschi-Renzi, propongono una ridefinizione dei confini amministrativi del nuovo ente di area vasta montano (ex Provincia di Sondrio) unendo in un unico ente la Valtellina e la Valchiavenna con l'Alto Lario e la Valcamonica. Considerando, inoltre, che il nuovo ente di area vasta, così come definito dalla legge Delrio, è amministrato da personale politico non eletto dai cittadini, tale impostazione non può che risultare illogica e dannosa per gli interessi del nostro territorio.
L'associazione Autonomia di Valtellina e Valchiavenna, difronte a questo scenario, non può che dissentire e urlare a gran voce il proprio NO. Prima di imbastire possibili riorganizzazioni dei confini amministrativi sulla base della riforma costituzionale Boschi-Renzi che non è ancora in vigore (e probabilmente non lo sarà mai) forse sarebbe opportuno attendere l'esito del referendum. E' vero che di questi tempi il volere dei cittadini viene messo in secondo piano ma fortunatamente siamo ancora in democrazia. A tal proposito ad ottobre ci sarà il referendum sulla riforma costituzionale Boschi-Renzi, quella che per l'appunto vuole cancellare la Provincia di Sondrio e trasformarla in una entità sub-regionale non direttamente elettiva, e in quella sede i cittadini potranno votare NO al referendum.
Nel merito e nel metodo, poi, la proposta di Maroni e di Cioccarelli non sono condivisibili perché non si possono riconsiderare i confini amministrativi di un territorio avvalendosi dei medesimi criteri che hanno ispirato la riorganizzazione territoriale della sanità regionale. Anche perché la Sanità è una competenza regionale e non provinciale e in futuro molto probabilmente sarà organizzata su base macro regionale. Inoltre, la revisione dei confini amministrativi deve essere decisa dai cittadini. A noi piacerebbe vedere Colico in Valtellina e Valchiavenna ma vogliamo essere noi assieme ai cittadini di Colico a decidere. Stesso discorso vale per la Valcamonica. Inoltre bisognerebbe considerare tutta una serie di fattori. Per esempio la Valcamonica rappresenta la montagna bresciana e il suo tessuto socio-economico è fortemente connesso e integrato con quello della pianura bresciana e molto meno (se non per nulla) con quello valtellinese. Insomma non precludiamoci a nessuna proposta, purché sia concepita con un'attenta ed obiettiva analisi della realtà sociale ed economica dei territori e con la ricerca di un consenso popolare adeguato. Il consenso dei cittadini risulta un presupposto fondamentale ed essenziale in materia di riforme, compresa quella di un allargamento dei confini amministrativi.
Ma, soprattutto, riteniamo che la Valtellina e Valchiavenna debbano ambire all'autonomia e non diventare un sede distaccata della Regione con amministratori non scelti dai cittadini. Già i politici a volte sono quelli che sono figuriamoci se poi non devono nemmeno rispondere ai cittadini del territorio che amministrano.
E non siamo gli unici nell'arco alpino ad avere la necessità oltre che il diritto ad avere riconosciute forme e condizioni particolari di autonomia. Ci sono Belluno e Verbano Cusio Ossola per esempio. Il modello di Autonomia adeguato per le aree interamente montane e confinanti con stato estero come Sondrio, Belluno e Verbano Cusio Ossola deve essere quello efficiente di Trento e Bolzano. E per andare in quella direzione e potere finalmente decidere quello che è giusto o meno per la Valtellina e Valchiavenna bisognerà votare NO al referendum costituzionale Boschi-Renzi.
La Valtellina e Valchiavenna esistono da almeno 500 anni e non sarà qualche sciagurata riforma a fermare il loro destino naturale all'Autonomia.
Associazione Autonomia di Valtellina e Valchiavenna