Grande nevicata per le feste? Quella storica del 1985. Film del 1953
La abbastanza eccezionale penuria di neve, generale e non limitata a questa o quella zona d'Europa, non è un male solo per le stazioni turistiche. Anzi, queste se la cavano ancora vista la diffusione che c'è stata dei cannoni per la produzione artificiale che comunque costano assai avendo bisogno di tanta energia elettrica. Male è per l'aria che respiriamo che da tempo aspetta precipitazioni, acqua o neve, che la ripuliscano. Male è per le montagne che se non riempiono il loro forziere di acqua e ghiaccio poi non sono in grado nei mesi caldi a rispondere alle necessità.
Spinta all'ottimismo
Una spinta all'ottimismo viene da alcuni siti meteo secondo i quali la neve, e tanta, dovrebbe arrivare a cavallo delle Festività. Nessuna certezza, precisano, ma alta probabilità. Qualcuno invece polemizza con i colleghi e rinvia l'appuntamento con la neve e col gelo al nuovo anno. Taja e medega altri. Per una volta torneremo ai vecchi tempi quando non c'erano i satelliti e l'unica previsione che si poteva fare era la domenica quando nel piazzale della stazione di Sondrio erano pronti 5 o 6 corriere dirette in Valmalenco. Le previsioni che facevamo erano due o tre tra la mezzanotte e le 4 per vedere se alla 5, ora di partenza dei bus, sarebbe stato bello o brutto.
Fra gli ottimisti rifacciamoci a chi ha profetizzato una nevicata come quella del 1985, rimasta storica essendo risultata la più intensa del secolo a Milano e in tante altre località del nord e forse anche a Sondrio.
La storica nevicata del 1985
Tra il 13 ed il 17 gennaio 1985, una depressione centrata sul mar di Corsica provocò quella che (assieme alle altre che seguirono nei giorni successivi), come ricordato dianzi, è ricordata come la nevicata del secolo a Milano durata oltre 72 ore,(tra i 70 ed i 90 cm). Livelli record: 20 centimetri a Genova, 30 a Venezia, 40 a Padova e Treviso, 50 a Udine e Vicenza, 60 a Biella, 80 a Bologna, 110 a Como, 122 a Varese, da 130 a 150 cm a Trento. A Milano, dopo 4 giorni e 3 notti di nevicata, il manto nevoso arrivava fino a 90 cm. Sondrio e Valtellina quantità da record.
Le altre grandi nevicate
E' un articolo del nostro giornale in data 1 marzo del 2006 che ci ragguaglia:
“Una retrospettiva sulle grandi nevicate La nevicata di fine gennaio, secondo un calendario tradizionale che avevano individuato i compianti Sandro Rovaris e Mario Testorelli, era quasi puntuale. Il ciclo, per gli ultimi decenni, é stato il seguente: 1945 - 1955 (o 56) - 1965 - 1976 - 1985 - spuria (x) - 2005. Si parla di nevicate di oltre un metro, anche se poi gli effetti sono diversi. Nel 2005 l'effetto percepibile per l'addensamento era di un 70 cm rispetto ai 130 caduti. Nel 1985 era, secondo le parti della città, tra 110 e 120 cm rispetto ai circa 130 caduti.
Il disastro del 1985
Per stare a quella citata va aggiunto che in Alta Italia fu un vero disastro. A Como dopo una settimana si riusciva ad arrivare a tre km dal centro. A MIlano, disperati, dopo una settimana di inutili interventi si scomodarono persino i carri armati Leopard, ovviamente senza costrutto. In Valtellina per giorni e giorni per andare da Sondrio a Morbegno o da Sondrio a Tirano ci volevano ore per via dei solchi formatisi sulla strada e ci furono polemiche violente contro l'ANAS, non per strade provinciali e comunali ripulite con efficienza valtellinese.
Sondrio al top
A Sondrio, unico caso in tutta l'Alta Italia, le cose andarono ben diversamente. Si era a pochi giorni dai mondiali di sci che si sarebbero svolti in Alta Valle dal 30 gennaio al 10 febbraio, ma già erano arrivati interessati e altri stavano arrivando.. Il capoluogo doveva essere all'altezza dell'evento oltre naturalmente al dovere di fornire il miglior servizio possibile ai cittadini. Cessata la lunga nevicata sul mezzogiorno del mercoledì 30, scattò una poderosa organizzazione, personalmente diretta sul campo da Sindaco e assessori giorno e notte. Prima piazze, piazzali, larghi, spazi aperti. Non già per favorire le banche come qualche bel tomo aveva tentato di dire bensì per aprire ampi spazi ove far affluire le auto liberando le strade per le ruspe e le lame. Le ruspe operavano in coppia caricando poi la neve sui camion che con migliaia di viaggi trasportavano in periferia la neve raccolta formando vere e proprie montagne. ALLE 19 DELL'INDOMANI SI CORREVA SULL'ASFALTO DALLA SASSELLA ALLA CAPPELLETTA DELLA CÀ BIANCA che segna il confine comunale.
Gran parte della città era nelle stesse condizioni, interamente liberata dalla neve senza alcun cumulo. Lavoro per i Vigili del Fuoco perché da molti tetti pendevano pericolosi ammassi di neve al punto che alcune vie, specie in Sondrio-vecchia, furono sbarrate. Ovviamente questo ebbe un costo. Vent'anni fa 200 milioni di lire. I cittadini però ne risparmiarono molti di più. Resta il perché dell'asterisco sul 1994 o 1995. Allora infatti non ci fu la classica nevicata di oltre un metro. Di neve ne venne parecchia di più ma con uno strano andirivieni. 30 cm. e poi acqua. Ripresa di altri 30/40 cm. e poi acqua. Per una settimana, forse una decina di giorni andò avanti così. Di fatto era la grande nevicata decennale spezzettata - See more at: http://www.gazzettadisondrio.it/degno-nota/01032006/nevicata-fine-gennai...
La “ricetta valtellinese” per Milano
Da Milano erano partiti sfottò ai romani che qualche giorno prima si erano trovati in tilt per una copiosa nevicata. Vittime. In realtà non erano abituati come dimostrò la strage di alberi e di rami che vennero travolti dall'insolito peso. Con gli sfottò sale e attrezzature. Solo che qualche giorno dopo quando toccò a noi Milano si trovò senza sale, senza attrezzature ma soprattutto senza idee come affrontare i problemi. Dopo una settimana ricorsero addirittura ai carri armati, prima volta della storia mondiale che venissero utilizzati, con esito peraltro deludente, come spazzaneve E fu l'assessore sondriese Rota a informare, nel caso si ripetesse l'evento, che una soluzione infallibile esisteva. La delegazione della Giunta del Comune di Milano, qui per i mondiali, si disse interessatissima, e Rota la fornì: “se la nevicata si accentua bisogna intervenire. Come? Semplice, facendo questo numero di telefono: prefisso 0342 e poi un numero a caso. La persona che risponde, alla neve è abituato da generazioni, la mettete a capo dell'organizzazione e tutto funzionerà a meraviglia...”.
La lezione del 1976
In effetti a Sondrio aveva insegnato molto la nevicata del 1976 quando il modo abituale di affrontare la neve – assumendo dai 2 ai 300 spalatori – non era più praticabile per una serie di motivi, compreso lo sviluppo della motorizzazione. Sui due piedi, in meno di due ore (e meno di due ore dopo l'organizzazione era a regime), la Giunta varò una nuova organizzazione basata sui mezzi meccanici di imprese controllate nei costi e con una divisione del territorio in 5 zone, con priorità fissate (in primis le frazioni alte a prova di ambulanze o mezzi dei VV.FF.) con ricchezza di informazioni, e consigli, con l'uso della radio (Radio Sondrio) che il compianto Gim Mambretti aveva attivato un paio di mesi prima e che fu utilissima.
Montagne di neve
Nel 1985 l'impegno fu enorme con gli stessi amministratori a dirigere personalmente le operazioni (ma anche a dare un contributo materiale quando un'auto in Via Cesura non consentiva il movimento della ruspa. Con una serie di volontari presero l'utilitaria e di peso la misero dentro i portici!!!). Si calcola che la neve raccolta e portata in periferia solo per liberare la SS38, tratto in comune di Sondrio, che allora passava per il centro città (Vie Stadio - Mazzini – Toti - Stelvio) allora sia stata dell'ordine di almeno 20.000 metri cubi con quale andirivieni di camion si può immaginare. Cifra grandemente moltiplicata, per diverse centinaia di migliaia di metri cubi asportati, per l'intervento nelle altre strade, gran parte degli oltre 110 km di retestradale complessiva nel Comune. In pochi giorni della grande nevicata non restava traccia tranne, in periferia, le grandi montgne di neve che avrebbero resistito, con graduale scioglimento, sino a luglio.
Se arriva la grande nevicata...
Fra qualche giorno vedremo chi aveva ragione. Nell'ipotesi che arrivasse davvero la grande nevicata si cerchi di evitare le solite litanie, prima fra tutte quelle del tipo “guarda il Comune, è da ieri e non è ancora passato nessuno” e simili. Il signor Scarpasacchi e chi per esso si metta il cuore in pace. Prima di tutti ci sono i frazionisti perchè occorre liberare le strade al più presto per consentire, in caso di bisogno, l'arrivo dell'ambulanza o dei Vigili del Fuoco. Poi ci sono le piazze e tutti gli spazi liberi ove portare veicoli liberando strade da spazzare. Poi le scuole. In caso di bisogno si chiudono anche, ma qualcosa possono, dovrebbero, fare i bidelli. Poi i marciapiedi la cui pulitura spetta ai negozi o edifici prospicienti. Soprattutto girare il più possibile a piedi.
E per finire il film del 1953
- C'è un documento storico di 80 anni fa . Nevicata in B/N di Fernando Fanoni con poesie di Pietro Pizzini . L'indirizzo:
https://www.youtube.com/watch?v=BqUfEsTL-bg
- L'indirizzo dell'articolo di 8 anni fa sul nostro giornale:
http://www.gazzettadisondrio.it/speciali/18012007/valtellina-eventi-fine...