Secam, acquedotti: 60 cantieri aperti, forti investimenti
Secam al lavoro su tutto il territorio provinciale per migliorare la qualità del servizio
Oltre sessanta è il numero di cantieri attualmente aperti da Secam su tutto il territorio provinciale
per interventi che hanno lo scopo di adeguare e modernizzare acquedotti, fognature e impianti di
depurazione. Il 1° marzo scorso, infatti, la società di proprietà di Comuni, Comunità montane e
Provincia, a seguito della decisione dell’Autorità d’ambito, è diventata il gestore unico del servizio
idrico integrato e quindi incaricata di vigilare e di intervenire su 758 sorgenti, 439 serbatoi, oltre
duemila chilometri di tubi, 1356 di fognature e 27 impianti di depurazione distribuiti sul territorio
di Valtellina e Valchiavenna.
L’attenta ricognizione, partita ancora prima dell’affidamento dell’incarico, aveva evidenziato una
situazione problematica per reti e impianti, alla quale i Comuni, negli ultimi anni frenati dalle
ristrettezze di bilancio, non erano stati in grado di porre rimedio: danni da riparare, impianti da
modernizzare, reti da adeguare alle nuove normative, investimenti in tecnologia quantificati in
milioni e milioni di euro. «Siamo intervenuti tempestivamente con sforzi straordinari sia dal punto
di vista economico che delle risorse umane impiegate - spiega l’amministratore delegato Gildo De
Gianni -, poiché c’erano problematiche da risolvere prima possibile per evitare che avessero
conseguenze sulla qualità dell’acqua erogata ai cittadini e sull’efficienza del servizio. La struttura di
Secam si sta dimostrando all’altezza di un compito indubbiamente gravoso: il merito dei risultati
che stiamo raggiungendo è dei nostri tecnici e operai che si stanno distinguendo sia per le capacità
che per l’impegno, poiché gestire contemporaneamente un numero così alto di cantieri pone molti
problemi. Insieme a loro è doveroso ricordare l’importante contributo fornito dalle imprese
private, perlopiù locali, che partecipano alle numerose gare pubbliche indette da Secam,
collaborando alla realizzazione delle opere».
Secam apre e chiude cantieri senza soluzione di continuità secondo il programma approvato
dall’assemblea dei sindaci dell’Ato di Sondrio e in seguito dai propri soci. Complessivamente, nel
quinquennio 2014-2019, verranno investiti circa 77 milioni di euro che supereranno i 200 nel
ventennio di durata della concessione a Secam. Attualmente le opere più importanti dal punto di
vista dell’impegno economico sono in corso di esecuzione in Alta Valtellina, nel Morbegnese e nel
Tiranese. Oltre mezzo milione di euro è il costo degli interventi di manutenzione straordinaria su
opere di captazione e di sconnessione per gli acquedotti dell’Alta Valle, quasi 300 mila euro sono
necessari per l’installazione e la messa in opera di apparecchiature contro l’inquinamento da
arsenico in Valfurva. A Morbegno, presso il fiume Adda, è in corso di completamento l’intervento
per l’innesto del nuovo collettore al servizio dei comuni di Dazio e di Civo nel depuratore esistente
per quasi 400 mila euro. A Villa di Tirano si lavora sull’interconnessione con l’acquedotto di Tirano
per risolvere i problemi di carenza d’acqua.
Le squadre di operai della Secam sono impegnati anche in Valmalenco, per la messa in sicurezza
della tubazione di distribuzione, in Valchiavenna, a Samolaco, Campodolcino, Madesimo, Piuro,
Novate Mezzola, a Berbenno, dove si sta completando il potenziamento della rete fognaria di
smaltimento, a Sondrio e a Ponte in Valtellina. I comuni attualmente interessati da interventi alla
rete idrica sono oltre cinquanta, ma il dato si ferma alla fine di novembre, poiché con dicembre,
compatibilmente con le condizioni meteorologiche, partiranno altri lavori.
Uno sforzo economico straordinario ma necessario. Da società pubblica qual è Secam, di proprietà
degli enti locali di Valtellina e Valchiavenna, e dunque dei cittadini, lo scopo perseguito è quello di
garantire la qualità dell’acqua e l’efficienza del servizio. Secondo le disposizioni di legge in vigore,
la copertura finanziaria degli investimenti deve essere assicurata dalle tariffe pagate dagli utenti.
Un’inversione di tendenza rispetto al passato quando erano i Comuni, con fondi propri, a coprire le spese per la manutenzione e l’ammodernamento di reti e impianti.