I dieci anni del Gruppo Vocale D’Altro Canto, ospite il DESDACIA TELLINI
Sabato 7 novembre nella chiesa parrocchiale di San Martino a Tirano il Gruppo Vocale D’Altro Canto, diretto da Gabriella Perfetto, ha festeggiato i suoi primi dieci anni di attività corale. Infatti, è dal 2005 che ha l’attuale denominazione, anche se come coro aveva mosso i suoi primi passi già negli anni Ottanta come coro liturgico della chiesetta dell’ospedale cittadino. Soddisfatta la Perfetto per la serata, sia per la prestazione del suo coro, accompagnato da Fabio Bacchini al pianoforte e Luca Schiano col flauto traverso, che per la presenza del coro Desdacia Tellini di Sondrio diretto da Diego Ceruti. Era stata un po’ titubante la direttrice tiranese prima di invitare la compagine sondriese, perché si trattava sì di un buon coro, ma anche un po’ “strano”. Dubbi svaniti a fine serata per l’entusiasmo suscitato tra il pubblico, a giudicare dalla calorosa partecipazione e come pure le perplessità del parroco Don Paolo Busato che mai più pensava che un coro “laico” potesse comportarsi decorosamente in un luogo sacro come la chiesa, messa a disposizione per il concerto. Già il Gruppo Vocale aveva scelto fra il suo repertorio brani appropriati come due “Ave Maria” di Vladimir Vavilov e F: De Andrè e “Gerusalemme” di Bepi De Marzi e “Adiemus” di K. Jenkins, ma anche il Desdacia, a parte qualche brano relativo al mondo della natura, ha eseguito l’Otce Nash di Kedrov, il Padre Nostro in russo, il Beati Mortui di F. Mendelssohn, dedicato a tutti i morti, la cui commemorazione cade proprio in questo mese e a questi il M.° Ceruti ha aggiunto anche Aldo Borinelli, corista del “Montagne Mie “ di Chiuro, appena scomparso. Sono seguiti poi Panis Angelicus di Lorenzo Donati, strofa fortunata dell’inno Sacris Solemniis, scritto da San Tommaso D’Aquino per la solennità del Corpus Domini, l’Ave Maria di Franz Biebl, Ned i Vester, canto di ringraziamento della tradizione popolare norvegese e Jesus gave me water, spiritual americano, che ha per tema l’incontro di Gesù con la Samaritana al pozzo di Giacobbe. Quindi contento Don Paolo per il rispetto del luogo sacro, contento per non aver mai visto la chiesa così piena…, contento per le generose offerte dei tiranesi, molto sensibili quando si tratta di tutela del patrimonio autoctono, come è l’organo di San Martino, che necessita di un intervento di restauro. Le stranezze del Desdacia sono state ancora una volta la disposizione dei coristi durante le varie esecuzioni, che cambiano sia come posizioni all’interno del gruppo che come spazi, cioè distribuendosi in vari punti della chiesa, in base alla resa acustica e alle esigenze di ogni brano. Così il Bruremarsij, marcia nuziale norvegese, parte dal fondo della chiesa e si conclude davanti all’altare; oppure il Boundless viene eseguito in cerchio sul presbiterio, per non parlare del Ned i Vester in cui si raggiunge la massima spazialità, arrivando fino a metà della chiesa e posizionati nelle navate laterali. Insomma un coro diverso, dinamico, sempre alla ricerca di nuove soluzioni sia a favore della coralità che della scenografia. E poi nel finale, a cori riuniti, ancora una Ave Maria, questa volta di Bepi De Marzi e l’immancabile Signore delle Cime.