50 anni dalla strage della diga. Ghiacciaio assassino
50 anni fa di questi giorni un ghiacciaio nel Vallese decise di rovinare a valle là dove si stava costruendo la diga, in terra, di Mattmark. Si tratta di un enorme sbarramento lungo 'al coronamento' quasi 800 metri, alto 120 metri e con un volume di 10,5 milioni di metri cubi. Per rendersi conto di questo dato si pensi che il materiale portato lì a sbarrare la valle se stoccato nello stadio di Sondrio avrebbe raggiunto una quota di 1750 metri. Lago che oggi si sviluppa, a piena capienza, per circa 3 km: circa 100 milioni di metri cubi l'invaso, il doppio, per stare in Valtellina, di Frera e quasi il doppio di Alpe Gera. A quota 2200 vi lavoravano nel 1965 un migliaio o quasi di lavoratori di varie nazionalità, italiani in prevalenza. In quel villaggio di baracche per uffici e per alloggio di chi lavorava c'erano ingegneri, tecnici, carpentieri, muratori, fabbri, autisti, meccanici, minatori, amministrativi. C'era anche un certo Silvio, bellunese, che aveva detto ai colleghi, lui esperto di ghiacciai, che quando gli si sviluppa il buco – probabilmente si riferiva alla 'caverna terminale – c'è pericolo. Aveva ragione, e lo raccontò il collega miracolato per essere stato incaricato poco prima di quelle fatidiche, tragiche, 17 del 30 agosto 1965, di portare altrove dell'argilla.
Già, perchè a quelle 17 dal rifugio Britanniahütte a 3.030 m. s.l.m. nel Massiccio del Mischabel (Alpi Pennine), un alpinista svizzero, unico testimone, visse, e poi raccontò, i venti secondi più terribili della sua vita. Da quasi 1000 metri sopra vide improvvisamente staccarsi il fronte, di circa un km, del ghiacciaio Allalin, Valle di Saas, circa due milioni di mc di ghiaccio e roccia, e precipitare a valle travolgendo ogni cosa. Era addirittura lo spostamento d'aria che precedeva la massa a far volare bulldozer, caterpillar, ruspe, gru, il cantiere. Tragico il bilancio: 86 morti e due feriti. 56 gli italiani di cui 17 del Bellunese, 9 del Cosentino e via via di varie parti d'Italia gli altri. 27 gli svizzeri.
Fortissima l'emozione e la commozione, in particolare in zone come la nostra dove e dighe e ghiacciai abbondano. “Crolla una montagna di ghiaccio e seppellisce cantiere Vallese – 88 operai travolti, 56 italiani” è il titolo dell'articolo sul Corriere della Valtellina, in prima pagina e con una grande foto (allora si usava il clichè di zinco che veniva fatto a Lecco).
Non mancarono le polemiche anche perchè c'era stato qualche svizzero, ad obiezioni sulla scelta dei luoghi ove erano state montate le baracche degli alloggi e della mensa e degli uffici, proprio sotto la lingua terminale del ghiacciaio, aveva obiettato che 'loro erano svizzeri, non 'come gli italiani', con riferimento al Vaiont. La diga non ebbe gravi danni, progettata bene. Evidentemente non così gli spazi per le maestranze...
Il Consiglio Comunale a Sondrio
A Sondrio 50 anni fa come oggi il Sindaco avv. Saverio Venosta convoca il Consiglio Comunale e iscrive all'odg la voce “Contributo per le vittime della tragedia di Mattmark”. La proposta è di stanziare 100.000 £ire. Per valutare decisione e ammontare va considerato il contesto. Allora non c'erano tutele. I Comuni storicamente avevano un 'elenco dei poveri' da assistere in modo molto modesto. C'erano gli ECA (Ente Comunale di Assistenza) poi soppressi. Dal 1954 al 1963 c'era stato il Soccorso Invernale che si basava o su contributi volontari della gente (con resoconti pubblicati dalla stampa locale non senza discussioni nel vedere chi svettava al primo posto!) e su addizionali anche pesanti come il pedaggio autostradale raddoppiato in certe giornate. Sopperivamo le organizzazioni cattoliche, in primis la San Vincenzo. Il guaio è che per le famiglie delle vittime non c'era niente. Addirittura il processo presso la Corte Cantonale non rilevò responsabilità e fece agli eredi un grazioso regalo addebitando loro le non lievi spese processuali!!! (almeno quelle le pagò lo Stato italiano). Il Comune allora aveva un bilancio all'osso, - altro che oggi! - sostanzialmente con due entrate: dazio e imposta di famiglia e di contributi non ne dava. Le 100.000 £ proposte e poi approvate erano tante; si pensi che proprio allora nasceva la previdenza per i commercianti con la pensioni minima a 12.000 £ mensili...
In Consiglio nacque una discussione. Su una questione del genere doveva intervenire lo Stato. Si parlò anche della possibilità di costituire in provincia un fondo comune per casi come questi. In ogni caso, sulla base della proposta di chi conosciamo bene che parlava a nome del suo gruppo, si votò sì da un lato per sollecitare, nei modi opportuni, lo Stato ad intervenire ma intanto con il contributo si concorreva a dare risposta alle esigenze immediate di 59 famiglie che avevano perso oltre che il capofamiglia anche la fonte di sostentamento. L'iniziativa del Comune di Sondrio fu seguita da altre, a cominciare da quelle nei territori più colpiti. Un forte abbraccio morale e una solidarietà concreta.
Ci pare sia il caso di ricordare non solo le cose con il segno meno, produttrici di grandi titoloni sui giornali, ma anche quelle con il segno più spesso e volentieri o trascurate o oscurate del tutto.
GdS.