Traforo dello Stelvio: Verdi in agitazione e nostra nota

Da Damiano di Simine:
 Giro questa interrogazione dei verdi della prov Aut di Bz anche ai nostri valtellinesi, sperando che diventi un sasso nello stagno in grado di smentire le convinzioni di molti che credono ancora che si stia parlando di tunnel ferroviario (quando invece è chiarissimo ed esplicito che l'accordo riguarda un tunnel di tipo stradale).
 Sulle motivazioni si potrà discutere: i livignaschi sono convinti che il tunnel serva ad avvicinare il turismo tedesco all'Alta Valtellina, io personalmente ritengo più probabile che invece serva ai lombardi a raggiungere più agevolmente l'alta venosta e il Nord Tirolo, utilizzando la valtellina come corridoio di transito (ed evitando così i costosi pedaggi autostradali della A4 e dell'Autobrennero, visto che fino a Bormio si arriva con strade non pedaggiate e che, con la risoluzione prevista di alcuni nodi di congestione, consentiranno anche velocità di circolazione assolutamente competitive considerate le minori distanze). Il vantaggio più grosso potrebbe tuttavia essere per gli autotrasportatori venostani e della zona di Merano, che troverebbero assolutamente vantaggioso andare a fare il pieno di gasolio dei loro tir nel paradiso fiscale di Livigno, anzichè andare fino a Samnaun.
 
 Il 16/07/2015 12:34, Riccardo Dello Sbarba ha scritto:
INTERROGAZIONE   Un traforo stradale sotto lo Stelvio?
 
 Lo smantellamento del Parco nazionale dello Stelvio ha già dato il via all'assalto alle risorse naturali di quell'area protetta? Da Milano ci arrivano notizie preoccupanti.
 Dalla Lombardia infatti abbiamo ricevuto il testo della Deliberazione della Giunta regionale nr. 3609 approvata nella seduta del 21 maggio 2015 che ha come oggetto “PROTOCOLLO D’INTESA CON LA PROVINCIA DI BOLZANO PER LA VALORIZZAZIONE DELL’AREA DELLO STELVIO”. La delibera approva appunto questo protocollo d'intesa, allegato alla delibera stessa, che porta le firme del Presidente Maroni e del Presidente Kompatscher.
 Il protocollo d'intesa ha al centro il progetto della costruzione di un “traforo stradale” da costruirsi sotto il passo dello Stelvio, tra l'alta Valtellina e la Val Venosta, con collegamento verso la val Mustair e i Grigioni. 
 Il protocollo, con allegata una scheda tecnica, giustifica il progetto con argomenti di impronta esclusivamente economica, con poco riferimento alla tutela della natura e dell'ambiente, fin qui missione fondamentale del Parco. 
 Si dice infatti che l'area dello Stelvio ha un'importanza economica decisiva per le popolazioni locali, che le Alpi devono cessare di essere un ostacolo allo sviluppo e alle comunicazioni e dunque vanno “aperte all'Europa” e che le popolazioni devono poter decidere in prima persona su che cosa fare del proprio territorio.
 Viene ricordato anche che il progetto per quanto riguarda la Lombardia risale al 2002, anno in cui è stato predisposto dal comune di Bormio un primo studio.
 Tale progetto, tra l'altro, per la Lombardia sarebbe alternativo alla realizzazione di un collegamento ferroviario tra Tirano ed Edolo, con tunnel di Mortirolo, progetto già inserito negli strumenti urbanistici ma che ora la Giunta Maroni pare voler abbandonare. 
 Quindi, strada invece che rotaia.
 
 Altri dettagli:
•    il finanziamento del tunnel stradale sotto lo Stelvio, e fin da subito delle diverse fasi di progettazione, verrebbe garantito dal Fondo Comuni Confinanti, dunque a carico della Provincia di Bolzano;
•    la realizzazione del tunnel verrebbe affidata a “Infrastrutture Lombarde Spa”, che curerebbe tutte le procedure di appalto;
•    nei prossimi due anni dovrebbe essere portato a termine il primo studio di fattibilità, interamente finanziato dal Fondo per i Comuni Confinanti;
•    il protocollo ha validità di 3 anni, poi si tratterebbe, in base ai risultati dello studio di fattibilità, di passare all'elaborazione del progetto preliminare; questa fase verrebbe finanziata per quota dalle amministrazioni interessate, laddove per la Lombardia ancora una volta verrebbe utilizzato il Fondo Comuni Confinanti.
 
 Non sappiamo se questo protocollo sia poi stato firmato anche dal Presidente Kompatscher. 
 Ci sembrerebbe paradossale che si intraprenda questa strada senza che, in Sudtirolo, nessuno ne sappia nulla. 
 Certo è che, comunque sia, va fatta chiarezza e che – firmato o no il protocollo – la Delibera della Giunta regionale Lombarda esprime certamente le intenzioni della Giunta Maroni e certamente il Presidente Kompatscher, e/o l'assessore competente, e/o la Giunta provinciale ne devono essere al corrente.
 Su questo progetto va fatta assoluta chiarezza, poiché una simile opera avrebbe un impatto enorme che cambierebbe totalmente – nel bene o nel male va valutato attentamente - l'economia, la società e l'ambiente dell'area dello Stelvio e la stessa missione del Parco. 
  
Si chiede:
 
 1.    Il Presidente Kompatscher ha firmato questo protocollo d'intesa con la Regione Lombardia? Se sì, per quali ragioni economiche, sociali e ambientali la Giunta provinciale considera la possibilità di un'opera simile?
 2.    Se il Presidente Kompatscher non ha firmato tale protocollo d'intesa, quali sono le ragioni della mancata firma? Il progetto è comunque sul tavolo del confronto tra Regione Lombardia e Alto Adige? Come si prevede che si sviluppi il confronto tra le due amministrazioni su questo argomento?
 3.    Come ritiene la Giunta provinciale di informare e far partecipare la popolazione altoatesina, e in particolare quella della Val Venosta, alla valutazione di questo progetto, o comunque su questa richiesta della Lombardia? E perché finora l'informazione è mancata?
 4.    La Giunta Provinciale ritiene che anche per il Sudtirolo un tunnel stradale sotto lo Stelvio sia un'opera da valutare e che potrebbe avere vantaggi per il nostro territorio, oppure ritiene di dover fin d'ora scartare questo progetto in quanto non interessante e forse anche nocivo per il nostro territorio? In un caso o nell'altro, se ne chiede le ragioni. 
 
 Allegato: Delibera della Giunta regionale della Lombardia n. 3609 del 21.5.2015 e allegati protocollo d'intesa col Sudtirolo e scheda tecnica
 
 Firmato Cons.  Riccardo Dello Sbarba     Brigitte Foppa    Hans Heiss
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Nostra nota
Le ragioni a favore del Traforo dello Stelvio sono state ripetutamente illustrate ed anche ripetutamente contestate dai "signori del NO" per i quali, fossero vissuti nel tempo della nascita di quel capolavoro che è Venezia, l'intervenire sarebbe stata una iattura per la bellezza della lagura e delle barene.  Presidente della Società per i Trafori il compianto Aldo Oberti aveva ottenuto l'assenso del potentissimo leader bavarese Franz Josef Strauß. Il "primo studio" non è quello del 2002 ma molto, molto prima. Prevedeva l'imbocco nella zona di Madonna dei Monti e una lunghezza di poco più di sette km, meno di quella dell'ultima galleria della Stada della Rinascita. In un convegno di tre giorni a Roma alla Domus Mariae su trasporti e vie di comunicazione chi scrive, delegato con Guido Visini e Gino Mossinelli, mel dibattito aveva posto il problema dello Stelvio e il prof. Stagni, relatore principale, aveva anche indicato la via da percorrersi
Allora le opposizioni in Val Venosta, di cui ovviamente doveva tener conto Bolzano erano di due tipi. L'una legata a questioni che loro avevano con il Parco, e quindi cosa superabile. L'altra era di carattere strutturale. C'era il timore di instradare sulle due Valli una fiumana di TIR. Devo dire che sotto questo profilo una proposta sommessamente posta da chi scrive era risultata, come linea, abbastanza risolutiva. Dato che le assicurazione di trovare soluzioni adeguate erano tali da meritare la sfiducia delle popolazioni che dicevano che poi avrebbe prevalso la linea della liberalizzazione dei transiti per una semplice ma eloquente questione di volgar pecunia. La proposta era, di piena validità anche oggi, che nell'atto di concessione, con clausola di immodificabilità salvo adeguamenti condizionati però all'assenso delle Istituzionin locali, si usava la leva tariffaria. Non si diceva no ai TIR ma sarebbero stati e sarebbero loro ad evitare questo percorso perchè il pedaggio, come condizione di concessione, dovrebbe essere x volte quello della classe più cara delle auto, con x tale da superare ampiamente quello per la via attuale. E' comunque evidente che questo aspetto, pur psicologicamente, ed anche ambientalmente, rilevante, ne ha ben altri da affrontare. Alle spalle c'è comunque la incredibile vicenda del Mortirolo - con il bando già pubblicato nel disinteresse dei valtellinesi, salvo pochi intimi e alcuni del Tiranese e dell'Alta Valle - che potrebbe suonare a monito (a.f.)
 
 
 
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