ZONE A FISCALITA’ DI VANTAGGIO: PERCORSO NECESSARIO PER LA MONTAGNA

UNCEM al lavoro per sottolineare la necessità di misure fiscali incentivanti per chi apre nuove attività o per chi sceglie di fare impresa in montagna.
Chi oggi apre e gestisce un'azienda agricola, un esercizio commerciale, una struttura ricettiva, un'impresa del terziario nei Comuni montani non può pagare le stesse tasse e imposte di chi possiede un'analoga attività in pianura, in centro città o nella cintura delle aree urbane: meno Irap per le imprese, ad esempio, diverse norme per l'apertura di attività, meno burocrazia, ruolo maggiore per i comuni montani nel programmare lo sviluppo territoriale delle zone svantaggiate del territorio, individuando percorsi di crescita e sviluppo anche in forma associata. UNCEM ha aperto un percorso politico di analisi delle opportunità di sgravi fiscali e burocratici per la montagna. E’ oggi necessario individuare "Zone a fiscalità di vantaggio" nelle aree montane. Se ne è discusso tempo fa al Congresso UNCEM e oggi si chiede di aprire un serio confronto su questo tema. Le aree montane presentano infatti numerose difficoltà intrinseche per chiunque voglia avviare un'attività imprenditoriale e per gli stessi cittadini che le popolano. L'istituzione di "Zone a fiscalità di vantaggio" consentirebbe di recuperare il deficit competitivo di cui soffrono storicamente le comunità e le imprese allocate sul territorio montano. Il valore economico, sociale, culturale di una nuova azienda e di nuovi posti di lavoro in montagna è alto, tale da evitare che la montagna venga lentamente e progressivamente spopolata. Garantire il presidio territoriale e la maggiore possibilità di produrre reddito va a vantaggio dell'intera collettività, comprese le zone urbane e metropolitane. La montagna non deve più essere considerata zona marginale ma oggetto di investimenti e di forte interesse anche da parte delle nuove generazioni che vogliono fare impresa.
UNCEM ha avviato nei giorni scorsi un confronto con i parlamentari dell’intergruppo per la montagna per ottenere misure specifiche, non assistenzialismo, ma corretto "diritto allo sviluppo", che è possibile solo colmando gap burocratici e fiscali. In tanti comuni montani non vi sono più esercizi commerciali; oggi servono sostegni continuativi, stabili, non una tantum in occasione dei soli avviamenti: una specifica legge deve sostenere chi da anni garantisce attività turistiche, artigianali, commerciali ed agricole.
La Sicilia ha avviato l'iter di una legge che istituisce le "Zone franche montane" e le risorse necessarie al finanziamento delle agevolazioni previste sono reperite, in accordo col Governo statale, dal Fondo europeo per lo Sviluppo e la Coesione. La prima azione legislativa necessaria, secondo UNCEM, è l'approvazione da parte del Parlamento del disegno di legge sui piccoli Comuni e la Montagna che all'articolo 15 prevede l’istituzione di un fondo per incentivare la residenza nei piccoli Comuni nel quale sono comprese agevolazioni fiscali per chi possiede attività economiche nei Comuni montani, ma anche per l'attivazione e il mantenimento di attività agricole mentre all'articolo 15bis prevede un "fondo per l'incentivazione della residenza imprenditoriale". Dopo decenni di abbandono, la politica nazionale deve tornare a dedicarsi alle aree montane destinando più attenzione alle necessità dei territori montani. Si chiede con forza che nell’ambito del riordino degli enti locali si tenga conto di adeguate autonomie e risorse per il territorio della montagna italiana: da principio condiviso, a legge, è la sostanza che interessa.
UNCEM coinvolgerà nel percorso le associazioni di categoria dell'agricoltura, dell'artigianato e del commercio: solo con una forte sinergia tra enti locali, associazioni e imprese è possibile ottenere risultati per sconfiggere la crisi e rilanciare il sistema economico delle aree montane.

Tiziano Maffezzini Presidente di UNCEM Lombardia
Economia