Nel Festival del paradosso (x), anche nostro, lo sfratto della Prefettura deciso dalla Provincia
 Festival
 Nel Festival del paradosso (x), 
 inteso nella definizione, in calce, che ne dà lo Zingarelli, ci sta lo 
 sfratto della Prefettura da Palazzo Muzio, non operativo ma 
 cartaceo e spiegato come premessa per discutere, deliberato 
 dalla Provincia, ma ci sta anche il nostro, il paradosso della 
 nuova sede in Piazza Garibaldi.
 Ma vediamo gli eventi.
 Gli eventi
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 Martedì 4 novembre, Festa delle Forze Armate e anniversario 
 della vittoria, le locandine anticipano l'ampio articolo di un 
 quotidiano, ovviamente con fior di titolone: Tarabini sfratta il 
 Prefetto.
 La Giunta della Provincia, cui appartiene Palazzo 
 Muzio, ha deliberato la disdetta del contratto di affitto con il 
 Ministero dell'Interno. Tanti, alle edicole, trasecolano.
 -
 Mercoledì 5, il Prefetto, interpellato dallo stesso quotidiano, 
 correttamente risponde di non voler fare commenti sino al 
 ricevimento ufficiale della delibera. Il Giorno pubblica la mia 
 nota riportata in calce integralmente dato che su tale giornale, 
 per ragioni di spazio, qualche piccolo taglio é stato apportato.
 - Giovedì il Presidente della Provincia, pressato, interviene 
 sul quotidiano che ha innescato la cosa, La Provincia di Sondrio 
 parlando di semplice logica di una buona amministrazione e 
 spiega sul quotidiano che "una legge aveva costretto la 
 Provincia a prorogare il contratto stipulato nel 1992 di sei 
 anni, ma adesso ci è data facoltà di rescinderlo e visto che non 
 riteniamo di avere una convenienza economica, ci è parso 
 doveroso rispettare i termini previsti e cioè inviare la 
 disdetta entro il prossimo 23 novembre... Il contratto, però, 
 scade nel dicembre del 2004". 
 Si tratta quindi di "atto di ordinaria amministrazione che 
 doverosamente l’ ente pubblico doveva assumere" Però "questo non 
 vincola alcuna decisione futura, né in un senso, né nell’altro, tant’è che in sede di Giunta non si è fatta alcuna discussione 
 in merito". 
 Sembrerebbe dunque tutto chiaro, ma andando di paradosso 
 (x)
 in paradosso 
 (x)...
 La collega 
 dello scoop
 La collega che in serata ha appreso la notizia che poche ore 
 dopo era in edicola, con tanto di caratteri cubitali sulla 
 locandina esposta all'esterno delle edicole della provincia, non é certo una 
 sprovveduta.
 Va anche detto che non dispone delle chiavi di 
 accesso ad Echelon, il grande orecchio USA che passa in rassegna 
 anche le nostri innocenti e-mail e i nostri tranquilli fax, né 
 si può pensare, 
 per deontologia professionale che abbia installato sofisticate 
 microspie nella blindatissima sala-Giunta della Provincia, Ente, 
 come si sa, avarissimo di notizie (in tutto tre conferenze-stampa 
 del Presidente in quattro anni ed inesistenza di comunicati-stampa). 
 Una politica dell'informazione, a detta di assessori, "per noi 
 controproducente perché così la gente non sa quello che 
 facciamo".
 Per averlo saputo subito e per aver dato, lei e suo giornale, 
 così grande rilievo la fonte doveva essere certo attendibile - 
 presenti alla seduta ed una sola persona in più -, una fonte per 
 la quale, visto che l'ha subito girata alla giornalista, la 
 notizia appariva - come in realtà era - una Notizia con 
 l'iniziale maiuscola, e non una cosetta da routine, una robetta 
 da "ordinaria amministrazione"...
 Ordinaria 
 amministrazione?  
 Ordinaria amministrazione?
 Sotto un certo aspetto lo é e quindi il sen. Tarabini ha detto 
 il vero.
 Se un contratto ha, come ha, una durata o é previsto il 
 tacito rinnovo o lo si disdice, una parte o l'altra.
 Evidentemente il Presidente, conoscitore dei meccanismi romani e 
 anche dei tempi, ivi compreso quello della registrazione alla 
 Corte dei Conti, 
 pensa di poter alzare il costo dell'affitto o prima delle 
 elezioni di primavera oppure di riuscire a chiudere la partita 
 dopo il voto e la formazione della sua nuova Giunta.
 L'affitto attuale é parametrabile 
 intorno alle  lire 627.301 vecchie lire per cento metri 
 quadrati dato che si tratta di 90.000 €uro annui, pari a 
 174.264.300.000 vecchie lire per i 2315 metri quadrati, compresi 
 gli spazi nella torre però, occupati dagli uffici della 
 Prefettura e dall’alloggio del Prefetto. Questo, di 600 metri 
 quadrati non é affatto esagerato in quanto é la sede di 
 rappresentanza - il Presidente Ciampi vi ha dimorato 
 recentemente e il precedente Prefetto, dr. Lerro, andato a 
 Forlì, ha trovato l'alloggio di 2.800 mq..-.  Per la verità 
 dunque non ci sono grandi cifre in gioco, tali da tonificare il 
 bilancio provinciale anche se é giusto che gli amministratori 
 rincorrano anche le gocce. 
 Ma c'é il 
 paradosso 
 (x):
 Ma c'é il paradosso 
 (x):
 - La scelta della delibera.
 - Il principio di sussidiarietà.
 - O i soldi o...
 - La scelta della delibera: la disdetta poteva essere fatta dal 
 Presidente, senza quindi un atto pubblico com'é una delibera.
 - Il principio di sussidiarietà é stato inserito dal Presidente 
 Tarabini nel suo programma elettorale e nel programma 
 dell'Amministrazione. Lo Stato quindi con le sue articolazioni 
 che operano tutte su un piano di parità senza subordinazioni 
 gerarchiche. In particolare i problemi comuni si discutono su un 
 piano di parità. Certo, non é che vengano meno gli atti formali, 
 ma questi - siano d'intesa o anche, talora può capitare, di 
 contenzioso - solitamente sono la sanzione conclusiva o in ogni 
 caso sono fatti d'intesa o ancora, per arrivare proprio al 
 limite, quantomeno si informa prima l'altra parte.
 - O i soldi o... Se non ci si intende sui soldi? "Allora" dice 
 il sen. Tarabini "alla Prefettura non resterà che trovarsi 
 una nuova sede anche se prima comunque di arrivare a questi 
 punti, ci sarà modo di discuterne in tutte le sedi opportune".
 Dato che la sede della Prefettura di Sondrio non é soltanto un 
 problema del Viminale ma magari anche nostro, dal Comune in su, 
 un pensierino sul paradosso 
 (x) 
 lo si può fare.
 Quello che abbiamo scritto subito, e che "Il Giorno" ha 
 pubblicato é quello che sa anche Tarabini. Si può avere idee 
 diverse su una eventuale nuova localizzazione, ma sapendo che 
 comunque la sede deve essere in centro, oltre a quella, 
 virtuale, da noi indicata non ci sono alternative.
 Il Presidente della Provincia ha dimostrato forte interesse per 
 il restauro del Teatro. Il nostro paradosso 
 (x) 
 di cui alla pubblicazione sul Giorno potrebbe essere l'altra 
 faccia della "ordinaria amministrazione", mirando alla 
 conclusione dei lavori prima della fine della scadenza del suo 
 secondo mandato...
 ANNI FA NEL 
 FESTIVAL DEL PARADOSSO  
 (x) 
...  
 In fin dei conti nel Festival del paradosso 
 (x)  
 ci si era tuffati un po' di anni fa disegnando alcuni 
 futuribili, nel migliore dei casi definiti dai più "utopie", 
 dimenticandosi naturalmente di averlo detto quando i "futuri 
 possibili" si sono tradotti in realtà concreta.
 L'esempio del 
 nuovo Palazzo di Giustizia calza a pennello.
 Qualcuno ha visto 
 quella operazione, una volta realizzata, come semplicemente, 
 appunto, la nuova sede degli uffici giudiziari. In realtà si é 
 trattato della più complessa e articolata operazione di 
 riassetto urbano, condotta con rigore urbanistico ma 
 scegliendo il dinamismo del piano-processo e non la staticità 
 del Piano Regolatore tradizionale, culturalmente superata e 
 funzionalmente inadeguata rispetto alla velocità delle 
 trasformazioni della vita comunitaria. Erano stati allora interessati 
 sette Palazzi, meglio sette "centri di funzioni".
 Qualcuno pensa 
 all'urbanistica come geometria, magari come estetica, 
 dimenticando il fine principale che é quello dell'ordinato 
 sviluppo di una comunità con le sue attività, di ogni tipo.
 Di fronte all'ipotesi di questo grande riassetto urbano, il 
 maggiore dal tempo remoto della scelta del podestà Gennella - allora vituperato 
 per aver voluto e Palazzo Muzio e il Preventorio! - di costruire 
 il Palazzo del Governo e di risistemare conseguentemente il 
 centro di Sondrio.
 Erano pochi quelli per cui l'ipotesi 
 "Palazzo di Giustizia e tutto il resto", era concretamente un futuribile 
 ("futuro possibile"). ma già una parte di questi lo riteneva un 
 futuro "impropossibile", neologismo che traduce "il possibile sì 
 ma improbabile", pensando alle difficoltà oggettive.
 Era un paradosso 
 (x) 
 anche quello, ovviamente, come altri di quel periodo.
 Si dà il caso che sia diventato, e in poco tempo, realtà.
 
 Cambiando 
 l'ordine dei fattori...  
 Per la matematica cambiando l'ordine dei fattori il prodotto non 
 cambia. Qui cambia.
 Se é vero che un'eventuale nuova sede della Prefettura non può 
 essere che dove abbiamo indicato (Palazzo Lambertenghi-Palazzo 
 degli Uffici finanziari come illustrato nella nota che segue) 
 non é vero l'inverso.
 Non é indispensabile cioé che sia la Prefettura ad insediarsi. 
 Il riassetto di palazzi e zona può essere fatto anche con altre 
 finalità e altre destinazioni.
 Ma vediamo come lo abbiamo illustrato:
Il nostro paradosso
 
 (x)
Il nostro paradosso 
 
 (x) 
ovvero la nota pubblicata il 4 novembre su 
 "Il Giorno". Iil presente testo é quello integrale:
 "Notizia choc: la Giunta Provinciale ha deliberato lo 
 sfratto della Prefettura - tecnicamente, disdetta - dalla sede 
 attualmente occupata. Non essendo note le ragioni di una così singolare 
 decisione non entreremo nel merito supponendo che esse abbiano 
 validi argomenti a supporto, visto che sopra gli ingressi dello 
 stupendo 
 Palazzo Muzio da una parte c'è scritto Provincia, ma dall'altra 
 Palazzo del Governo (domani della Regione autonoma???).
 Nella logica dello sfratto - per legge 
 compete al Comune provvedere al "domicilio di soccorso" degli 
 sfrattati... - si pone quindi il problema di dove potrà trovare asilo 
 la Prefettura. Se la parte amministrativa é competenza della 
 Provincia la localizzazione è affare del Ministero 
 dell'Interno, ma anche del Comune di Sondrio per l'indotto urbanistico.
 Sede nuova e prestigiosa potrebbe trovarsi nell'area Carini, ma 
 ostano robusti argomenti: da un lato, non si è mai vista una 
 Prefettura confinata in periferia, dall'altro lo scivolamento 
 verso il basso di quel 
 baricentro delle funzioni - per 10 anni la sua irremovibilità é 
 stata la mia linea da Sindaco - che incentiverebbe il degrado a 
 monte, centro storico soprattutto.
 Nel centro ben poche scelte, anzi una 
 sola degna di una Prefettura: Palazzo Lambertenghi. Naturalmente 
 da ristrutturare essendo a spina semplice e scarsamente 
 funzionale, in connessione però con il Palazzo degli 
 Uffici Finanziari con soluzioni d'avanguardia per collegamento aereo sopra quel giardino all'italiana che il 
 vincitore del Concorso per il centro, prof. Crotti, aveva delineato. 
 Completamento con l'anello sotterraneo Via Alessi - Via Caimi, 
 che allora avrebbe dovuto far parte integrante dei tre piani, 
 due di box e uno di parcheggio pubblico, sotto Piazza 
 Garibaldi.
 Chissà che questa singolare "disdetta" non sia un tonico per 
 riproporre il problema di quello che manca a Sondrio: un centro 
 degno del capoluogo di una provincia turistica. Quanto ai tempi, 
 la disdetta potrebbe benissimo attendere i tre anni necessari, 
 fra predisposizione ed intervento, 
 per la nuova sede. E ci starebbe la soluzione per il Teatro ex 
 Pedretti, oggi di nuovo "Sociale". 
 Due tipi di paradossi 
 (x) 
  (e un terzo)
Non ci sfugge che i paradossi 
 
 (x) possono essere di due tipi: 
 quelli dove la comune opinione viene superata dagli eventi, 
 soprattutto da una robusta cultura del fare con una 
 strategia credibile in grado anche di cambiare le opinioni, e 
 quelli dove la comune opinione si abbarbica alla seconda legge 
 della futurica di Isaac Asimov ("La resistenza al cambiamento") 
 e la spunta.
 Ci piacerebbe che in quella delibera della Giunta provinciale ci 
 fosse lo spirito del paradosso
 
 (x), con quale delle due ipotesi, 
 vincere o perdere la partita, non é dato di sapere..
 Se siamo invece nel terzo caso, della sola "ordinaria 
 amministrazione" non c'é che da prenderne atto. Comunque 
 positivamente per il solo fatto di averci suggerito questo 
 scritto, probabilmente definito paradossale, ma da forse da 
 qualcuno, abituato a guardare avanti, magari no.
Alberto Frizziero
 
 DALLO 
 ZINGARELLI:
 (x)
 Paradosso = asserzione fuori della comune opinione.
 Si deve però 
 ai paradossi se il mondo é andato avanti e, chissà in quale 
 domani, se il mondo farà una salto di qualità, grazie al 
 "paradosso dei gemelli" di Albert Einstein, quello della 
 variabilità del tempo, tanto paradosso da avere avuto, anche 
 recentemente, conferme sperimentali.
 GdS 8 XI 03  
www.gazzettadisondrio.it
