Il 18esimo Convegno Anioc a Castello Dell’Acqua

L’Eden abita qui in Valtellina. E in un canto c’è Castello dell’Acqua. Tra case sparute di sasso e di malta disseminate lungo l’erta della riva in ombra dell’Adda, tra vermicolanti ruscelli che si aprono la via serpeggiando sinuosi tra campanule e muschi sprillanti sui tronchi d’antico rovere, lungo muti sentieri di ciottoli levigati dove il cardo ha già schiuso il frutto maturo dei boschi. Là dove i bambini sorridono indicando la strada maestra e dove il “buon giorno” è l’auspicio sincero del cuore. Nello splendore degli stucchi e le volte della sacra dimora votata all’Arcangelo Michele, tra tesori preziosi dell’“Arciconfraternita dei Fornari”, degli emigranti nella terra dell’Urbe, come racconta il noto storico Tony Corti, e il grand’organo a canne vetusto di secoli andati, in disarmo, come un mesto arnese dismesso in un canto, dopo viaggi e viaggi per valle armeggiando con cura per diffondere l’armonia del creato.  Un tuffo nel passato tra antiche fucine dagli ampi mantici per la forgia, il maglio e il trapano a colonna, azionati dal corso del torrente Aigual, e il regno fatato di un perfetto mulino dove Rosa Dusci, Guido Baletti e Rinaldo Antoniazzi, mugnai inveterati, macinano ancora farina di castagne secondo l’uso d’un tempo, essiccate sulle “grat” e poi condotte alla “pila” tra i “pison” sulla “sciuca”, un tempo regno incontrastato dell’orzo, e quella rediviva del grano saraceno. Non a caso, proprio nei giorni scorsi Canale 5 ha portato “Mela Verde” alla riscoperta dell’antico borgo con grande soddisfazione del sindaco Andrea Pellerano, alfiere del recupero di antiche testimonianze della storia locale.  E’ qui, sul dosso della vecchia torre nomata ai “De Aqua”, aristocratici “acquattrinati” d’allora, che si è celebrata il 18° convegno annuale dell’Anioc sondriese, l’associazione degli insigniti onorificenze cavalleresche, proprio al sorgere del suo 65° genetliaco nazionale. Dopo la Santa Messa officiata dall’arciprete di Teglio don Flavio Crosta, alla presenza anche del questore Girolamo Fabiano, l’azione si è spostata al ristorante “Moretti” di Castello Dell’Acqua, immerso nel verde di una dolce conca. Grande maestro di cerimonie l’intraprendente presidente Elvira Valenti che ha raccolto con gioia ed entusiasmo il ponderoso testimone lasciatole dal compianto Adelino Tralli alla cui ombra è cresciuto il sodalizio sondriese. “L’Anioc vuole unire in una sola grande famiglia i decorati di ogni ordine cavalleresco il cui compito è quello d’inculcare soprattutto nei giovani la passione e l’entusiasmo per i valori di onestà, di pace, giustizia e di progresso morale ed economico che hanno sempre caratterizzato i suoi membri”, ha detto il tetragono dei veri valori Anioc, “determinanti in un Paese dominato da gravi problemi, in un clima spesso avvelenato e destabilizzante,  e che insegnano a vivere la solidarietà tenendo viva la speranza della pace”.  Prima della cerimonia di benemerenza al Cavalier Ufficiale Mauro Ruttico è salito in cattedra lo storico chiavennasco Guido Scaramellini per una illuminata chiosa sulle origini sulla toponomastica di Castello dell’Acqua. “Dobbiamo essere fieri e orgogliosi di appartenere a una grande associazione sempre al servizio del bene comune e della nostra nazione”, è stato l’augurio inviato dal conte Maurizio Monzani, segretario generale Anioc. Su tutto, l’augusta assenza del Grande Ufficiale Giovanni Piazza, impegnato in Germania, che non ha voluto far mancare il suo deferente messaggio d’augurio a tutti gli insigniti.

 

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