Giorno di battesimi: 1. Provincia e Presidente Della Bitta
29 settembre, il giorno di battesimi. Il più importante, indubbiamente, quello della “nuova” Provincia, quella che deve svolgere la funzione di traghetto tra la Provincia 'storica', istituzionalmente consolidata, costituzionalmente definita, e un non meglio precisato “Ente di area vasta”. Un soggetto uscito da una sorta di cappello da prestigiatore quando i soloni romani, al cui confronto i dilettanti allo sbaraglio sono dei geni, si sono accorti della loro bufala. Fase 1: le Province, secondo loro, avevano niente o quasi da fare. Fase 2: quelle poche cose che avevano da fare, semplice, bastava passarle a Comuni e Regioni. Fase 3: il riferimento era alle 'aree metropolitane'. Per qualcuno Milano o Napoli erano lo stesso che Pedesina e Menarola quanto a ricezione di deleghe.. Fase 4: qualcuno, sorpresa!, ha scoperto che oltre a compiti diciamo amministrativi c'è anche un territorio da governare. E allora? Soluzione da Premio 'IGNobel', ecco il parto: l'Ente di area vasta. Per la verità, avendo potestà statutaria sosteniamo che si debba, noi, chiamare “Provincia” con una 'vastità' che vada da Montespluga a Livigno.
Il battesimo dell'Ente ha coinciso con il battesimo del suo Presidente, Luca Della Bitta al quale il Presidente uscente, ultimo di quelli che hanno guidato la Provincia, Massimo Sertori, ha consegnato la fascia blu e con la fascia blu un 'Ente di Governo'. Ente sano, efficiente, riferimento istituzionale, culturale, politico per quella che Alberto Quadrio Curzio ha definito vera e propria Regione Alpina, per la gente di Valtellina e Valchiavenna.
Il buon giorno si vede dal mattino, anche con le tegole in testa. Ha provveduto il dr. Cinquini, esempio di funzionario pubblico per capacità ed esperienza, 'mago' delle cifre di bilancio e di contabilità, a richiamare subito l'attenzione su quel milione che manca. Non per colpa di chi c'era, che anzi lascia soldi che però non si possono usare per via dell'ormai famoso patto di stabilità, ma per effetto dei tagli fatti alle risorse per le Province in quel di Roma. Qualche bel tomo infatti non aveva ancora scoperto che nelle loro sedi, a Sondrio come a Salerno, a Pordenone come a Siena, a Venezia come a Lodi non si facevano solo girare i pollici prima in senso orario e poi in senso antiorario per far passare il tempo ma ci si occupava di territorio, di ambiente, di scuole, di strade, di trasporti, di cultura eccetera eccetera.
Un milione. E' solo un aperitivo, di carattere gestionale. Il grosso deve venire invece con l'assetto istituzionale, con le deleghe già chieste da Sertori con regolare delibera alla Regione sulla base dello status, noi e Belluno, di Province interamente montane e confinanti. E non solo questo. Se infatti va avanti, come da programmi, la revisione costituzionale, le Province scompariranno. E allora il trattamento particolare per Sondrio e Belluno che fine farà? Non certo serve quel comma aggiunto nell'articolo finale del disegno di legge costituzionale, il nulla, mera espressione teorica, destinata a scivolare via subito in prima lettura alla Camera.
La partenza non è male, sia per consensi che per clima. L'abbraccio, al suo arrivo a Palazzo Muzio a scrutinio da poco terminato – in corso quello per il Consiglio Provinciale – con Franco Spada, fra due Sindaci della terza e quarta città della provincia, l'uno della vallata maggiore, l'altro dell'altra grande Valle per cui là vale il femminile per il fiume Mera, non è solo un dato di cronaca. Ci sono le dichiarazioni, c'è alle spalle una campagna elettorale correttissima, c'è larghissimo consenso sul documento con il quale Sertori ha ufficializzato le richieste di deleghe alla Regione. C'è la consapevolezza che siamo a un momento importante per il futuro dei nostri figli. Non c'è spazio per contese da politichetta quotidiana. C'è spazio per le idee, per un triunvirato del futuro: oggi come non mai occorrono capacità di proposta, di iniziativa, di efficienza.
Primo battesimo con altri due, beneauguranti. 1. Il nuovissimo treno, primo dei 6 che entro San Silvestro – oltre ai sei rinnovati, di cui 5 già entrati in servizio -, rivoluzioneranno la flotta delle linee valtellinesi, quelle del primato mondiale. 2. E, sempre sui binari, un esempio di turismo ad altissima qualità, con una idea, particolarmente a noi nota, rimasta tanto tempo in incubazione e finalmente approdata a significativa soluzione.
In bocca al lupo, Presidente Della Bitta, e così a Spada e agli altri nove consiglieri non dimenticando che poi saranno chiamati anche tutti i Sindaci a far marciare sul binario giusto il trenob della speranza istituzionale.
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