Referendum del 12 – 13 giugno. Si voti quello che si vuole, oppure non si vada a votare. Facciamo chiarezza su alcuni punti
Referendum strumento
democratico
Il referendum è per sua natura strumento democratico previsto
dalla Costituzione, concepito come ricorso al popolo solo per
“abrogare” leggi o parti di leggi votate dal Parlamento. Quello
del 12 e 13 giugno investe una sfera complessa di sentimenti e
di interessi con una pluralità di opinioni che i dibattiti in TV
e sulla stampa stanno con eloquenza indicando anche se spesso
anziché chiarire aumentano i dubbi della gente.
Alcuni punti:
1) Esperti in disaccordo. E dovremmo pensarci noi? Gli esperti
interpellati da TV e giornali dimostrano inequivocabilmente che
anche sotto il profilo scientifico vi sono filoni diversi e
correnti di pensiero diverse. Allora quello che non riescono a
dipanare gli specialisti dovrebbe essere in grado di farlo il
cittadino della strada? Dovrebbe farlo ciascuno di noi? Lo
faccia il Parlamento che ha tempi, modi, strumenti, possibilità
di apprendimento con gli esperti. Lo faccia e porti quei
miglioramenti alla legge che evitino però il ritorno al Far West
di prima di questa legge.
2) Genetica un conto. Etica un altro. Vediamo riportate a iosa
in questi giorni citazioni di personaggi illustri della scienza.
Risulta al riguardo indispensabile richiamare un concetto
semplicissimo, che vale sia per gli uni che per gli altri: i proff. Xxx o yyy, interpellati, sono sì esperti DI GENETICA ma
non DI ETICA. A scanso di equivoci da ricordare che l’argomento
usato per il SI, quello della possibilità di curare talune gravi
malattie, è ancora da scoprire, mentre vi sono alternative di
ben altra efficacia che usano le staminali senza bisogno di
embrioni, anzi senza bisogno di sopprimere embrioni…
Giusto dare il dovuto ascolto quando illustrano le particolarità
della genetica, materia nella quale sono maestri. Quando però
escono dal loro campo per fare le loro valutazioni interessanti
l’etica, altra materia, la loro opinione vale esattamente quella
di altri comuni cittadini. Talora anche meno.
3) "Diritti” e valori a confronto. Confliggono comunque due
posizioni: da un lato l’ultima versione dei DIRITTI CIVILI (i
diritti della scienza, i diritti delle coppie ecc., tutti,
tranne quelli dell’embrione, per il quale si veda il punto
successivo) e dall’altro i VALORI.
In un mondo sempre più invocante veri o presunti diritti, sempre
meno attento ai doveri, sempre più attento all’edonismo, sempre
meno attento ai valori si va a dirimere questo conflitto con il
più inadeguato degli strumenti.
Seppure inadeguato il referendum è comunque un diritto
costituzionale (questo sì, e ben diversamente da tanti altri
“diritti civili”…) e quindi ha da essere svolto attendendo il
responso delle urne. Ogni cittadino ha il diritto di votare e
scegliere il SI, di votare e scegliere il NO, di votare e
scegliere di depositare scheda bianca. Ha anche pienamente
diritto, se vuole di astenersi dal voto non presentandosi ai
seggi, implicito invito al Parlamento che sia lui ad occuparsi
di questi problemi.
4) “I diritti dell’embrione”. Sono rimasti scoperti dunque,
secondo i fautori del SI, i diritti dell’embrione. Secondo
quanto sostenuto da un notevole personaggio del SI, Emma Bonino,
questi diritti non esisterebbero (!) in quanto “l’embrione non è
un individuo”,.
Persino il cittadino della strada, e chiunque di noi, è in grado
di pensare a quei 23 cromosomi che arrivano dal padre e quei 23
che arrivano dalla madre. Da quando si fondono insieme non
succede più nient’altro, salvo la crescita fisiologica.. Se
longilineo o brevilineo infatti è già deciso, se gli occhi verdi
o azzurri è già deciso, se maschio o femmina è già deciso, se ci
sono malformazioni, ahimé, è già deciso. Eccetera, eccetera,
eccetera.
Il terzo millennio è cominciato con un annuncio clamoroso: é’
stato “mappato” il genoma umano. Gli esami del DNA sono
diventati di routine. Ebbene quell'elica di Dna, scoperta solo
52 anni fa dal Nobel James Watson ora decodificata è composta
appunto da 23 cromosomi, in doppia copia, sulle quali si trovano
complessivamente 35-40.000 geni, formati da 3,12 miliardi di
coppie di basi, o coppie di aminoacidi ad abbinamento fisso:
adenina-timina e citosina-guanina.
Ogni gene contiene una o più istruzioni per far funzionare la
macchina dell'organismo. 'Dopo tre miliardi di anni - secondo
Waterston - abbiamo davanti a noi il manuale di istruzioni che
porta ciascuno di noi da un ovulo fecondato all'età adulta e poi
alla morte.
L’individuo è dentro lì. C’è tutto quello che conta.
Sopprimere quel pugno di informi cellule, sia pure per scopi
scientifici, è sopprimere un individuo. Non ancora nato ma
individuo, a tutti gli effetti
Quando e come il passaggio “da embrione a individuo”? Quanto del
resto sia peregrina questa stramba idea di embrione come
“non-individuo”, lo dimostra una semplice domanda da farsi alla
Bonino e a chi la pensa come lei: ma allora quando l’embrione
diventerebbe “individuo”? Ciascuno valuti se pare logico che
l’embrione sia un pugno di informi cellule sino, ipotesi, a due
mesi, 12 giorni e 6 ore e invece, di colpo, diventi individuo a
due mesi, 12 giorni, sei ore e un minuto secondo? Prima grumo di
cellule senza “diritti” e quindi da utilizzare come un’aspirina
e un secondo dopo per chissà quale improvviso evento
trasformazione in individuo con tutti i “diritti”?
All’inizio la ragione di saggia opportunità per il non andare a
votare.
Ora anche la ragione etica per il non andare a votare.
Detto questo ciascuno si regoli come meglio crede. Però pensi a
quanto qui scritto.
CCCVa
GdS 20 V 2005 -
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