TRE PROPOSTE DEL COMITATO CITTADINI CONSUMATORI VALTELLINA ALLA REGIONE LOMBARDIA PER LE ACQUE MINERALI: VANTAGGI ANCHE PER LE ZONE DI PRODUZIONE!
A seguito del Convegno sulle acque minerali organizzato,
nell'ambito di Alpimaster, a Morbegno il 31.10, il Comitato
Cittadini Consumatori Valtellina ha immediatamente formalizzato
le tre proposte illustrate in sede di convegno, inviando
all'assessore competente Zanello, e per conoscenza al Presidente
e altri settori interessati della Regione Lombardia, così come
da nota che segue:
E. dr. Zanello
A nome e per conto del Comitato Cittadini Consumatori Valtellina
formalizzo le proposte avanzate ieri, 31 ottobre, durante il
Convegno sulle acque minerali tenutosi a Morbegno, tenendo conto
di quanto da Lei dichiarato nel corso della sua puntuale ed
esaustiva relazione.
Tre i punti: tipicità delle acque, diritti di concessione,
soluzione sostitutiva.
Tipicità delle acque
Sono circa 300 le acque minerali italiane commercializzate, in
incremento per il, positivo, aumento di aziende di
imbottigliamento nel sud d’Italia, anche se due terzi del
mercato sono appannaggio di otto grandi aziende, con rilevante
presenza di capitali stranieri.
C’è di tutto. Dalle acque della provincia di Sondrio che
sgorgano a quote al limite della vegetazione e delle nevi
(effetto serra permettendo) eterne ad acqua che viene dal
sottosuolo di un Comune a sedici metri sul livello del mare.
Non è la stessa cosa, quand’anche la composizione chimica fosse
la stessa e simili le caratteristiche organolettiche, perché
anche in questo caso psicologicamente e commercialmente l’acqua
di montagna avrebbe inevitabilmente un valore aggiunto.
La prima proposta del CCC Va è pertanto quella di un marchio
“Acqua delle Alpi” da apporre sui contenitori delle acque le cui
fonti sono nell’arco alpino. Se le altre Regioni interessate non
concordassero, una subordinata: il marchio dovrebbe allungarsi,
con inalterata efficacia: “Acqua delle Alpi Lombarde”.
Diritti di concessione
La sentenza n. 65 – 16.3.2001 della Corte Costituzionale,
pubblicata sulla G.U. del 21.3.2001 ha riconosciuto la
legittimità costituzionale della L.R. 29.4.1980, n. 40, art. 22,
come modificato dall’art. 4, comma 21, lettera c), della L.R.
27.1.1998, n. 1, relativa ad Acque minerali e termali.
I principi di cui alla sentenza stessa sono il via libera al
superamento di quanto stabilito da una legislazione arcaica che
stabiliva i diritti di concessioni dovuti dal concessionario al
criterio superficiario con esito risibile, visto che il gettito
lombardo annuale si aggira sui 270 milioni, quello pugliese sul
milione, con un totale nazionale assai meno di un miliardo a
fronte di un fatturato del settore intorno ai 6000 miliardi.
Bene fa la Regione Lombardia a prevedere un diritto
quantitativo, delle due/tre lire per litro citate,
auspicabilmente, come da noi chiesto, di 5 lire/litro, comunque
da suddividersi tra Regione e zona interessata, quella di
produzione dell’acqua..
Ha fondamento tuttavia l’argomentazione dei produttori che
questo rappresenterebbe una penalizzazione ove non tutte le
Regioni si allineassero, costituendo il diritto concessorio
quantitativo una perdita di concorrenzialità rispetto a
produttori di Regioni che non intendessero seguire questa via.
Cattivi esempi precedenti – valga quello del bollo auto – da
parte delle Regioni a Statuto Speciale che possono rinunciare ad
ulteriori gettiti in virtù di veri e propri privilegi per quanto
riguarda i flussi finanziari da parte dello Stato, non sono un
bel viatico anche per la questione in oggetto.
La seconda proposta del CCC Va è quella di un diritto di 5
£/litro, con la suddivisione Regione, Provincia, Comune, alla
condizione che su questa scelta si allineino se non tutte le
Regioni, almeno quelle settentrionali.
Soluzione sostitutiva (conciliativa)
Ove ed in quanto non intervenisse un’intesa fra le Regioni,
accogliendo le giuste argomentazioni dei produttori lombardi che
si troverebbero sfavoriti sul piano concorrenziale
dall’introduzione di un’onere aggiuntivo per il nuovo diritto
concessorio non generalizzato, o in ogni caso intervenissero
difficoltà, si suggerisce una soluzione sostitutiva
(conciliativa).
La terza proposta del CCC Va, certamente d’interesse anche di
altri settori, turistico in primis, è quella di sostituire, o
d’intesa o anche normativamente – in tal caso come facoltà – al
diritto concessorio quantitativo di £. 5/litro, l’esposizione
sul retro del contenitore di una etichetta pubblicitaria, per un
terzo di carattere regionale e per due terzi relativa alla zona
interessata, eventualmente anche con fornitura gratuita ai
produttori delle etichette stesse..
Risulta evidente il vantaggio, appunto per le zone interessate
che oggi forniscono gratuitamente, unico settore produttivo con
la materia prima a costo pressoché zero, ed anche il vantaggio
per i produttori sui quali non grava l’onere del diritto
aggiuntivo e che si avvalgono, se viene accolta la precedente
proposta, del valore aggiunto che il marchio può dare.
,
Comitato Cittadini Consumatori Valtellina
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