L'Unione Industriali vuole il termovalorizzatore. Il CCCVa vuole la soluzione, quale sia, che fa pagare meno i cittadini
La presa di posizione dell'Unione Industriali - Silla 2 -
L'impianto valtellinese - La localizzazione - Se il costo é
alto... - Energia elettrica: costi uguali. No a
costi superiori per i rifiuti.
LA PRESA
DI POSIZIONE DELL’UNIONE INDUSTRIALI
L’Unione Industriali ha emesso una nota nella quale torna, ma
questa volta ufficialmente, a ribadire nettamente che i nostri
rifiuti devono essere bruciati in provincia.
L’impianto, si dice, evita la dipendenza da scelte esterne alla
realtà locale e maggiori oneri per la collettività dato che
risulta essere economicamente conveniente se realizzato assieme
alla cogenerazione di calore.
Il Comitato Cittadini Consumatori Valtellina, con questa nota a
larghissima diffusione, precisa di non avere pregiudiziali al
riguardo dato che ai “cittadini consumatori” non interessa come
avviene lo smaltimento – salvo quelli della zona ipotizzata per
la costruzione – bensì quale sarà il costo. E’ stato
autorevolmente detto che dovrebbe aggirarsi intorno alle 170
£/kg.
Fosse realmente così, ma con le garanzie del caso sotto forma di
adeguata fideiussione, si proceda con la massima celerità, anche
se a Saleggio il costo era di 115 (125 meno 10) £/kg, sia pure
con 30 £ di ecotassa. L’indennizzo al Comune c’era ma lo si
pagherà anche dopo.
Sarà così?
Lo si chiarisca.
SILLA 2
L’impianto di preselezione e termovalorizzazione Silla 2, nei
pressi di Milano, a Pero, dove nei prossimi giorni si recheranno
gli amministratori locali della nostra provincia, ha una
potenzialità di (RSU in ingresso) 500.000 tonnellate/anno di cui
termovalorizzabili 400.000.
Può produrre 340 milioni di chilowattora/anno con una energia
termica utilizzabile per teleriscaldamento pari a 150 milioni di
chilowattora/anno.
In altri termini a un kg di rifiuti corrisponde circa un kWh cui
corrisponde un “certificato verde” e quindi circa (dipende dal
mercato) 140/150 £. per otto anni.
L’ammortamento deve essere dunque di otto anni.
L’IMPIANTO VALTELLINESE
Per l’impianto valtellinese é stato previsto un costo di circa
100 miliardi, con un’incidenza di circa 300 lire al kg di
rifiuto, considerata l’attuale percentuale di raccolta
differenziata e il suo incremento (sollecitato da tutti sia per
ragioni di minor costo sia per un contributo alle future
generazioni dato che un minor spreco oggi lascia più risorse per
loro domani).
A queste 300 lire vanno aggiunti gli oneri finanziari, i costi
di esercizio e quant’altro.
Tolti i ricavi ne viene il futuro costo per i Comuni e quindi
per il cittadino.
L’Unione Industriali asserisce che l’impianto “risulta essere
economicamente conveniente”.
Si suppone che i dati economico-finanziari sopra riportati siano
stati accuratamente analizzati per arrivare a questa categorica
affermazione.
Si chiede pertanto che vengano resi noti, avendo naturalmente a
riferimento, per stabilire “la convenienza” le 170 £/kg di cui
si è parlato.
Confronteremo con le nostre analisi, fatte a solo uso interno e
di documentazione, su tutti gli impianti lombardi.
Se è così si proceda, anzi si deve procedere senza indugio.
L’Unione Industriali anzi, visto il suo deciso intervento, con
le possibilità che ha in quanto in Confindustria, sarebbe bene
addirittura che si facesse carico, in collaborazione con la
Provincia e SECAM, di trovare società del settore disponibili, a
questa tariffa, a realizzare e gestire un impianto da 50.000
tonnellate/anno lorde (con previsione di costi anche dal nono
anno, a certificati verdi, ma anche ammortamento, estinti).
Sarebbe il miglior modo per passare da generiche proposizioni
teoriche al concreto offrendo un contributo importante alla
soluzione di un problema che avrebbe potuto andare in porto tre
o quattro anni fa ma che comunque, senza piangere sul latte
versato, esige oggi una sollecita soluzione.
LA LOCALIZZAZIONE
L’Unione Industriali interviene anche in merito alla
localizzazione ritenendo determinante che l’impianto “venga
realizzato nelle vicinanze di aree di alta densità residenziale,
possibilmente a sviluppo verticale, o di insediamenti produttivi
che possano convenientemente utilizzare il calore prodotto”.
Le aree “ad alta densità” sono solo due: la conurbazione
Talamona-Morbegno-Regoledo e Sondrio. Quella “a sviluppo
verticale” solo Sondrio.
A giudizio non solo del CCCVa non esiste la minima possibilità
di queste due localizzazioni a meno di imposizioni con forte
scontro sociale. Aggiungasi che il calore viene prodotto tutto
l’anno ma le residenze lo utilizzano per riscaldare gli ambienti
solo nella stagione fredda e che sta arrivando il metano.
Resta quindi l’aspetto degli insediamenti produttivi.
L’Unione Industriali è forse l’unico soggetto in grado di
fornire non affermazioni generiche ma concrete e quindi in tempo
brevissimo l’elenco di quali aziende sarebbero disposte ad
acquistare la quantità di energia termica prodotta
dall’impianto.
Per la produzione di energia elettrica un posto vale l’altro.
Per l’energia termica questo è un elemento decisivo per la
localizzazione.
SE IL
COSTO È ALTO…
Il Comitato Cittadini Consumatori Valtellina, si ribadisce, non
ha pregiudiziali sulle scelte e si rimette a quelle di chi ne ha
competenza, avendo a solo riferimento il problema-costi, e
auspicando comunque discussioni e confronti su questo tema in
serenità e basati solo sui contenuti.
Nell’esclusivo interesse della nostra gente e dei nostri 78
Comuni rappresenta tuttavia che ove, finalmente analizzato
pubblicamente il punto centrale, quello dei costi, emergessero
costi revisionali oltre le circa 170 £/kg, il problema dovrebbe
essere riconsiderato.
ENERGIA ELETTRICA: COSTI UGUALI.
NO A COSTI SUPERIORI PER I RIFIUTI
L’energia elettrica, prima della nazionalizzazione era pagata in
provincia molto meno essendo la nostra zona di grande produzione
(soltanto poco più di un decimo della quale consumato in
provincia) ma oggi ha costo uguale per tutti: a Sondrio dove la
si produce e a Milano dove la si consuma. A Sondrio si paga
perfino (!) il sovrapprezzo termico per i costi del petrolio
usato nelle centrali termiche nonostante che da noi il contenuto
energetico per la produzione in centrale sia fornito solo da
madre natura.
Non sarebbe accettabile un costo per lo smaltimento dei rifiuti,
parte consistente prodotti da non residenti, superiore a quello
di Brescia, di Lecco ecc., tanto più che in questo caso
l’alternativa non mancherebbe.
Concreta, come il Comitato Cittadini Consumatori Valtellina ha
analizzato.
Comitato Cittadini Consumatori
Valtellina
GdS 28 X 03 -
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