Nota del CCCVa al CSM, al Ministro, ai Presidenti delle Commissioni Parlamentari sul "caso Ambra"



Il Comitato Cittadini Consumatori
Valtellina di Sondrio il 20 gennaio scorso ha inviato al
Consiglio Superiore della Magistratura, al Ministro di Grazia e
Giustizia e ai Presidenti delle Commissioni Giustizia di Senato
e Camera la seguente nota:

"Tutta Italia, e la nostra provincia in particolare, si è
indignata per l’uscita dal carcere di “Ambra”, l’assassina della
suora di Chiavenna per l’avvenuta scadenza dei termini di
carcerazione preventiva non avendo provveduto nel frattempo la
Corte di Cassazione ad esaminare il ricorso prodotto dai legali
della stessa.

L’indignazione, giustificatissima, non basta.

La coincidenza di questo deprecabile evento con l’inaugurazione
dell’Anno Giudiziario, in occasione del quale c’é stata diffusa
esibizione da parte dei Magistrati della Costituzione della
Repubblica Italiana, induce proprio a rifarsi alla Legge
fondamentale dello Stato.

L'art. 3 sancisce l'uguaglianza di tutti i cittadini davanti
alla legge.

Se qualcuno sbaglia, dolosamente, colposamente, per omissioni,
deve essere sottoposto a giudizio per valutare se nel suo
comportamento vi siano state ragioni di sanzione. Questa è
regola che vale anche per i magistrati e d'altronde, all'art.
105 ciò é esplicitamente previsto.

Compete al Consiglio Superiore della Magistratura farlo ed è
inoltre facoltà del Ministro della Giustizia, in base al secondo
comma dell’art. 107, promuovere l’azione disciplinare ove
naturalmente se ne ravvisino i motivi.

Nessun giudizio sommario per quanto è successo, ma attesa di
interventi, INDISPENSABILI, di chi di dovere per appurarne le
ragioni. Se questi interventi – ragioniamo per assurdo – non
dovessero esserci sarebbe gravissimo.

In secondo luogo la questione è fatto interno alla Magistratura
solo per gli aspetti procedurali.

In base all’art. 101 “La giustizia è amministrata in nome del
popolo”.

I cittadini hanno conseguentemente il diritto di sapere perché
quello che è successo, - non una novità peraltro -, sia
successo.

Hanno il diritto di sapere se ci sono “responsabilità personali”
– art. 27, primo comma -, o dolose, o colpose, oppure se queste
non esistano. Anche in questo caso però hanno il diritto di
essere informati, ed anche di sapere cosa si sia fatto o si
intenda fare per evitare in futuro il ripetersi di eventi tanto
dannosi innanzitutto eticamente e poi per il prestigio della
Magistratura, per la tutela dello Stato di diritto, per non
ingenerare nei cittadini ulteriore sfiducia nelle Istituzioni..

Osiamo sperare che a questa nota, che in realtà riflette
un’esigenza diffusa in gran parte degli italiani, venga data
risposta".

Comitato Cittadini Consumatori
Valtellina



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CCCVA