Cristina Galbusera: “L’industria arranca e la politica sonnecchia”
30 gennaio 2014 – “Il 2014 è iniziato allo stesso modo in cui era finito il 2013: tasse troppo elevate, burocrazia asfissiante, consumi interni in calo, investimenti fermi, liquidità
a singhiozzo. Purtroppo il quadro economico rimane critico e la politica, invece di agire, tira a campare”. Lo sfogo di Cristina Galbusera, Presidente di Confindustria Sondrio, mette a nudo le difficoltà di un Paese provato dalla crisi, privo di energie per ripartire dopo anni di austerity che hanno inferto un colpo micidiale alla vitalità del mercato interno. Anni in cui l’Italia ha perso oltre 9 punti di PIL, che non saranno recuperati prima del 2020, e quasi un quarto della produzione industriale, mentre la disoccupazione è balzata ben oltre il 12%.
“Non è possibile rimanere inerti di fronte ad un declino di queste proporzioni, ci vuole un colpo di reni che aiuti il Paese a risollevarsi. In queste condizioni non possiamo accettare una politica insonnolita che cerca soprattutto di non farsi del male per salvare la faccia durante il semestre di presidenza dell’Unione Europea. La stabilità è un valore, ma non può essere fine a se stessa. Servirebbero interventi forti per rilanciare la nostra economia, ma la legge di stabilità ci ha profondamente delusi” – prosegue Galbusera.Anche la provincia di Sondrio non è estranea a questi fenomeni depressivi. Produzione calante e disoccupazione in aumento hanno caratterizzato anche il nostro territorio, andandosi ad aggiungere ai limiti strutturali delle aree di montagna come la nostra. Abbiamo buoni anticorpi - dalla bassa conflittualità sociale al sistema creditizio locale - che ci aiutano a combattere la crisi, ma non sono sufficienti per ridare vigore all’attività economica. Il Governo dovrebbe prendere i problemi di petto ed assumere decisioni forti, a partire da un deciso taglio del cuneo fiscale, nella misura di almeno 10 miliardi di Euro. Invece si procede a piccoli passi, come se tutto andasse bene, così nel 2014 dovremo accontentarci di una crescita da prefisso telefonico. E come se non bastasse, tasse e sanzioni continuano ad aumentare.
Due esempi concreti arrivano da provvedimenti assunti a fine 2013, pochi giorni prima di Natale. L’Agenzia delle Entrate ha disposto che le aliquote di ammortamento degli impianti fotovoltaici siano parificate a quelle degli immobili con cui sono accatastati: si passa così dal 9% al 3%, una modifica del tutto scorrelata dalla vita utile del bene che ha come unico scopo quello di aumentare la base imponibile e raccogliere maggiori imposte. Il Ministero del Lavoro, invece, ha decuplicato le sanzioni per chi viola le disposizioni contrattuali in materia di durata media dell’orario di lavoro, riposi giornalieri e riposi settimanali, mettendo in difficoltà le imprese che hanno l’esigenza di inviare personale in trasferta per cantieri o commesse lontano dalla sede di lavoro abituale.
“A parole dicono di voler sostenere le imprese, ma i fatti raccontano tutta un’altra storia e noi ci sentiamo abbandonati. Se non aiutiamo le imprese, chi farà ripartire l’Italia? Le politica esca dal suo torpore, ci stiamo giocando il nostro futuro” – conclude Galbusera.