La Pietra Ollare della Valtellina (della 'Valtellina'???) in mostra sul digitale!

Il titolo giusto avrebbe dovuto essere, visti i contenuti, “La pietra ollare della Valchiavenna in mostra sul digitale”, e non è questione di campanile ma di sostanza

Il comunicato della Camera di Commercio che pubblichiamo ha un titolo sbagliato. Dato il testo andrebbe scritto “La pietra ollare della VALCHIAVENNA in mostra sul digitale” visto il cattivo servizio fatto alla Valmalenco e alle altre aziende non valchiavennasche, come vedremo avanti. 

Intanto il comunicato della Camera di Commercio:

“Martedì 21 gennaio è stato presentato a Roma il progetto "Made in Italy: eccellenze in digitale" realizzato dal Sistema Camerale in collaborazione con Google, attraverso il quale è stata avviata la prima "Piattaforma delle eccellenze del Made in Italy”: una piattaforma accessibile online a livello mondiale dove sono allestite delle vere e proprie “mostre” virtuali delle produzioni artigianali tipiche.

Sono 47 le esposizioni, distribuite su tutto il territorio nazionale, che rappresenteranno l’Italia delle eccellenze produttive, e una di questa è interamente Made in Valtellina: la Pietra Ollare.

La Pietra Ollare è certamente una delle produzioni locali di eccellenza dell’artigianato di Valtellina e Valchiavenna, caratterizzata da un forte legame con il territorio e le sue tradizioni.

Camera di Commercio, in collaborazione con Confartigianato Imprese Sondrio, è da tempo impegnata nella promozione e valorizzazione di questa tipicità locale: nel 2012 è stato infatti istituito il Marchio Collettivo Geografico (MCG) per la “Pietra Ollare di Valtellina e Valchiavenna”, riconoscimento che riveste la duplice natura di segno di identità e di distinguibilità.

Il Marchio Collettivo Geografico è un segno distintivo che mira a garantire la qualità e l’origine del prodotto, in conformità ad un apposito regolamento ed al disciplinare di produzione.

La licenza d'uso del MCG “Pietra ollare della Valtellina e Valchiavenna” è già stata richiesta da ben cinque imprese del nostro territorio, attive da anni nella realizzazione di manufatti in Pietra Ollare. Si tratta di: Floriana Palmieri (La pietra ollare - Sondrio), Gaggi Alberto (Gaggi Alberto & C. snc - Chiesa Valmalenco), Roberto Lucchinetti (Lavorazione Pietra Ollare di Lucchinetti Roberto - Piuro), Camilla Rapella (Impronte di Camilla Rapella - Morbegno) e Felice Pedrotti (Ital export Valmalenco - Chiesa Valmalenco).

Si tratta di aziende che grazie alle loro attività perpetuano la tradizionale lavorazione della Pietra Ollare che in Valtellina e Valchiavenna ha origini antichissime.

L’iniziativa intrapresa dal sistema camerale insieme a Google rappresenta una straordinaria opportunità per proiettare le eccellenze produttive della nostra provincia in una dimensione internazionale. - commenta il presidente Emanuele Bertolini - La disponibilità del marchio collettivo geografico, promosso dalla Camera di commercio, ci ha consentito di inserire la Pietra Ollare nel primo gruppo di eccellenze produttive selezionato a livello nazionale da Unioncamere. Tale risultato ci induce a proseguire con convinzione nelle azioni intraprese in questi anni nella direzione della certificazione delle nostre produzioni di eccellenza.

Da oggi tutto il mondo potrà conoscere quindi gli inimitabili “Lavec”, oltre agli altri prodotti realizzati sul nostro territorio con Pietra Ollare locale, e scoprirne la storia e le tradizioni attraverso la mostra-vetrina realizzata da Google e presente al link www.google.it/madeinitaly.

Commento

Chi andrà sul “Made in Italy” sarà indotto a pensare che la pietra ollare per la quale è stato appositamente istituito il Marchio Collettivo Geografico (MCG) sia solo 'lavecc' e basta. Non ci sono illustrazioni di altri manufatti che venivano fatti unitamente ai lavecc e d'uso caratteristico in cucina: stufini e foragn.

La lacuna più vistosa riguarda però l'uso moderno, artistico, della pietra che l'ha portata a livello mondiale nel 1988 alla Expo di Brisbane (30.4/30.10) quando lavori di Floriana Palmieri nei 1500 mq del padiglione ufficiale italiano rappresentarono, con una ventina di altri oggetti, l'artigianato del nostro Paese. Da allora la pietra ollare è stata sempre la bandiera di tutto l'artigianato valtellinese, di quello lombardo, di quello nazionale, in questo caso nelle varie Expo successive e in altre rassegne internazionali.

Tutto quello che si legge, in proposito (!), è invece:

“In questi ultimi decenni, la lavorazione tradizionale della pietra ollare si è orientata verso la produzione artigianale a carattere artistico, tanto che alcuni artigiani hanno cominciato a decorarla con disegni incisi a mano a scolpirla per ottenere oggetti ornamentali molto apprezzati”.

Nient'altro

Stop. Quattro righette in tutto dimenticando la funzione “di bandiera”, di “Made in Valtellina” che da molti anni è diventato “Made in Italy” senza dedicare un'immagine, e ce ne sarebbero!, di realizzazioni di questo o quell'artigiano o meglio ancora collettiva degli artigiani di questa pietra.

Evidenza

Alcuni passaggi, due foto di un artigiano chiavennasco – meritevole al pari però dei colleghi valtellinesi -, quella del fonte battesimale (sempre di Chiavenna), le caratteristiche del materiale dimenticando l'analisi dell'Accademico dei Lincei prof. Mottana, valtellinese, sono gli elementi che qualificano una realizzazione 'in chiave valchiavennasca' (x). E non é questione di campanile dato che l'essere nel Made in Italy è dovuto proprio al curriculum di questi ultimi decenni di una pietra ollare, grazie a quanto indicato,-  che più sommariamente di così non si poteva - nelle quattro righette di cui sopra, in giro per il mondo.

Aspetto negativo anche se si tratta, come pare di capire dalle sintesi tipo Facebook, del frutto di inesperienza di qualche giovane alle prime armi con il contesto giornalistico. Largo ai giovani sì ma, data l'importanza,  In fin dei conti bastava far capo all'Unione Artigiani per ottenere quel risultato che in parte notevole è venuto meno.

Che il nostro commento non sia poi fuori posto lo dimostra la frase stampata alla fine del testo: “In alcuni casi, l'esposizione potrebbe essere stata realizzata da un terza parte indipendente, pertanto potrebbe non rappresentare sempre la politica delle istituzioni (elencate in seguito) che hanno fornito i contenuti”. E sotto le istituzioni: 1) Unioncamere e 2) Camera di Commercio di Sondrio (tramite Unioncamere). Peccato.

(GdS)

(x) Nostalgie? La Camera di Commercio nasce a Chiavenna 211 anni fa e ci resta sino al 1927

 

 

Costume