Crisi: ore 11.58: dopo il terremoto, vero, delle 10.15 quello politico. E poi il terzo delle 13.45

Una mattinata incredibile dopo giorni frenetici e un caleidoscopio di posizioni sino ad arrivare quasi a non capire più niente

Due terremoti. Mentre stiamo ascoltando le dichiarazioni programmatiche del Presidente Letta i sismografi ci avvertono che la terra alle 10.15 ha tremato non lontano da noi.

Terremoto. Epicentro a Verona
Il Distretto sismico? Prealpi Venete. Andiamo a vedere perchè l'epicentro può essere o lontano o vicino, coordinate 45.497°N, 11.002°E. Approfondiamo, siamo nella periferia di Verona, in linea d'aria a una novantina di km dalle parti più vicine della Valtellina. Per fortuna poca roba, magnitudo due.
Ogni tanto capita da quelle parti come regolarmente il giornale ha sempre puntualizzato, e di nostro interesse visto che siamo proprio sopra la faglia del Tonale, quella parte della crosta terrestre, larga molto meno di un km, che fa da cuscinetto fra le grandi placche al sud e al nord e che ci interessa visto il suo percorso. Dal Mortirolo, giù lungo il Rivallone a Stazzona, su per i promontori di Teglio, Tresivio, Sassella/Triangia, Berbenno e fino Colmo di Dazio. Il brontolio è partito 8,1 km sotto. Qui quasi sicuramente nessuno se ne è accorto.

2° Terremoto, politico
L'inciso è brevissimo, il tempo di accertarsi della intensità. Bassa per cui continuiamo a seguire Letta. Ritroviamo nel suo dire a tratti l'afflato di una formazione giovanile palesemente democristiana (quattro anni alla guida dei giovani democristiani europei, due come vicesegretario del Partito Popolare), di quando la DC era un signor Partito che discuteva, che approfondiva, che impegnava a cominciare dal piano morale. Di quando, come ha detto Matteoli ma valeva per tutti i Partiti, non si faceva politica se non ci si era cominciato 'leccando francobolli in sezione', ossia se non si era fatta vita attiva, ascoltando, studiando, imparando.

La trasmissione della 7, condotta da Mentana con quel concentrato di bravura che è Alessandra Sardoni, fa vivere momento per momento gli sviluppi, in tempo reale per notizie, per valutazioni, per commenti. Isoliamo i momenti salienti:
1 Secessione 23, o 25, i senatori PdL che voteranno la fiducia + i 10 GAL
2 Senatori PdL in sinedrio con Berlusconi in sala blindatissima
3 Anche se Matteoli e Sacconi dicono che c'è  ancora da aspettare la notizia, ore 11.58, che arriva da quella sala é secca: sfiducia al Governo non essendo stata accolta la proposta di compromesso di uscire dall'aula.
4 Tutti i commenti danno per scontato l'esito e quindi con nuova maggioranza. Unica cosa da chiarire chi sarà alla testa del gruppo dei dissidenti che va verso la sua costituzione in gruppo parlamentare autonomo.
5 In aula nel suo intervento Bondi è durissimo contro i secessionisti cui imputa la frattura nel partito. Segno, anzi conferma, tutti concordi – che il PdL voterà la sfiducia.
6 Replica di Letta, da Presidente che va alla riconferma, con maggioranza ridotta ma solida
7 Siamo intorno alle 13.45 quando è la volta della dichiarazione di voto del PdL. Schifani o Berlusconi? La parola al Cavaliere da cui tutti prevedono arrivi una vera e propria requisitoria da 'canto del cigno'. Non può parlare. Il microfono che si è messo  in sciopero non è quello dello sconosciuto senatore Vattelapesca o del senatore ignoto Cattelacaccia. E' quello dell'intervento più atteso. Un momento di buon umore per l'inedito fuori programma in attesa della tempesta.

Terzo terremoto
8 Brevissimo. Visti gli impegni di Letta Berlusconi annuncia il si alla fiducia (che arriverà con 235 SI e 0 NO su 305 votanti, assenti 15). E' il tero terremoto della giornata che trova subito spazio nelle agenzie internazionali e sui quotidiani on-line.

Ora alla Camera. Ci sarà un quarto terremoto? Secondo la saggezza popolare non c'è uno senza due e non c'è due senza tre ma non c'è un tre senza quattro...

Avevamo scritto...
Il 13 settembre scorso avevamo fatto una personalissima analisi dopo avere in precedenza accostato la situazione a quella della quadratura del circolo o di un pi greco che in realtà non è affatto quel 3,14 che tutti credono. E, a proposito di accostamenti geometrici non è forse un caso che il Presidente del Consiglio sia, a memoria, il primo inquilino di Palazzo Chigi che viene dal settore scientifico, lui, ex cattedratico di 'calcolo delle probabilità!
Giudichi pure il lettore se avevamo visto abbastanza giusto in un momento in cui nessuno era in grado di fare qualsivoglia previsione. Non lo diciamo per mettere le penne del pavone o il distintivo sulla giacca ma per sottolineare una caratteristica del nostro giornale che cerca sempre, su ogni argomento che viene commentato, di usare talora microscopi talora telescopi ma tutti di qualificata fattura. In altri termini di dare al lettore un prodotto che lo soddisfi e che lo spinga, che vi sia o no condivisione nelle scelte, non al precariato ma in una posizione vicina, ...a tempo indeterminato.

Il commento del 13.9.2013
“Fra tutte le vie esplorate dagli analisti non é comparsa quella che, appena enunciata, sarebbe stata sbattuta nel cestino. Anche adesso magari, ma sarebbe una scappatoia non da poco. In due parole, e a parte l'iter per arrivarci: i Ministri PdL rimettono “il mandato politico” a chi glielo ha dato, ovvero il PdL. Il Partito, è stato dichiarato, in presenza di un voto di PD, 5Stelle e SEL insieme, considera questo atto rottura della maggioranza. Invita però i Ministri, per le ragioni esposte dal Premier Letta, a stare al loro posto. Il PdL, uscito dalla maggioranza, non passa però all'opposizione ma mantiene l'impegno sul documento programmatico che è stato alla base della fiducia a Letta. Si concilierebbero, sia pure in modo rocambolesco, le diverse esigenze. Meglio però una soluzione rocambolesca rispetto a nessuna soluzione come suggerisce lo spread, incalzato e superato da quello spagnolo..
Lo si trova integrale all'indirizzo
http://www.gazzettadisondrio.it/dalla-provincia/13092013/visto-sondrio-s...

alberto frizziero
Editoriali