Critiche alla SS38 ma si conoscono i precedenti?
In altra parte del giornale l'ex consigliere comunale del capoluogo Castegnetti interviene con serrate critiche al tratto di Statale 38 testè inaugurato. Nessuna polemica da parte nostra ma informazioni, e qualche valutazione. Emerge infatti dal contesto che vi sono giudizi, per questo caso ma anche per altri, che appaiono anche fondati ma o non lo sono o lo sono fino a un certo punto per un difetto di conoscenza dei precedenti in materia (e, in genere, senza colpa di chi critica perchè lo fa in base allo scenario che ha davanti a sé.
La critica ricorrente é stata quelloa sintetizzata nello slogan 'ci vuole una strada più luna che larga' che traduceva la critica alle quattro corsie. Vogliamo ricordare in proposito che questa è la critica emersa quando da Milano è arrivato il progetto, corredato anche del mastodontico svincolo di Colico. Un progetto che era gà per strada, che aveva fatto passi notevoli, che era in pista in quel settore dove l'esperienza dimostra quanto sia difficile entrare, vale a dire lo sportello da cui escono i soldi necessari. Presi per il collo: o prendere o lasciare. Lasciando voleva dire anni e anni persi e orizzonte fosco. Persino chi aveva dimostrato di pensarla diversamente, non eravamo molti per la verità – fra questi l'allora Presidente della Provincia Provera - , hanno dovuto mangiare questa minestra per evitare di saltare dalla finestra. Perchè non molti? C'é una storia alle spalle. C'è un progetto pronto che la Giunta Provinciale, Botta e poi Pasina, cercò di utilizzare senza successo però perchè il Coreco di Milano non ne volle sapere. C'è il 'corridoio', anticipo di piano territoriale, scelto dai tecnici locali indicati dalla Provincia, entro cui situare il progetto della 38, molto opportunamente indicato nei pressi dell'Adda. C'è la progettazione assunta dalla Regione e data per lotti.
In quelle fasi vi era una massiccia convergenza per la strada a quattro corsie, degli ambienti più disparati. Pochi i dissenzienti fra i quali chi scrive. Non perchè, come sosteneva qualcuno, 'due corsie sono meglio di quattro'. Quattro, per noi, erano e sono meglio di due ma la nostraposizione aveva due eloquanti ragioni a sostegno.
La prima che scegliendo le 4 non i nostri figli e nemmeno gli abbiatici ma una ulteriore generazione avrà la possibilità di vedere completata la 38 per una evidentissima ragione di costi.
La seconda, più tecnica, perchè il tema lo avevamo approfondito, e il tempo ne ha dimostrato la validità delle scelte di allora. Nel Piano che la CERPI stava elaborando per la Comunità Montana unica di Valtellina era da indicarsi il tracciato della 38. Il Presidente Mario Garbelllini ebbe l'intuizione di andare oltre e di commissionare il progetto da Fuentes a Bormio. Chi scrive guidava il Gruppo consiliare DC di circa 140 componenti. Rapida consultazione a campione, e decisione di procedere anche se non mancavano riserve, critiche come sempre accade quando si tratta di innovare.
Incarico al prof. Darios, con spesa modesta, mettendogli a disposizione la cooperativa di geometri di cui alla legge 285 coordinata dal geom. Bruno Padovani della C.M. la cui testimonianza potrebbe essere ancor oggi utile. I contrari tanti, anche se poi – si sa la vittoria ha molti padri – al risultato non se ne vide più nessuno, anzi qualcuno sul podio...!
Un anno e mezzo dall'incarico si era all'appalto! In sintesi l'incontro con i vertici ANAS:
Direttore: Allora avete il tracciato della 38
R. No, il progetto
D. Avete gi il progetto di massima?
R. No. Il progetto definitivo
D E come é possibile? Mancano dunque solo le opere d'arte?
R. No quelle prioritarie ci sono già
D. Sì, ma adesso cominceranno i Comuni
R. Sono d'accordo
D. Sì ma adesso la gente, i Comitati e i Sindaci li seguiranno...
R. No. Ecco le 42 delibere dei Consigli Comunali che inseriscono il progetto negli strumenti urbanistici (mancava solo Bormio, intanto era in cima e non era pregiudicata la strada.
L'ANAS non aveva ancora il Piano Triennale ma doveva finanziare su bilancio. Rasrellò tutti i fondi disponibili. Un anno e mezzo dopo l'incaricio al prof. Darios l'ANAS dava il via all'appalto del Tartano, problema secolare, e della Sernio-Mazzo, strada che a Lovero quasi entrava direttanmente in Chiesa. Doveva esserci la tangenziale di Sondrio. Costava 19 miliardi da Montagna alla Cacciatora oltre la stazione di Castione. L'ANAS ne aveva 13. Rapida modifica in Comune di Sondrio – nel cui Consiglio Comunale il prof. Darios aveva illustrato con una sodddisfazione generale l'intero progetto – riduzione provvisoria alla Sassella con l'impegno poi, a finanziare con una variante il progetto originario. Si era però intanto svegliata la Valchiavenna che reclamava per le due gallerie sulla SS36 e scivolamento della tangenziale che dovrà attendere il 1985 per il finanziamento.
Com'era la strada allora progettata?
A DUE CORSIE.
Si era analizzato e dibattuto. La strada a due corsie era in grado di assorbire perino il traffico delle Stelvio se si fosse fatto il traforo. Il viadotto sul Tartano, la tangenziale di Sondrio, la Sernio-Mazzo (la Mazzo-Grosio ebbe modifiche per l'alluvione) sono lì a dimostrare come fossero giuste le scelte fatte nlla C.M. Unica e in Comune di Sondrio.
Putroppo, irresponsabilmente, si è arrivati alla divisione della C.M. nelle quattro piccole, spogliate dei poteri che la legge 1102 aveva prima assegnato, e obiettivamente non in grado di essere interlocutore come lo era invece stato autorevolmente prima l'Unica. Siamo, meglio: sono, arrivati al punto di perdere un'occasione d'oro com'era il tunnel del Mortirolo!
La posizione sostenuta da me e pochi altri di una strada a due corsie non era quindi discrezionale, soggettiva ma si basava su un supporto documentale di razionalità amministrativa, tecnica, economica. E quanto sopra non per aspirare a distintivi da porre sul bavero della giacca ma per rimettere le cose al posto giusto.
Dicono che la storia sia maestra di vita ma spesso e volentieri la retrospettiva si ferma al giorno prima, al massimo all'avant'ieri.
In questo quadro il tratto di strada appena inaugurato. Per chi conosce la situazione, per chi ha seguito la vicenda, per chi ha vissuto anche i momenti in cui i bastoni fra le ruote arrivavano a valanga – mors tua vita mea, e se non passa il progetto della 38 ci sono i soldi per far passare il progetto della SS x o y, no? - il risultato è straordinario. Seguendo le cose da anni chi scrive non avrebbe scommesso un €uro sulla possibilità di arrivare in porto. Per la continuazione poi – al Tartano e Tirano – non avrebbe scommesso un centesimo. Un altro passo avanti invece è arrivato.
Extra-tema. Quel che è successo con lo strangolamento della Comunità Unica, con il prezzo rilevante pagato dalla Valle dovrebbe far riflettere quelli, pochi che siano, che si associano al qualunquistico coro di chi vuol abolire le Province, dilettanti allo sbaraglio in fatto di conoscenza dei problemi del territorio.
Dibattito aperto, comunque. Chi vuol dica la sua.