La scomparsa di Renzo Maganetti

Grande partecipazione alle esequie

Ci deve essere qualcosa che bolle
in pentola al Pirellone, mi diceva un giorno un amico. Lo aveva
dedotto dal fatto che sul treno per Milano c’erano lui, Lorenzo
Maganetti, detto Renzo, “vestito dalla festa” e con il suo
solito cappello, - non proprio il massimo in fatto di eleganza e
quindi non proprio quello che avrebbe potuto permettersi senza
problemi – e l’on. Della Briotta, in quel periodo non in
Parlamento, naturalmente senza cravatta ma “in divisa” da
Regione.


Sindaci entrambi con le antenne ritte, non appena si profilava
l’apertura a Milano di qualche canale di finanziamento, eccoli
paracadutarsi a Milano e quasi sempre con risultati positivi per
gli amministrati.


Dal 1970 al 1990 primo cittadino di Tirano, incarico svolto con
lo stesso rigore con cui mandava avanti la sua azienda, aiutato
da una grande moglie, la signora Nuccia. Non era certo un
fautore delle 35 ore settimanali, visto che gli bastavano tre
giorni per arrivare a quel monte-ore, e se ne avvertivano gli
echi anche in Comune dove, se la memoria non tradisce, il numero
di dipendenti non arrivava a cinquanta. Era Presidente della
Sezione Autonoma di Bonifica Montana del BIM un soggetto a torto
trascurato dato che sul finire degli anni ’60 e nei primi anni
’70 realizzò importantissimi interventi, e che interventi, di
SIF, sistemazione idraulico-forestale in tutta la provincia. Fu
Presidente della Camera di Commercio, della Comunità Montana
unica, di quella di Tirano ed ebbe una serie di altri incarichi,
pubblici e privati; ancora oggi, a 81 anni, lo avevano voluto
nel Comitato per i Mondiali d i sci vista la sua preziosa
esperienza maturata nei precedenti Mondiali del 1985. Sempre con
il suo modo di fare, tutto d’un pezzo, anche nelle non
infrequenti polemiche politiche.


Aveva lasciato però stupiti un po’ tutti che lui, titolare di
un’agenzia di spedizioniere doganale ma soprattutto di un Gruppo
di autotrasporti, si fosse dato da fare, riuscendo nell’intento,
per trasferire sui treni il trasporto a lunga distanza
dell’acqua Levissima. Stupito anch’io, gliene avevo chiesta la
ragione e lui tranquillamente mi aveva risposto che ad ogni
vagone caricato d’acqua corrispondeva un veicolo pesante in meno
sulle nostre strade. Non l’avrebbero pensato in molti…


Tirano deve molto a lui e non dovrebbe dimenticarsene.

E’ vero che a tutt’oggi Sondrio – con responsabilità di tutti,
scivente incluso - non ha ancora trovato il modo di ricordare
personaggi come Schena, Venosta, Massera, Della Briotta, Balatti,
che il mondo d’oggi sembra aver ripudiato le cose buone del
tempo andato, che la memoria storica sembra aver perso
d’importanza lasciando solo l’importanza letteraria al detto
“Histaria magistra vitae”. Sarebbe però una buona occasione per
non imitare i cattivi esempi.


A Renzo Maganetti l’ultimo saluto.
Alberto Frizzieroi


Gds - 30 XI 04 -
www.gazzettadisondrio.it

Alberto Frizziero
Degno di nota