Piccoli comuni e montagna, Realacci-Borghi, una legge per difendere l'identita' e promuovere lo sviluppo socio-economico

Chiesto il rifinanziamento del Fondo nazionale montagna e il "ritorno" ai territori di una parte del gettito dei beni come l'acqua messi a disposizione della collettività

Sono 5.698 e in essi vivono oltre 10 milioni di cittadini, pari al 17,3% dei nostri cittadini. Sono i piccoli comuni, quelli con una popolazione pari o inferiore ai 5000 abitanti, a favore dei quali i deputati del Pd, Ermete Realacci, ed Enrico Borghi hanno depositato una legge rispettivamente come primo e secondo firmatario, sottoscritta da oltre 70 parlamentari appartenenti a diversi gruppi, che inizia ora il suo iter alla Camera ed è stata presentata in conferenza stampa nella mattinata del 21 maggio.

"E' una legge che ha già impegnato il Parlamento nelle passate Legislature e che, purtroppo, nonostante l'approvazione a larghissima maggioranza alla Camera, anche nella passata Legislatura si è poi arenata al Senato. Ora il suo iter parlamentare riprende e c'è da sperare che questa sia la volta buona. Questa, infatti, è una normativa molto attesa, non perché da sola possa essere risolutiva dei problemi aperti, ma perché indica con chiarezza una direzione ed una politica: considerare i piccoli comuni non un peso per il nostro paese, un'eredità del passato, ma una straordinaria occasione per difendere la nostra identità, le nostre qualità e costruire il futuro. Ci auguriamo la Camera proceda rapidamente con l'iter di approvazione e che altrettanto si faccia al Senato perché questa legge potrà essere uno strumento importante per un processo di valorizzazione della piccola grande Italia'' spiega Ermete Realacci, Presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera.

"Questa non è una legge che prevede un aumento della spesa pubblica - commenta l'onorevole Enrico Borghi, presidente dei Deputati del Partito Democratico nella Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici - Permette di recuperare risorse che altrimenti andrebbero perdute. E consente all'Italia di stare nel gruppo di testa dei Paesi che puntano sulla green economy. Il tessuto dei piccoli Comuni può innescare un processo di sviluppo vero dell'Italia, partendo dalle caratteristiche specifiche che ha il territorio". Si archivia una fase di lunghe discussioni rispetto al ruolo dei piccoli Comuni. "La legge prevede infatti una delega al Governo in tema di armonizzazione normativa che preveda la nascita in tutt'Italia delle Unioni dei Comuni e delle Unioni montane dei Comuni, luogo obbligatorio dove i piccoli Comuni lavorano per lo sviluppo", evidenzia Borghi. I piccoli Comuni dovranno saper usare le risorse europee e le risorse naturali del territorio. "Sul primo versante stiamo lavorando sull'eredità del Ministro per la Coesione territoriale Barca. "Immaginiamo - prosegue Enrico Borghi - la creazione del Fondo nazionale montagna e del Fondo per il rurale. E dobbiamo valorizzare il patrimonio boschivo del Paese, all'80 per cento pubblico. Abbiamo inoltre introdotto nella legge, il pagamento per i servizi ecosistemici ambientali. Dove i beni del territorio determinano l'innesco di politiche di mercato, parte del gettito deve essere reinvestito sul territorio. Ci sono valide esperienze internazionali in questa direzione e anche la Convenzione delle Alpi ci sta lavorando. Ci auguriamo che nel percorso di questa legge, tutte le forze politiche possano dare il loro contributo, con una positiva e rapida discussione".

Auspicio condiviso da Ermete Realacci: ''Se non vogliamo che l'Italia sprechi un'opportunità decisiva per entrare con la sua identità nei mercati globalizzati, se non vogliamo che perda un treno importante per lo sviluppo - prosegue - dobbiamo scommettere sui nostri piccoli comuni. Per rilanciare l'economia e uscire dalla crisi, infatti, l'Italia deve fare l'Italia e deve scommettere sulle cose che la rendono unica: bellezza, qualità, paesaggio, storia, coesione sociale, legame con i territori''.

Molte le misure previste dalla legge: si va dalla promozione della cablatura e della banda larga nei piccoli comuni all'incentivazione della residenza nei piccoli comuni; dall'assicurare la qualità e la presenza dei servizi indispensabili come sanità, trasporti, istruzione, servizi postali, risparmio, agli interventi per il recupero dei centri storici a alla tutela del patrimonio ambientale. I Comuni potranno promuovere i prodotti tipici locali e indicare anche nella cartellonistica stradale le produzioni tipiche, così come si prevede di facilitare le procedure di cessione di beni immobiliari demaniali a favore di attività e organizzazioni del mondo del non profit. E grazie all'istituzione di un Registro Nazionale dei serbatoi di carbonio agroforestali potranno per certificare la gestione sostenibile delle foreste, dei suoli agricoli e delle attività di rivegetazione, anche in vista del raggiungimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto.

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