CREDERE NEL MERITO, È UN VALORE. CREDERE NELL'IMPRESA, È IL FUTURO
-- Stretta al credito: come è la situazione?
La situazione creditizia delle imprese, soprattutto quelle di piccola dimensione, rimane molto critica. Nel 2012, la percentuale di piccole imprese che si sono rivolte alle banche per chiedere un finanziamento è scesa dal 19,2% al 13,1%.
A settembre 2012 il tasso medio alle imprese applicato in Italia si è attestato al 3,46%, ma arriva al 4,86% per i prestiti fino a 250.000 euro. Con questi valori, l'Italia è al primo posto per i più alti tassi d'interesse sui finanziamenti nell'area Euro a 17 dove la media dei tassi si ferma al 2,56%. Siamo maglia nera in Europa anche per il maggiore rialzo dei tassi: 28 punti base in più tra aprile 2011 e settembre 2012.
Nello stesso periodo, invece, nel resto d'Europa i tassi sono diminuiti in media di 56 punti base e addirittura in Germania il calo è stato di 95 punti.
-- Quali le soluzioni per poter avviare un'inversione di tendenza?
Serve uno sforzo comune: imprese, banche, confidi. Un dialogo tra i tre con il quale costruire un futuro fatto di economia reale per le imprese. La speculazione - e ne abbiamo avuto conferma anche dagli ultimi fatti di cronaca italiana - non è utile a nessuno. Tanto meno agli imprenditori. Ecco perché è sempre più importante pensare alla ricostruzione di un dialogo fattivo e propositivo tra banche e imprese. Il nostro confidi sta nel mezzo, cioè ha il ruolo di far capire agli istituti di credito come opera la piccola imprenditoria e di trasmettere agli imprenditori l'esigenza di "presentarsi" alle banche con dati alla mano e progetti per il futuro. Credere nel merito, è un valore; credere nell'impresa, è il futuro. D'altronde, se il mercato è ormai cambiato - e sta tuttora cambiando -, è impensabile che le stesse banche rimangano legate a schemi ormai in disuso.
-- Cosa può fare Artigianfidi Lombardia?
Artigianfidi Lombardia, confidi che nasce dalla rete di nove strutture impegnate nel campo del credito nel sistema Confartigianato Lombardia, è parte della soluzione. E le soluzioni non mancano, a maggior ragione quando un confidi come quello di Confartigianato è riconosciuto, per autorevolezza e professionalità, punto di riferimento non solo dagli istituti di credito ma anche dalle istituzioni del territorio. Il 96% delle imprese ottengono credito "usando la nostra forza": quella di Artigianfidi Lombardia. Le soluzioni sono molteplici: per tutte le esigenze di finanziamento nel breve, medio e lungo periodo, con misure personalizzate e consulenze sui singoli casi, grazie alla conoscenza dell'impresa. Artigianfidi Lombardia è un modello funzionale a ciò che chiedono gli imprenditori.
-- Un compito non facile, quello del maxiconfidi lombardo?
Il ruolo è dato dalle responsabilità che da sempre abbiamo nei confronti dell'impresa. Responsabili di dare loro sostegno, aiuto, strumenti per affrontare le sfide del mercato. Artigianfidi Lombardia, infatti, svolge un lavoro che altri attori del territorio non sanno fare perché manca loro la prossimità al territorio.
Quella vicinanza che non è banalmente geografica ma è fatta di visite in azienda, di confronti aperti con gli imprenditori e di quella "comprensione" - sì, anche questa - che porta Artigianfidi Lombardia a valutare secondo i concetti della quantità (bilanci e conti economici) ma anche della qualità (ciò che rappresenta quell'impresa per quel territorio, occupazione compresa).
Proverò ad indicare tre punti che ritengo essenziali per ragionare insieme sulle prospettive future e sulle cose da fare oggi sui quali sono certo di trovare la vostra condivisione.
Partirei dalla Territorialità: occorre monitorare da diversi punti di osservazione i processi in atto nel Territorio, con la capacità e l'attenzione di coglierne l'ampiezza e le sfaccettature. Prendo a prestito un termine assai di moda in questi giorni e cioè il "farsi Comunità", cioè partecipare in modo diffuso e capillare alla crescita e allo sviluppo delle nostre popolazioni. E dico crescita civile e sviluppo economico in un momento nel quale sarebbe più coerente parlare di crisi e sopravvivenza. Le idee traggono alimento dall'emergenza e il bisogno da sempre aguzza l'ingegno.
I fenomeni di segno contrapposto da noi giungono in ritardo rispetto ad altre realtà ma qui si fermano e resistono nel tempo. Da qui l'esigenza di capire non solo la tipologia della nostra società Valtellinese e Valchiavennasca ma di pensare insieme che idea di Valle abbiamo in mente.
Parliamo di visione? Va bene, purché ci teniamo lontani dai visionari. Non è più possibile che il nostro territorio sia liquidato tout-cour come terra di montagna che di per sé manifesta punti di forza e punti di debolezza. Noi artigiani per esempio sappiamo come sia difficoltoso fare impresa qui rispetto a Lecco, Lodi e Mantova e perciò dobbiamo porre in ogni istante la nostra diversità. Battere il chiodo perché le nostre richieste trovino cittadinanza nelle sedi istituzionali.
questo punto vorrei inserire un altro aspetto che è quello della peculiarità del territorio. E qui entrano in scena questioni che attengono alle sfide che abbiamo davanti: qui come altrove prevale il tema del lavoro. Dobbiamo rilanciare i mestieri, recuperare le manualità e le abilità partendo dalla scuola che è a mio parere l'autentico crocevia. E allora ecco che possiamo trarre spunto dalle nostre tradizioni, dalla nostra cultura, dalla nostra specificità. Cosa diciamo ai giovani che dopo la maturità vanno all'università, si iscrivono magari a giurisprudenza senza sapere che il numero degli avvocati è ormai altissimo. Cosa ci mettiamo a litigare tutto il giorno per assicurare loro lavoro? O contiamo sulla giustizia lumaca per far durare le cause? Sono solo brevi riflessioni. Non voglio però arrendermi all'idea che la vita dei cittadini, dei lavoratori, degli imprenditori sia scandita dallo spread. Nel passato il tema più dibattuto era quello delle infrastrutture: un tema caldissimo che oggi è stato sorpassato da questioni più incalzanti.
Il terzo punto riguarda un luogo che vada oltre gli incontri occasionali e rituali: un luogo di confronto, di analisi e poi di capacità propositiva e progettuale. Per scaramanzia eviterei di chiamare il tavolo "mille" oppure "2.0". Inventiamoci un nuovo strumento che sia snello, continuativo, aperto, propositivo e che sappia comunicare dentro e fuori la Provincia.
Facciamo rete in senso letterale, che tra l'altro è il modo migliore per intercettare i bisogni delle nuove generazioni.
Lorenzo Mezzalira Presidente di Artigianfidi Lombardia - Gionni Gritti