VALORIZZAZIONE DELLE AREE AGRICOLE E CONTENIMENTO DEL CONSUMO DEL SUOLO
Il Consiglio dei Ministri si è riunito venerdì 14 settembre con all'ordine del giorno due provvedimenti di nostro interesse. In altro articolo l'autorizzazione unica ambientale oltre al disegno di legge, che illustriamo qui, avente per oggetto la "Valorizzazione delle aree agricole e contenimento del consumo del suolo";
Su proposta dei Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali, per i beni culturali e dello sviluppo economico, di concerto con i Ministri competenti, il Consiglio ha approvato in via preliminare il disegno di legge in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo. Sul disegno di legge sarà acquisito il parere della Conferenza Unificata.
In Italia ogni giorno si cementificano 100 ettari di superficie libera. Dal 1956 al 2012 il territorio nazionale edificato è aumentato del 166%. La perdita di superficie agricola - e la conseguente riduzione della produzione - impedisce al Paese di soddisfare completamente il fabbisogno alimentare nazionale e aumenta la dipendenza dall'estero.
Il provvedimento mira anzitutto a garantire l'equilibrio tra i terreni agricoli e le zone edificate o edificabili, ponendo un limite massimo al consumo di suolo e stimolando il riutilizzo delle zone già urbanizzate. Ha inoltre l'obiettivo di promuovere l'attività agricola che si svolge (o si potrebbe) svolgere su di essi, contribuendo alla salvaguardia del territorio. Il mantenimento dell'attività agricola infatti consente di poter gestire il territorio e contribuisce a diminuire il rischio di dissesti idrogeologici.
Oltre trent'anni fa nel Piano della Comunità Montana della Valtellina era stata inserita una particolare norma, anche sofisticata per superare lo scoglio delle approvazioni, per la tutela delle zone agricole pregiate. Era il gfrutto di un approfondimento culturale in primis e poi dell'esercizio della fantasia per poter passare le forche caudine delle approvazioni necessarie. La classe dirigente, nelle sue varie componenti, si era dimostrata vera e propria classe dirigente con un Piano che era quanto di meglio allora prodotto in Italia. Se attuato non ci sarebbe stato - questo per fare uno solo dei tanti esempi che la cosa meriterebbe - il capannonificio di fondo valle e quasi sicuramente il Patrocinio dell'UNESCO non si sarebbe fermato alla stazione della Retica in Tirano ma avrebbe abbracciato l'intero versante terrazzato.
Il Piano finì nel cassetto o nel cestino in qualche ufficio del Pirellone. Accadde infatti che si scatenò la fregola della divisione della Comunità unica in quattro. Alcuni di noi cercarono di far capire l'errore che si stava commettendo ma non ci fu verso. Divisa in quattro l'unica si accorsero tutti, e in poco tempo, che avevamo ragione noi visto che i poteri che la C.M. Unica aveva, praticamente l'autonomia o quasi - vennero cancellati e il ruolo delle Comunità piccole reso marginale. I buoi erano scappati dalla stalla...
Al di là dell'esito infausto sta comunque il fatto che quel piano aveva espresso la qualità della classe dirigente valtellinese che in molti settori aveva fatto scyuola. Basti pensare ai trasporti, prima ancora a cose importanti perl'agricoltura come il pluvirriguo, il primato in Italia per l'allevamento eccetera eccetera. Sulla base di esperienze di studio allora fatte torna d'attualità, a latere del provvedimenjto odierno, l'obbligo di intervento su determinati terreni incolti. Si pensava allora ai vigneti nei quali una vigna abbandonata, magari con muretti degradati, fa correre rischi a quelle sottostanti. L'obbligo dunque o di cessione, o di affitto, o di conduzione diretta o di subentro da parte di determinati organismi.
Adesso il provvedimento va alla Conferenza unificata. Sarebbe bene, per evitare sorprese, che Provincia e Comunità Montane approfondissero la materia viste le conseguenze, positive o negative, che potrebbero venire.
Cosa si prevede
Di seguito, in sintesi, i punti principali del provvedimento:
1. Vengono identificati come "terreni agricoli" tutti quelli che, sulla base degli strumenti urbanistici in vigore, hanno destinazione agricola;
2. Si introduce un meccanismo di identificazione, a livello nazionale, dell'estensione massima di terreni agricoli edificabili (ossia di quei terreni la cui destinazione d'uso può essere modificata dagli strumenti urbanistici). Lo scopo è quello di garantire uno sviluppo equilibrato dell'assetto territoriale e una ripartizione calibrata tra zone suscettibili di utilizzazione agricola e zone edificate;
3. Si prevede il divieto di cambiare la destinazione d'uso dei terreni agricoli che hanno usufruito di aiuto di Stato o di aiuti comunitari. Nell'ottica di disincentivare il dissennato consumo di suolo, l'intervento mira a evitare che i terreni che hanno usufruito di misure a sostegno dell'attività agricola subiscano un mutamento di destinazione e siano investiti dal processo di urbanizzazione;
4. Viene incentivato il recupero del patrimonio edilizio rurale per favorire l'attività di manutenzione, ristrutturazione e restauro degli edifici esistenti.
5. Si istituisce un registro presso il Ministero delle politiche agricole al fine di identificare i Comuni interessati, i cui strumenti urbanistici adottati non prevedono l'ampliamento di aree edificabili o un aumento inferiore al limite determinato dalle Regioni, che possono chiedere di essere inseriti.
6. Si abroga la norma che consente che i contributi di costruzione siano parzialmente distolti dalla loro naturale finalità - consistente nel concorrere alle spese per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria - e siano destinati alla copertura delle spese correnti da parte dell'Ente locale.
7. Si abroga inoltre la norma che prevede che una percentuale dei proventi delle concessioni edilizie e delle sanzioni previste dal Testo Unico in materia edilizia sia utilizzata per il finanziamento delle spese correnti dell'ente locale. Il fine è quello di disincentivare l'attività edificatoria sul territorio.
Fonte: Consiglio del Ministri n.45 del 14/09/2012