MA CHI L'HA DETTO CHE IL PIL DEVE AUMENTARE SEMPRE 12.3.20.35
Lo scorso 13 marzo su "Il Sussidiario" Gianluigi Da Rold scriveva: "Piero Sansonetti non è solo un bravo giornalista con la testa libera e autonoma, è anche figlio di una grande scuola di sinistra, che oggi guarda disarmato sia le acrobazie di questa sinistra politica, sia le contorsioni di una parte della magistratura e del codazzo dei giornalisti collaterali che alla fine provocano solo paradossi e raccattano sconfitte". Tutte le volte che è stato invitato al dibattito che ogni mattina si svolge alla Sette, quale sia l'argomento sa essere obiettivo, mai di parte - pur, ovviamente tenendo fede alla sua posizione - e men che meno demagogico.
Qualche mattina fa ha sorpreso tutti i partecipanti con una semplice domanda: "Ma chi l'ha detto che il PIL deve aumentare sempre?".
Riprendiamo quanto ha scritto, sul nostro giornale, n. 4 del 10 febbraio ultimo scorso, Maurizio Frizziero con il titolo: "Il PIL E LE CATENE DI SANTANTONIO":
"Ho sempre avuto una buona memoria. Ricordo benissimo i prezzi di ciò che acquistavo nel 1970 e posso qui di seguito fornirvi degli esempi: Marlboro 400 lire, Carpenè Malvolti 600 lire, Veuve Cliquot 2920 lire, ristoranti buoni di Genova 2.500 lire, buon albergo tre stelle a Brescia 2.500 lire, rapido Genova Venezia in prima classe 10.200 lire, aereo Genova Roma 16.000 lire, trattorie modeste 800 lire, una Porsche quattro milioni e mezzo, un chilo di pane poco più di 200 lire e un affitto a Genova per tre locali più servizi andava intorno alle 50.000 lire. Tutti questi valori perdono significato se non vi parlo anche dello stipendio di un impiegato che allora variava tra le 160.000 e le 200.000 lire. Proprio da quest'ultimo dato emerge la possibilità di confronto con i giorni nostri e solo confrontando il potere d'acquisto riusciamo ad avere le idee più chiare su quello che è successo. Con uno stipendio da 200.000 lire si comprava una tonnellata di pane o una Porsche la si pagava in due anni mentre con lo stipendio di un mese si potevano avere 80 pasti in un buon ristorante. Proviamo oggi a fare gli stessi conti e vedremo che mentre quarant'anni fa una famiglia monoreddito arrivava dignitosamente alla fine del mese oggi, per farlo, di redditi ne servono due. Oggi una tonnellata di pane costa 4.000 euro e ottanta pasti in un discreto ristorante ne costano almeno 3.000. Se poi aggiungiamo telefonini, motorini per i figli, seconde auto, weekend sulla neve (tanto per fare degli esempi) c'è il rischio di non arrivare a fine mese anche con due stipendi. Gli aumenti ci sono stati ma soprattutto si è modificato lo stile di vita, ad esso ci si è abituati ed il rischio è quello di dovere rinunciare al necessario per il superfluo, un superfluo che assor be spesso il secondo reddito. E' lo scotto che abbiamo pagato, che ci hanno fatto pagare, singolarmente, per inseguire di anno in anno, il maledetto incremento del PIL, un miraggio di tutta l'economia occidentale figlio delle catene di santantonio, mentre gli Stati si organizzavano e concordavano di anno in anno la possibilità di indebitarsi sempre di più, come se il giorno del redde rationem non dovesse mai arrivare. E fu così che lo struzzo, mettendo la testa sotto la sabbia, morì soffocato.
Maurizio Frizziero"
In più di una occasione infine abbiamo dimostrato con quale frenesia il sistema produca del nuovo-calamita ampliando sempre più la sfera delle cose prima superflue facendole diventare 'indispensabili' erodendo quindi di fatto il potere di acquisto delle famiglie.
Mala tempora currunt? Lo si è sempre detto. Ora però con il pianeta che va verso gli 8 miliardi di persone, con il mondo occidentale che rallenta sui valori e incrementa i disvalori, che vede i ricchi diventare più ricchi e i poveri diventare più poveri, s+, siamo in un tempo in cui "currunt"
GdS