@===> IL PUNTO A PALAZZO MUZIO PER LA DIFESA DELLA PROVINCIA, PER EVITARE UN DISASTRO. UN FATTO DI POPOLO, UNICI IN ITALIA STIAMO ANDANDO BENE MA OCCORRE PROSEGUIRE, INTENSIFICARE, FAR CAPIRE IL VALORE DELLA NOSTRA IDENTITA' 12.2.10.27

Firmare e firmare e ancora firmare - firmare per noi, firmare per i nostri figli - firmare rispondendo all'appello che viene da tutti, nessuno escluso - Firmare e firmare e ancora firmare - firmare per noi, firmare per i nostri figli - firmare rispondend

Stamane, esorcizzando il 'venerdì 17', a Palazzo Muzio il punto sulla raccolta di firme per la petizione in difesa della Provincia, che sconsideratamente alcuni dilettanti (in materia istituzionale) allo sbaraglio vorrebbero seppellire.

Rovesciando la prassi il Presidente della Provincia Sertori ha dato la parola ai, diciamo, co-équipiers, di questa sacrosanta battaglia di Giustizia. C'erano i cinque Comuni-capoluogo con Molteni (Sondrio), Rapella (Morbegno, Della Vedova (Tirano), Trussoni (Chiavenna). C'era la società civile rappresentata da Bresesti (Camera di Commercio e quindi per le categorie economiche), Cerri (per CGIL, CISL, UIL).

Hanno parlato loro. Ci pare di condensare quanto è stato detto in due parole: intesa assoluta. Non ci sono state diversità. Ognuno ha esposto le ragioni per le quali si combatte questa sacrosanta battaglia di sopravvivenza di anelito di futuro per le generazioni venienti, dando poi conto di quanto sinora fatto per la raccolta delle firme. Sono uscite anche da questo o quell'intervenuto signicative espressioni. Via la Provincia, sarebbe l'inizio della fine. La popolazione non raggiunge il 2 per cento di quella lombarda. Domani a Milano non riusciremmo a portare i nostri problemi neppure a una centralinista. Senza la provincia? Visti i risultati insorgerebbe il 100%. Siamo un territorio frantumato che ha bisogno di una sintesi. E via dicendo. Abbiamo respirato nella sala Giunta la stessa atmosfera di altri momenti gravi. Ovviamente in primis le calamità ma poi diversi grandi problemi: il Fossati, la SS 36, le acque, la SS 38 eccetera eccetera. Una Valle madre di tante altre Valli confluenti, dalle più importanti quali quella della Mera, del Mallero, dei versanti elvetici (senza dimenticare tutte le altre, comprese quelle nelle Orobie o nelle Lepontine e, certamente, l'Alpisella) che attraverso i suoi rappresentanti in plancia drizza la schiena, rivendica un fururo non da valvassori o valvassini cui sarebbero ridotti se quella mefistofelica norma del decreto Monti restasse tal quale. Mefistofelica in quanto ad un tempo espressione della peggiore demagogia e dall'altro di un'ipocrisia eretta a sistema. Sanno tutti che sopprimendo le Province non si risparmia un €uro, anzi se ne spenderebbero di più. Sanno tutti che si è trattato di gettare fumo negli occhi onde nascondere, riedizione delle famose 'nebbie di Valle Padana di un tempo, il mantenimento dello status quo di quella che, in parte giustamente anche se non del tutto, è stata definita la casta.

Sanno tutti di non sapere, ma non nel modo Socratico. Quando si scrive in una legge che competenze e funzioni vengono trasferite ai Comuni si dimostra profonda ignoranza, avendo noi documentato come per noi, ed anche per un certo numero di altre Province che non sono Roma o Milano o Napoli ecc., quelle che ispirano il dilettantismo legislativo, significa passare la sfera decisionale a Milano, o a Venezia, o a Torino. Uno sconquasso ad un tempo operativo e democratico.

Ci è venuto in mente a sorpresa, mentre nei vari interventi si succedevano gli elementi a favore del mantenimento dell'Ente e l'evocazione, esplicita o implicita, dei grevi scenari qualora la sciagurata norma non venisse superata il Monte Calvo, puntando però noi alla conclusione, in quell'alba da Walt Disney splendidamente delineata e accompagnata dall'Ave Maria di Schubert in quell'autentico capolavoro che è il film "Fantasia". Un monte. Tanti monti. I nostri. Una provincia? No, secondo Quadrio Curzio "una regione" alpina. Oltre 3200 kmq di territorio, la metà del quale sopra i 2000 metri sino ai 4000. Un arco di Alpi di 200 km. 1600 km di corsi d'acqua, una trentina di grandi laghi artificiali per fornire oltre 5 miliardi di energia pregiata, in quanto marginale quella di impianti ad acqua fluente.

Il Presidente Sertori ha aperto con i ringraziamenti per i rappresentanti la stampa coinvolti come attori e non come cronisti sottolineando subito dopo l'accelerazione che ha avuto la raccolta delle firme negli ultimi 5/6 giorni Il problema ha quindi fatto breccia. In particolare, ha osservato, nelle donne apparse molto determinate, spesso trainando loro i mariti.

UN APPELLO DUNQUE LLE DONNE DI VALTELLINA E VALCHIAVENNA PER QUESTA BATTAGLIA DI GIUSTIZIA.

Non ci sono nei nostri Paesi maggioranze e minoranze. Su qyesto problema c'è un sentire comune, c'è consapevolezza diffusa, c'è un implicito forte richiamo alla nostra identità, sentiamo l'esigenza della casa comune.

Ci sentiamo quello che altrove non si sentono. Siamo l'unica provincia in Italia che ha chiamato tutti ad una adunanza generale con risposta corale. Siamo l'unica provincia che ha assunto, tutti d'accordo, l'iniziativa di coinvolgere la gente fuori del Palazzo perchè il problema è della gente, dei valtellinesi di oggi ma soprattutto di quelli di domani

a.f.

Concludiamo nello stesso modo:

Firmare e firmare e ancora firmare - firmare per noi, firmare per i nostri figli - firmare rispondendo all'appello che viene da tutti, nessuno escluso - Firmare e firmare e ancora firmare - firmare per noi, firmare per i nostri figli - firmare rispondendo all'appello che viene da tutti, nessuno escluso

a.f.
Dalla provincia