L'Apprendista Latitante 12.1.30.25
Gondole di plastica non ne ho mai viste a parte quelle non degne nemmeno del museo del kitsch che troviamo sulle bancarelle dei mercatini. Costruire una gondola richiede una competenza che ha radici antiche, sempre tramandata di padre in figlio, di mastro in allievo. Legni diversi per i quasi trecento pezzi che la compongono, pesi diversi per il ferro di prua, asimmetrie soggettive per lo scafo, forcole uniche per assecondare la spinta del vogatore, un lavoro che non si impara sui libri! Poiché gondole in plastica non se ne fanno, a Venezia è nata una scuola sperimentale per aspiranti Mastri d'Ascia, una scuola, perché il vecchio modello, quello dell'artigiano che trasmette il suo sapere ad un apprendista non esiste più. Eppure era un modello che funzionava, simile per alcuni aspetti a quello dell stage, me lo ricordo benissimo quando, poco meno di quarant'anni fa, c'erano spesso ragazzi che chiedevano di potere entrare nel mio studio per imparare il mestiere del grafico. Non era raro che decidessi per il sì, che dedicassi loro del tempo, che insegnassi loro gran parte di quello che sapevo. Non c'era alcun vantaggio da parte mia, non c'erano richieste di denaro da parte loro. Sapevano che l'occasione era ghiotta (mancavano le scuole e di ottimisti disponibili come me ce ne erano davvero pochi) e ne approfittavano cercando di restituire, almeno in parte, quello che a loro veniva dato gratuitamente. Molto tempo dopo, a metà degli '90, arrivò internet e mi ci dedicai a tempo pieno. Con la mia esperienza di grafico imparai a fare delle belle pagine, con le mie competenze di comunicazione allargata divenni esperto nella usabilty, anni di marketing diretto mi permisero una sorta di interattività con i visitatori. Era arrivato il momento in cui ridurre gli investimenti in pubblicità o, a parità di costo, di ottimizzare i risultati. Le mie ventiquattro ore al giorno erano troppo poche per quello che avrei voluto realizzare, sarebbe servita una struttura e c'era il modo di costruirla come venti o trent'anni prima ero riuscito a costruire dei gruppi di lavoro, suggerendo loro il mio modus operandi e gli obiettivi da raggiungere. Tutti i ragazzi, in quei giorni, cominciavano ad essere stanchi delle chat, volevano imparare, saperne di più per rendersi indipendenti, per scegliere una strada del tutto nuova, per potere esibire competenze a quel tempo rare. Ma ebbi allora una nuova conferma di quanto il mondo fosse cambiato: una delle domande frequenti durante i primi approcci riguardava il denaro, quanto cioè avrebbero guadagnato, quanto avrei dato loro perché imparassero, richieste che sarebbero state legittime se fossi stato il proprietario di una trattoria e loro fossero venuti da me per fare i lavapiatti! Un'esperienza che non fu vana perché mi resi conto una volta di più (come aveva detto Jacques Séguéla nel 1979) che è meglio suonare il piano in un bordello che fare il pubblicitario!
Maurizio Frizziero