RISI - PERSONA UMANA - BENE COMUNE 11 11 20 49

Più passa il tempo, più si sentono i morsi della crisi e più lontana sembra la sua soluzione. Nn solo l'Italia, non solo l'Europa, ma tutto il mondo è coinvolto nelle spire di questa inedita situazione, gravida di rischi, di pericoli, di incertezze ma anche di speranze. In tanti sono al capezzale di questo malato: economisti, sociologi, antropologi, politici e sindacalisti che si affannano per trovare una cura al grande malato, ma sin'ora nessuno ha scoperto l'antidoto buono per guarire il male.

Anche la Chiesa ha sentito il dovere di scendere in campo, forte della sua autorevolezza morale, delle sue esperienze, delle sue conoscenze e della sua universalità. Infatti, il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace ha emanato in questi giorni un documento nel quale si sottolinea la necessità di una "Autorità Pubblica a competenza Universale" che si occupi di creare una Banca Centrale Mondiale che regoli i flussi monetari e l'emissione di denaro e al tempo stesso limiti il rischio di credito che l'insieme degli istituiti bancari possono assumere.

Questa è una delle proposte concrete contenute nel documento Vaticano. Mai, dicono gli esperti, la Santa Sede era scesa così nel dettaglio delle proposte tecniche. E questo da l'idea dell'urgenza che viene avvertita dalla Chiesa Cattolica di una crisi finanziaria che rischia, come avverte un altro passaggio fondamentale del documento, di travolgere le basi stesse delle democrazie, anche di quelle più solide.

I punti principali che si leggono nel documento sono: "la centralità della persona e del bene comune, il primato dell'etica e della politica, la dignità dell'uomo e la necessità di un "governo per il mondo". A tale proposito, insiste la Santa Sede, i governi nazionali si devono dare assieme proprio questo obiettivo. In tal senso si rimarca come indispensabile una legge che regoli le transazioni finanziarie e ciò per rimettere al centro il valore sociale del lavoro, che in questi ultimi anni si è pensato di sostituire con la ricchezza speculativa e con la finanza virtuale. E' necessario, invece, sgravare di tasse il lavoro e tassare maggiormente la speculazione, le transazioni finanziarie.

Il documento ecclesiastico è ampio e ricco di suggerimenti e rappresenta davvero un "viatico" per tutti gli uomini di buona volontà che si occupano di politica, di istituzioni, di economia e quant'altro appartiene alla sfera pubblica e privata. Del resto non poteva che essere così: un aggiornamento (alla luce dei fatti e della grave situazione che stiamo attraversando) della recente Enciclica pontificia "Caritas in Veritate".

Oggi, tutti guardano con impazienza al nuovo governo in carica, sperando che agisca con competenza, giustizia e equità (parole del presidente Mario Monti) per portarci fuori dalla crisi. Forse si attribuiscono, a torto o a ragione, eccessive capacità taumaturgiche al professor Monti, attuale capo del nuovo governo, e si spera che mantenga fede alle dichiarazioni rilasciate in occasione del suo insediamento. Staremo a vedere. Una cosa comunque è certa: uscire da questa crisi costerà molti sacrifici a tutti. Forse non si arriverà ad emulare Quintino Sella, già ministro delle finanze nei governi della seconda metà del 1800, che definì la sua politica "economia fino all'osso" e che, per raggiungere la parità di bilancio, arrivò ad applicare l'impopolare e odiosa "tassa sul macinato". Una tassa discriminatoria perché colpiva soprattutto le classi povere lasciando indenni i ricchi (una politica della destra di allora e anche di oggi).

Forse non si arriverà a quei livelli, ma ciò sarà possibile se tutti, sottolineo tutti, faremo la nostra parte: azzerando gli sprechi, modificando il nostro trend di vita e di consumo, combattendo ogni forma di evasione fiscale e contributiva, combattendo il lavoro nero e la e la speculazione, aiutandoci gli uni e gli altri, uniti e impegnati a raggiungere il Bene Comune. La sobrietà in ogni campo deve diventare lo slogan imperativo. L'esempio deve venire dalla compagine governativa e, scendendo a cascata, dalla classe dirigente politica e amministrativa ad ogni livello, dai professionisti e dai lavoratori autonomi, dai lavoratori dipendenti protetti e da quelli precari. In definitiva, e questa è la nota di speranza, da questa crisi possiamo uscirne migliorati e più felici. Dipende da noi!

Valerio Dalle Grave

Valerio Dalle Grave
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