LE PROVINCE RESTANO (PER ORA) MA SVUOTATE. L'IGNORANZA ISTITUZIONALE FARA' AUMENTARE I COSTI E I DISAGI PER LA GENTE ! VEDERE PER CREDERE. PROVINO! 11 11 20 24

Proposta ossessiva - Funzioni ai Comuni? Ma per piacere! - Funzioni alle Regione? Ma per piacere! - Di Pietro si basa sul Molise!!! - Non c' tempo per abolire le Province. E allora... - La posizione della Banca d'Italia ripresa da Monti - Dimostrarlo - L

Proposta ossessiva

Abbiamo ripetutamente commentato su queste colonne (frase classica anche se qui le colonne sono solo virtuali) la proposta, per taluni quasi ossessiva, di sopprimere le Province. Si può fare tutto ma prima di cancellare quello che c'é saggezza vorrebbe che si dicesse cosa fare dopo. In altri termini le funzioni che oggi svolgono a chi passeranno ? E a chi passerà il personale che ovviamente non può essere licenziato, sia in linea di diritto che in linea pratica visto che

chi le funzioni, i compiti, gli interventi propri ora di tali Enti richiedono che ci sia qualcuno che se ne occupi.

Inizialmente i proponenti, con una ignoranza istituzionale degna di miglior causa, se la cavavano con superficialità eustorgica dicendo "ma i Comuni e le regioni naturalmente!".

Ignoranti.

Funzioni ai Comuni? Ma per piacere!

Abbiamo dimostrato, per fare un esempio concreto, come il Comune di Sondrio sarebbe, teoricamente, in grado di occuparsi delle Scuole (e così gli altri centri di Valtellina e Valchiavenna oggi sedi di istituti di Media Superiore) e dei sistemi Bibliotecario e Museale. Stop. Solo teoricamente in quanto nessun Comune in Italia, o quasi, se la sentirebbe di prendere in carico edifici - una parte dei quali li avevano avuti un tempo per cui sanno che si tratta di grane e di grane costose - la cui gestione economica al minimo pone interrogativi grossi come una casa.

Funzioni alle Regione? Ma per piacere!

I proponenti, come di solito fanno quelli che risolvono i problemi a tavolino o gli altri che si basano demagogicamente sulle frasi fatte, si sono magari rifatti all'esperienza di Roma, Milano o altre aree metropolitane che il legislatore ha individuato, legiferando ma che poi sono rimaste al palo. Quelli che urlano volendo l'abolizione delle Province ci guardino dentro e vedano come mai queste aree sono rimaste lettera morta, proprio quelle che vedrebbero la sparizione delle vere Province inutili. Per essere chiari ed esaustivii l'ordinamento prevede la possibilità di istituire, Ente di governo, la "città metropolitana", nelle aree metropolitane di 15 città italiane. Milano, Torino, Genova, Bologna, Venezia, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Reggio Calabria e, queste scelte dalle Regioni a Statuto Speciale, Trieste, Messina, Catania, Palermo, Cagliari, Sassari. Qui la Provincia veramente non ha senso. Perché non si comincia da qui per poi studiare le altre situazioni rendendosi conto che la critica alla proposta di abolizione non é corporativa, non é frutto di conservatorismo o peggio. Se il Di Pietro, o il Feltri, o il Grillo, o il Casini, o altri ancora del PdL e del PD, vogliono affrontare seriamente il problema vengano a Sondrio, vedano di che si occupa la Provincia, di quali funzioni devono andare altrove e dove, e quanti soldi in più bisogna metterci. Altro che ridurre i costi !!!

Di Pietro si basa sul Molise!!!

Certo, Di Pietro ha presente il suo Molise. 320.000 abitanti. Una superficie che non é nemmeno una volta e mezzo quella della provincia di Sondrio, due sole Province e 136 Comuni. Quella di Isernia ha meno di 90.000 abitanti con 52 Comuni e il capoluogo dista dal capoluogo regionale la bellezza di 50 km

Provi a vedere quel che succede in Lombardia dove risiede una popolazione oltre trenta volte quella Molisana, su una superficie 5 volte e più, con 12 Province e 1546 Comuni. Provi Di Pietro ad andare a dire ai livignaschi che domani per una serie di problemi che oggi risolvono a Sondrio dovranno fare 235 km, i Furvaschi circa 200 e così via. Meglio stanno a Chiavenna dove se la cavano con quasi 120 e più ancora chi risiede nei Comuni a monte.

Non c' tempo per abolire le Province. E allora...

A Roma si sono accorti che un conto é proclamare, un conto é realizzare. Per dare in pasto qualcosa all'opinione pubblica si cerca di abolire le Province così il dimezzamento dei parlamentari può aspettare e domani non si sa mai... Solo che c'é un non piccolo ostacolo, la Costituzione. Recita: La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i princìpi fissati dalla Costituzione". Occorre cambiare ma per farlo occorre una legge costituzionale che richiede doppia lettura in entrambe le Camere, altri tempi, casomai il referendum. Non si fa in tempo. Ecco allora la pensata che viene dalla Banca d'Italia (pensino ai soldi, materia in cui sono bravi, ma non facciano tolle occupandosi di cose che non masticano tutti i giorni. Oltre a tutto facendo fare al Presidente Monti. Inconsapevole, una non proprio commendevole figura in quanto promettere cose che poi non si possono mantenere o per le quali il rimedio é peggiore del male, posto che nel caso specifico ve ne sia uno, non é serio.

La posizione della Banca d'Italia ripresa da Monti

Ci voleva il quotidiano Libero per sapere che il Premier ha ripreso tre posizioni già espresse dalla banca d'Italia, cosa per carità legittima oltre a tutto tenendo conto del fatto che la formazione del nuovo Governo ha reso pazzo di gelosia Speedy Gonzales che a simili velocità mai é arrivato. Una di queste tre riguarda le Province.

- Il Presidente Monti:

"Per quanto riguarda la riattribuzione delle funzioni delle Province alle Regioni e ai Comuni, si potrebbero considerare anche interventi attuati attraverso leggi ordinarie" (discorso al Senato, pag. 7).

- Il manager della Banca d'Italia (Capo Ricerca e Relazioni internazionali Daniele Franco):

"Per quanto riguarda la riattribuzione delle funzioni delle Province alle Regioni e ai Comuni, si potrebbero considerare anche interventi attuati attraverso leggi ordinarie" (Audizione alla Camera e al Senato, 27 ottobre, pagina 13).

Dimostrarlo

Il dr. Daniele Franco dovrebbe dimostrare in che modo é pervenuto a tale conclusione. In altri termini quali sono le funzioni che potrebbero essere passate dalle Province ai Comuni. A Roma é semplice, almeno in teoria. A Milano pure. Ma uscendo dal recinto delle 'città metropolitane' quali sono le funzioni che i Comuni (quali? Tutti gli 8092 che ci sono in Italia? Solo i capoluoghi? Altri in modo selettivo?) potrebbero ricevere e svolgere?

Ci piacerebbe di avere un contraddittorio pubblico al riguardo...

In secondo luogo Il dr. Daniele Franco dovrebbe illustrare come a Milano la Regione potrebbe sobbarcarsi allo svolgimento di funzioni interessanti una popolazione una volta e mezzo la Svizzera con 1546 Comuni.

In terzo luogo dovrebbe spiegarci come si realizzerebbe il contenimento dei costi tenuto conto, fra l'altro, che il personale in Regione é retribuito in modo sensibilmente superiore a quello degli Enti Locali.I dipendenti non potrebbero accettare di svolgere un lavoro pagato meno dei colleghi. Parte del personale poi dovrebbe essere trasferito a Milano, e negli altri capoluoghi di Regione. Si risparmiano soldi così?

La ratio

Quale la ratio di una simile posizione é evidente. C'é un Partito trasversale con punti di forza Di Pietro, Grillo, nel Terzo Polo e ambienti nel PdL che a Roma, riprende ed aggiorna, dopo 2168 anni, l'indicazione strategica di Catone il Censore "Deleda Carthago" con oggi la Provincia nei panni di Cartagine.

Il Paese é quasi totalmente concorde: occorre ridurre i costi della politica. A Roma si raccoglie questa indicazione e generosamente ci si mette il cilicio, sotto veste di grandi sacrifici. Il numero dei parlamentari dimezzato. Via i vitalizi. Via una serie di privilegi. Non però da adesso, guai! Tutto dalla prossima Legislatura. La gente potrebbe però pensare a quell'espressione della cultura popolare che preconizza un futuribile, ovvero un futuro possibile "passata la festa gabbato lo santo". Hic sunt leones, qualcosa bisogna pur dare in pasto alla pubblica opinione per cui hanno pensato bene di stabilire che gli incarichi pubblici non elettivi hanno carattere onorifico. Quali? Quelli minuscoli, con un risparmio per lo Stato di somme ridicole rispetto a quelle, per fare un esempio, per gli amministratori delle società pubbliche, a vario titolo, alle prebende nello stesso settore della pubblica amministrazione e così via.

Non é bastato. La gente non si fa prendere in giro.

Ecco la ratio. Ai 'leones' bisogna dare un pasto sostanzioso. Non é tale per contenuti ma in immagine sicuramente. Che ci fanno, come dicevamo dianzi, le province in quel di Roma, Milano e via dicendo? Che ci fa la Provincia di Isernia la cui eliminazione é frutto di buon senso? Ma, on. Di Pietro, a Sondrio non é come Isernia. Qui i soldi non sono buttati via e basta che venga a vedere di persona, lui con tutti i fans, Feltri compreso, aspirante killer di un Ente del quale saremmo curiosi di conoscere cosa sappia.

Irresistibile

Non possono fare marcia indietro, men che meno il prof. Monti dopo essere andato in Parlamento a dire quel che ha detto. Ricapitoliamo: l'abolizione non é possibile perché in questo scorcio di legislatura non c'é il tempo sufficiente per l'iter di una legge costituzionale anche se magari potrà essere avviato.

Ecco allora cosa fare. Basta una legge ordinaria - magari anche cun Decreto Legislativo di delega al Governo - per 'riattribuzione le funzioni delle Province alle Regioni e ai Comuni. La Provincia resta sulla carta ma non ha più niente da fare. Penserà quasi a tutto mamma Regione. Apriti cielo! Fossimo in Formigoni e suoi colleghi delle altre Regioni ci rifiuteremmo di prendere in carico funzioni, con le difficoltà aggiuntive di gestione evidenti a chi ha almeno qualche spizzico di conoscenza dei problemi e con i punti interrogativi concernenti gli aspetti finanziari.

Irresistibile la marcia romana dal delenda Provincia al deleta Provincia. Sì, ma ci sarà un inciampo: le Forche Caudine. Non dovranno, i Presidenti delle Province, passare sotto il giogo come 2452 anni fa i consoli, i littori e via dicendo ma rischiano di doverlo fare i fans dell'abolizione. Le vere Forche Caudine sono rappresentate dalla oggettiva difficoltà di smentire i Padri della Repubblica che l'attuale Costituzione vararono mantenendo come punti fermi gli Enti autarchici fondamentali. Non potendo ammettere la loro ignoranza istituzionale che, scendendo nel concreto, apparirebbe in tutta evidenza la marcia irresistibile deve almeno afferrarsi al salvagente di buttare il pallone in corner: la soluzione.

La soluzione

La soluzione sarà quella del Ministero dell'Agricoltura che abbiamo abolito con il referendum ma che, novella Fenice, é risorto come Ministero delle politiche agricole e forestali. Via le Province ma le Regioni vedano se vogliono istituire "Province Regionali" (vedi Sardegna e Sicilia). Il Molise, abbiamo visto, non ne avrà bisogno. La Lombardia delle sue undici sì, mentre Milano diventerà, con i Comuni dell'hinterland, città metropolitana.

Dove saranno i risparmi? I nostri parlamentari lo chiedano al manager della Banca d'Italia.

E noi?

E noi? Nessun problema. Se sopprimessero la Provincia il forte senso identitario di Valtellina e Valchiavenna non avrebbe difficoltà a tradursi in concreto. Nessuno può impedire una realtà istituzionale, per atipica che possa essere, che faccia sintesi istituzionale e non solo con i Sindaci ma anche con le realtà socio-economiche. Non dimentichiamo che abbiamo anche uno strumento di grande valenza culturale, quale lo Statuto Comunitario del prof. Alberto Quadrio Curzio. E in fatto di energia... Ma questo é tema, con altri, da continuazione autonomistica.

Alberto Frizziero

Alberto Frizziero
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