CAPITA IN ITALIA: 3300 ORE SOLO PER ASCOLTARE LE 100.000 INTERCETTAZIONI DI BARI! 11 9 10 46
Ma le ascoltano tutte?
La stampa nazionale informa che nelle indagini a Bari - nate, è bene ricordarlo, per questioni di tangenti sulla sanità che hanno coinvolto la Giunta regionale guidata da Vendola, peraltro lui rimasto estraneo - sono state fatte 100.000 (centomila) intercettazioni telefoniche. Parigi, si sa, val bene una Messa e chi vuole intendere intenda.
Pensiamo a una media di due minuti l'una: duecentomila minuti da sentire e da trascrivere, pari a (tremilatrecentotrentatre) 3.333 ore che arrotondiamo a 3.300. Mettendo tre magistrati al registratore, ognuno di loro ci metterà 1.100 ore a sentirle tutte. Ma non le sentirà tutte perché delegherà altri a farlo. E il delegato potrebbe decidere e scegliere a suo giudizio.- ma l'ascolto diretto da parte del magistrato è un'altra cosa - quali meritano e quali no.
Segreto istruttorio e obbligo dell'azione penale
E se qualcuna va fuori e finisce sui giornali?
Mistero. L'ex Presidente della Repubblica Scalfaro, tutt'altro che 'amico' di Berlusconi, ex magistrato e da sempre vicino alle posizioni dei magistrati, ha sostenuto tempo fa che il vero scandalo in Italia è che la sistematica violazione del segreto istruttorio non venga perseguita come dovrebbe essere. Non solo ma aggiungiamo un elemento significativo. I magistrati non perdono occasione, come è giusto, di ricordare l'obbligatorietà dell'azione penale in ogni situazione, anche quando riguardi VIP e dintorni. La legge è uguale per tutti ma in Italia, ha detto qualcuno, le leggi per gli amici si interpretano, per gli altri si applicano. In realtà non è vero che sia così anche se probabilmente è vero pure che non tutto fila liscio. Nei confronti di Berlusconi, ad esempio, un politico tutt'altro che suo amico, ovvero l'oppositore Pierferdinando Casini, ha sostenuto esserci stato ed esserci 'un accanimento giudiziario'
Le fughe di notizie e loro perché
Poi il quesito fondamentale: la ragione delle fughe di notizie?
Una, chiarissima, la ragion politica.
L'altra, - sospetto -, i soldi.
Per la prima vogliamo ricordare che all'epoca di tangentopoli l'indomani di un riservatissimo interrogatorio l'Espresso o altri giornali ne pubblicavano il verbale. Cui prodest, si diceva allora, e l'interrogativo aveva facilissima risposta.
Per la seconda, come detto, è lecito sospettare che quando una notizia costituisce uno scoop chi lo ha in mano non lo consegna graziosamente a qualche redazione accontentandosi del verbale grazie del redattore di turno.
Berlusconi-Penati, chiodo scaccia chiodo
Infine il chiodo scaccia chiodo.
I giornali erano pieni di titoloni sulla vicenda che riguarda Penati, a proposito del quale avevamo scritto tempo fa che ci spiacerebbe veramente che risultasse colpevole perché il garantismo deve essere circolare, vale a dire a 360 gradi, non, secondo i casi, a 330, 265, 180 o 32.
Guarda caso la coincidenza: è emersa un'altra storia - telefonata Fassino-Consorte e richiesta di un altro processo per Berlusconi - . Risultato: via la vicenda Penati dalle prime pagine sostituita dalla nuove di Berlusconi.
Solo una coincidenza.
Naturalmente.
Luca Alessandrini