) DIRITTO ALLA SALUTE NEI PICCOLI COMUNI 2) TREMILA DELIBERE ANTIFINZIARIA 3) SUL FONDO PER I PICCOLI COMUNI DI MONTAGNA 4) TRECENTO COMUNI SENZA EDICOLA
1) DIRITTO ALLA SALUTE NEI PICCOLI COMUNI
Domenica 24 ottobre nella splendida cornice della Chiesa
Madre di Rocchetta Sant'Antonio in provincia di Foggia,
il Coordinamento nazionale, il Comune di Rocchetta e la
Parrocchia della B.V.M., hanno dato vita ad una
riflessione di sensibilizzazione nazionale sul tema: "Il
diritto Costituzionale alla salute negato nei piccoli
comuni italiani". L'iniziativa vuole raggiungere la
nascita di tavoli di discussione in ogni forza politica
, sui diritti del cittadino del piccolo comune, anche in
materia di sanità e sui doveri delle Istituzioni. Una
forte azione, tesa a sollecitare la pubblica opinione
nazionale e spingere la politica italiana ad una
doverosa azione di progetto politico verso i dieci
milioni di cittadini che vivono nelle piccole comunità
italiane ed attendono invano risposte concrete. E'
inaccettabile la condizione di totale abbandono in cui
versano migliaia di famiglie che non hanno diritto ad
avere una guardia medica, un pediatra e nemmeno un
defibrillatore, che negli Stati Uniti si trova ad angolo
di strada. Una logica sbagliata dei costi benefici ha
ormai trasformato il nostro sistema sanitario in un vero
mercato del servizio, dimenticando completamente il
cittadino, relegato ormai al ruolo di semplice numero.
Per queste ragioni da Rocchetta Sant'Antonio, parte un
messaggio di ritrovata cittadinanza e partecipazione,
foriero di un nuovo senso della responsabilità,
indispensabile per recuperare quel valore aggiunto della
"fiducia" nel futuro, necessario per rilanciare
concretamente la vita nei piccoli comuni. La sicurezza
sociale e la certezza del diritto alla salute sono
fattori indispensabili per certificare la qualità della
vita di un Paese e l'Italia, ha il dovere di garantire a
tutti i suoi cittadini, equità e soprattutto pari
opportunità. Nell'Europa dei popoli che vogliamo
costruire purtroppo continuiamo ad occupare gli ultimi
posti di tutte le classifiche e questo non è sicuramente
un bel biglietto da visita per le future generazioni.
2) TREMILA DELIBERE ANTIFINZIARIA
Ad una legge finanziaria iniqua e devastante nel suo
impianto complessivo i piccoli comuni italiani
rispondono finalmente in maniera unitaria con tremila
atti amministrativi, mandati al Presidente del
Consiglio, On. Silvio Berlusconi. I Consigli Comunali,
dopo aver visto l'articolo 6 della bozza relativa alla
manovra finanziaria 2005 che prevede, fra l'altro, che
anche i Comuni al di sotto dei 5000 abitanti saranno
interessati dal 1 gennaio 2005 all'applicazione del
patto di stabilità interno, prevedendo che la totalità
delle spese correnti ed in conto capitale non potrà
superare l'ammontare corrispondente di spese
all'esercizio 2003, incrementato del 4,8%.
All'unanimità, i Consigli Comunali, quindi maggioranze e
minoranze consiliari, di centro destra e di centro
sinistra, per impedire una scelta sbagliata che
penalizza definitivamente le piccole comunità e offende
ed umilia il grado di autonomia degli enti locali
deliberano di chiedere al Governo ed a tutto le forze
presenti in Parlamento di riflettere sulla gravità di
tali scelte ed a rivedere i contenuti della Legge
Finanziaria 2005.
A tal fine chiedono:
1) l'esenzione, per i Comuni inferiori a 3000 abitanti,
dall'obbligo del "patto di stabilità interno";
2) la sollecita approvazione del D.D.L. n.1942 in favore
dei Comuni inferiori a 5.000 abitanti ed in subordine lo
stralcio del 4° c.art.2 prevedendo l'esenzione
dall'obbligo della "contabilità economica" così come già
disposto per gli anni 2002 e 2003 con l'articolo 31 c.17
della Legge 27.12.2002 n.289;
3) l'adeguamento dei trasferimenti al tasso di
inflazione programmato e la previsione per i Comuni con
popolazione inferiore ai 3.000 abitanti, di un congruo
contributo a carico del bilancio dello Stato per le
medesime finalità dei contributi attribuiti a valere sul
fondo nazionale ordinario degli investimenti.
L'iniziativa partita dal Piccolo Comune di Carro in
provincia della Spezia e rapidamente fatta propria da
tutti i piccoli comuni italiani dimostra che è ormai
tempo che la politica italiana si ponga seriamente il
dramma delle piccole comunità e lavori ad un progetto di
rilancio di rilancio nel rispetto di dieci milioni di
cittadini che ad ogni finanziaria si vedono privati di
risorse e quindi di servizi garantiti dalla Costituzione
e cancellati dalla logica perversa dei grandi numeri
economici ed elettorali.
3) SUL FONDO PER I PICCOLI COMUNI DI MONTAGNA
Il Provvedimento del Governo di approvazione del Disegno
di Legge, La Loggia, che prevede l'aumento della
dotazione del Fondo nazionale per la montagna, al fine
di consentire la realizzazione di opere a sostegno dei
Comuni di area montana e delle comunità che insistono su
territori svantaggiati con grave carenza di
infrastrutture è solo uno slogan elettorale come i tanti
che hanno contrassegnato l'attività del Governo verso i
piccoli comuni italiani. Agli annunci eclatanti non
seguono mai fatti concreti, visto che in centinaia di
piccoli comuni di montagna, dalla fascia alpini alla
dorsale appenninica, ai monti siciliani il dramma della
desertificazione demografica, avanza senza sosta. In
centinaia di piccoli comuni di montagna non ci sono
guardie mediche, è ripresa la spoliazione dei servizi
che vanno dall'ufficio postale al distributore di
carburante, alla chiusura delle scuole, delle piccole
stazioni ferroviarie per non parlare dei dissesti
idrogeologici e del completamente della ricostruzione
terremoto. Il Governo non ha una politica per la
montagna, solo improvvisazione e spot pubblicitari. Una
grande risorsa è stata completamente abbandonata come
testimonia plasticamente la mancata applicazione delle
Legge n.97 del 1994 proprio sulla montagna. Le Regioni
italiane hanno totalmente disatteso gli indirizzi della
legge e con la riforma della Costituzione le cose sono
destinate a peggiorare ulteriormente. Il Governo cominci
a dare risposte concrete a partire dall'approvazione del
D.D.L. n.1942 a favore dei piccoli comuni votato alla
Camera dei Deputati nel gennaio del 2003 e fermo in
alcune Commissioni del Senato perché il Sottosegretario
al tesoro Vegas lo tiene inspiegabilmente bloccato.
Negli ultimi due anni sono migliaia le famiglie che
hanno abbandonato i piccoli comuni di montagna perché
costrette a vivere in condizioni di estremo disagio con
servizi carenti, basti pensare che molti bambini delle
materne sono costretti ad un pendolarismo di decine di
chilometri su strade di montagna molto spesso dissestate
e pericolose. Il Governo vada a tenere un Consiglio dei
Ministri a Sinopoli in Calabria, o Celle di San Vito,
Volturino o Volturara in Puglia o Monterone, Beva o
Cima, in Lombardia, a Fraine in Abruzzo, a Lauco o Dogna
in Friuli, a Posina in Veneto, a Frassino Gorzegno in
Piemonte, a Guardia Lombardi o Greci in Campania, a
Trecchino o Trivigno in Basilicata per rendersi conto
della gravità della situazione e dell'inutilità del
D.D.L. La Loggia in assenza di una politica complessiva
di rilancio dei piccoli comuni italiani. Un palliativo
inutile,il D.D.L. La Loggia, visto che la Legge
Finanziaria non stralcia i piccoli comuni dal patto di
stabilità e non assegna risorse dirette per il
mantenimento dei servizi primari al cittadino garantiti
dalla Costituzione e stracciati dalla politica italiana.
Virgilio Caivano
4) TRECENTO COMUNI
SENZA EDICOLA
Per chi vive in un piccolo comune al di sotto di
cinquecento abitanti anche acquistare un giornale
diventa un problema. In circa trecento piccoli comuni
italiani, non ci sono più le classiche edicole ed i
giornali si acquistano a mezzo abbonamento postale o
nell'edicola del centro abitato più grande. Anche la più
elementare forma d' informazione è negata a chi vive
nelle piccole comunità. L'edicola da sempre ha
rappresentato il classico luogo dell'incontro e dello
scambio di opinioni, un riferimento anche culturale.
Negli ultimi anni le edicole hanno chiuso e nonostante
le leggi vigenti sulla possibilità di vendere i giornali
negli esercizi pubblici, a causa di una burocrazia
farraginosa, i cittadini si vedono privati anche di
questo servizio. I distributori di giornali ritengono
poco conveniente portare poche copie di giornali,
soprattutto nei comuni montani e nel periodo invernale.
Per le persone anziane, la stragrande maggioranza dei
residenti, anche leggere una notizia diventa un lusso.
Per non parlare dell'informazione on line, senza Adsl,
nonostante i continui annunci spot pubblicitari del
Ministro dell'Innovazione, Lucio Stanca, dell'Adsl per
tutti, anche per i giovani diventa arduo fare qualcosa.
E intanto, il Ministro per la Salute, Sirchia, afferma
che la tv fa male (noi non ci crediamo) alle persone
anziane e i grandi studi di ricerca sociale continuano
ad affermare che in Italia si legge poco, ancora di meno
nei piccoli comuni e non per libera scelta;
Andrea Gisoldi
GdS - 30 X 04 - www.gazzettadisondrio.it