ATTO SECONDO: LA CRISI VISTA DA SONDRIO: CHIUDERE LE BORSE, TASSARE LE TRANSAZIONI, ERGASTOLO PER CHI SPECULA SU MATERIE PRIME, ALIMENTARI IN PRIMIS 11 8 10 9
Corrono tutti. Ora
Abbiamo in altro articolo (x) sottolineato la pericolosità della situazione e la vacuità dei commentatori, che hanno la possibilità di influenzare la maggior parte della gente.
Adesso, finalmente, corrono tutti, specie dopo che un'agenzia di rating, la Standard & Poor's , ha declassato gli Stati Uniti (!!!) da AAA a AA+. Gli Stati Uniti!!
Non solo. E dopo che la Cina si è permessa di bacchettare Obama per l'insufficienza delle misure adottate. Una Cina che poteva e può permetterselo perché oggi ha abbastanza in mano gli Stati Uniti.
Vediamo come (con l'avvertenza di andare per grandi cifre non importando il dettaglio).
USA in mano alla Cina
Partiamo, per avere riferimenti comprensibili, dal nostro debito pubblico che si avvicina ai 1900 miliardi di €uro, di cui ben 500 verso la Francia. Per pagarlo tutto il sistema Italia, tutti noi, dovremmo lavorare da oggi fino al 20 ottobre 2012, dell'anno prossimo cioè, e senza nel frattempo poter spendere un centesimo.
Ebbene quello degli Stati Uniti è almeno 5 volte il nostro. I titoli USA in giro per il mondo sarebbero intorno ai 4.000 miliardi di dollari, pari a 2800 miliardi di €uro. Di questi la Cina ne avrebbe una buona fetta (xx). Due osservazioni conseguenti. Se a Washington non ci fosse stato l'accordo bipartizan il fallimento degli USA da un lato avrebbe provocato una crisi altro che quella del 1929 ma dall'altro la Cina stessa si sarebbe trovata in braghe di tela, come si suol dire, perché vedere trasformati titoli pagati bene in carta straccia non sarebbe stato semplice incidente di percorso.
Le ricette
Le ricette. Sono in tanti a darle. Semplici nella proposizione, ostiche nell'attuazione.
Punto di partenza è la differenza tra risorse virtuali e risorse reali. Bisogna che tutti si rendano conto che la disponibilità per cittadini, famiglie, imprese è venuta meno della parte che afferiva a una ricchezza del tutto artificiale.
Il nostro convalligiano Tremonti ha ripetuto sino alla noia l'affermazione che non si possono finanziare opere e interventi con il debito. Adesso pare che su questa linea siano arrivati diversi Paesi, magari non tutti o comunque con identica consapevolezza. Non si può decampare da questa linea ferrea. Costa. Certo, costa perché cose che la gente aspettava non si possono più fare se mancano i soldi freschi. Non solo, ma occorre tagliare e tagliare e tagliare tutte quelle spese che non avevano e non hanno finanziamento reale. Questo ovunque. In Italia come ad Atene, a Parigi, a Washington, a Madrid, a Dublino e via dicendo cominciando da allucinanti spese militari per 'giocattoli' esplosivi sempre più complessi, alcuni dei quali da un milione e passa di €uro l'uno (e ogni riferimento alla Libia è puramente CAUSALE, non casuale).Il dramma è che tutto questo si riflette sul welfare. Quello che a nostro avviso però resta fondamentale è la presa di coscienza dei mutamenti intervenuti e cioè che c'è stato un violentissimo cambiamento strutturale. I sistemi tradizionali non reggono più. Né regge la tradizionale politica fiscale e monetaria. Il Moloch è diventato terribilmente minaccioso, inconsapevolmente minaccioso, privo di limiti e vincoli.
Un drammatico crescendo
Se si va avanti così assisteremo, per naturale evoluzione del processo, a crisi sempre più frequenti, sempre più gravi. Da Irlanda e Grecia si è saliti. Oggi il Moloch sta attaccando l'Italia e per indicare quale sia la difficoltà per elementi naturali e artificiali - come ha detto Prodi in questa vicenda allineato con il Governo e con Napolitano - c'è la notizia che la principale banca di Germania in queste settimane si è disfatta dell'88% dei titoli italiani.
Se si va avanti così assisteremo al ripetersi e all'accelerarsi di moti tipo quelli del nord-Africa che qualcuno si era illuso fossero motivati da anelito verso la democrazia mentre erano soprattutto rivolta contro il rincarare vistoso ed improvviso dei generi di prima necessità, speculazione pronuba. Sono appena scesi in piazza persino gli israeliani, in tantissimi, in modo bipartizan, chiedendo a gran voce non democrazia o riforme ma di combattere il caro-prezzi. E sarà sempre peggio senza interventi inibitori. Inevitabili, se si va su questa strada, forti sconvolgimenti sociali, preludio di un futuro ancora più greve.
Bisogna intervenire, in maniera drastica
Misure tradizionali oggi risciano di essere pannicelli caldi. Occorre ben altro. Vediamo:
Borse chiuse
a) Primo provvedimento: bisogna chiudere le borse. Il G7, il G8, il G 20 il G 4532, questo o quel potentato economico che ogni giorno sforna giudizi e sentenze, dimenticandosi che, guarda caso, tutti dormivano quando le cose in USA parevano andare a gonfie vele. Non tutti dormivano. Tremonti no. Da altro nostro articolo del 20.7 u.s.: "Tremonti, fuori dal Governo dopo la lite con Fini, nelle sue conferenze negli USA venne direttamente provocato. Là si volevano sapere le cose dall'ex Ministro, in particolare sui casi Parmalat (Tanzi) e Cirio (Cagnotti). Tagliente Tremonti rispose che si trattava di 'bruscolini' rispetto alla bolla che aleggiava negli Stati Uniti. 'Non la presero bene', commentò poi il Ministro. Non la presero bene ma qualcuno quando la bolla scoppiò si ricordò e si rese conto dell'acutezza di quella osservazione."
Primo provvedimento dunque, e deciso all'improvviso dal G8 e non dal G20 sennò non si combina niente, la chiusura delle borse per i giorni necessari a stabilire regole compatibili;
Tasse
b) Secondo provvedimento la tassazione delle transazioni. Chi compra azioni alle 10 per rivenderle alle 10,42 paghi il 10%, ad esempio, calcolato sul valore della transazione.
Ergastolo
c) Terzo provvedimento l'istituzione di una sezione speciale della Corte internazionale competente in materia di speculazioni di vario tipo sui prodotti di prima necessità, alimentari in primis, e sui materiali di primario consumo con una previsione di pene severissime, principalmente ergastolo.
I limiti della presente nota
Conosciamo bene i nostri limiti. Qualcuno potrebbe pensare che, come si suol dire, diamo i numeri, che vogliamo montare in cattedra minuscoli come siamo. Cominciamo a dire che quanto sopra non è affatto il quinto Vangelo. Non vogliamo peccare di presunzione. Ripetiamo: conosciamo bene i nostri limiti, le nostre possibilità sotto i profili tecnico, economico, finanziario, politico. Ci siamo mossi in tutt'altro modo. Si è trattato di cogliere i sentimenti che 'si fiutano' tra la gente. Un'analogia con la pubblicità di Gino, Giovanni e Giacomo che aprono il chiusino e il mare intero viene risucchiato dentro. L'immagine è questa. Si è aperto il tappo e abbiamo visto, meglio sentito, che venivano risucchiate quelle che sino a poco tempo fa erano considerate certezze. Di ogni tipo, compresa la supposta solidità statunitense.
Il regno dell'incertezza
Da tante, troppe, sicurezze a tanti punti interrogativi sintetizzabili in uno solo: cosa c'è dietro l'angolo?
Non c'è risposta perché anche se ipotesi ci possono essere, anche meno fosche, forse più realistiche in questo momento manca la credibilità e di conseguenza la fiducia. Noi in questa nota abbiamo semplicemente colto questo stato d'animo che senza interventi drastici può portare al diffondersi di una pericolosa esasperazione.
Il momento della politica
Questo è il momento della politica che dovrebbe, se ci riesce, se si vuoie un futuro decente per i nostri figli, affrancarsi dall'economia,quantomeno da quella virtuale. Stiamo vedendo come l'economia senza regole, una finanza potentissima, passino sopra a tutto, altro che Orwell 1984! Il primato della politica consente quella sintesi che pone al centro l'uomo e il suo domani.
GdS
(x) CRISI FINANZIARIA VISTA DA SONDRIO. SOS. OCCORRE LA POLITICA!!! (numero 21del 30.7 testo n. 70): Siamo in una pericolosa spirale. La finanza è diventata un temibile Moloch senz'anima, animato spasmodicamente dall'esigenza di fare, costi quello che costi, profitti.
Destano sconcerto gli analisti che in TV cercano di interpretare in modo classico i flussi sinusoidali della Borsa, riferendosi cioè al reale (tassi di occupazione, decisioni di politica economica, disponibilità di materie prime, variabilità del petrolio) mentre chi domina è il virtuale. Tali analisti restano sorpresi nell'assistere alle tiepida reazione dei mercati a quel capolavoro politico che è stata negli USA l'intesa fra democratici e repubblicani per evitare il deafault. Sorpresa è se si resta nel campo del reale, non nel campo, oggi dominante, del virtuale.
(xx) Dati abbastanza recenti sui Paesi creditori verso gli USA:
CINA 1.160 -GIAPPONE 912-GRAN BRETAGNA 347-OPEC 230-BRASILE 211-TAIWAN 153-PAESI CARAIBI 148-HONG KONG 122-RUSSIA 115-SVIZZERA 108-CANADA 91- LUSSEMBURGO 68-GERMANIA 61-THAILANDIA 60 -SINGAPORE 57-INDIA 51-TURCHIA 39-IRLANDA 34-COREA SUD 33-BELGIO 31