SOTTO LO STESSO STELLONE ITALIANO 11 4 30 21
Il 150° dell'unità d'Italia ci ha visto stretti attorno al tricolore a cantare un sol coro, "Fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta", versi di lacrime e sangue di un inno che unisce e commuove, per qualcuno ridotto soltanto a peana d'assalto sui campi di gioco, ci ha fatto riscoprire il senso di appartenenza alla Patria, ci ha ridato quell'orgoglio tutto italiano di sentirci partecipi di un destino comune. "Fratelli d'Italia", fratelli di sangue di un libero suolo unito da un solo pensiero. Come non riconoscere l'anelito, il grido di chi libertà va cercando contro ogni tirannia anche a costo della stessa vita, sotto cieli italiani, libici o mediorientali che siano? E allora il devoto pensiero va a chi sfugge alla logica di un potere ottuso che tenta di piegare al suo volere con l'arroganza pervicace delle armi, riconoscendosi, in ogni angolo remoto del mondo, fratelli e custodi del bene più grande: la libertà. Ci accomuni la fede bagnata nel sangue di chi ha sempre creduto e ha provato quant'era facile e quanto dolce morire per un'idea. Valori, speranze, ideali, non vuote parole.
Nello Colombo