IL (SERIO) PROBLEMA DEL CENTRO DI SONDRIO. STRUTTURALE. UNA SOLUZIONE CI SAREBBE 11 3 20 27
"I negozianti del centro minacciano lo sciopero". Due pagine sul quotidiano "Il Giorno"con questo titolo e con "la protesta in piazza" pongono l'accento su un problema reale, quello del centro di Sondrio. Le cause vanno però al di là di quelle esposte dagli interessati che pure hanno il loro fondamento.
Il problema è strutturale.
Ripetutamente in ogni sede, ed in particolare nella fase di preparazione del Piano di Governo del Territorio, ho posto il problema del centro storico. Nei dieci anni di Sindaco ero responsabile diretto dell'urbanistica che non avevo delegato. Punto fondamentale della politica urbanistica da me seguita e condivisa non solo dai colleghi di Giunta ma anche da tutto il Consiglio Comunale era la conservazione del baricentro delle funzioni.
Non solo teoria.
Ad ogni intervento nel sud della città ne corrispondeva uno a nord, in particolare nel centro. Senza dettagliare dirò che in quel decennio il baricentro non è mutato. Senza un contraltare allo sviluppo che ovviamente è sotto la ferrovia il baricentro scivola in basso, i flussi diminuiscono (persino quelli di carattere religioso), le attività commerciali ne risentono, i cartelli "affittasi" o "vendesi" aumentano, la vivibilità diminuisce, il centro storico si devitalizza. In più occasione ho portato l'esempio del centro di Bergamo nel periodo fra le due guerre con la progressiva involuzione, l'
inizio del degrado, lo spostamento finale del clou della vita cittadina altrove. Per Sondrio la situazione si presenta con maggiore negatività in quanto non esiste alternativa come luogo di aggregazione ma in definitiva anche di identità. E poi non dimentichiamo che non è ancora stata completato l'
intervento dell'area Carini. L'operazione di restyling del centro è certamente meritoria pur con limiti che più volte ho esposto compresa la culturalmente negativa posizione della Sovrintendenza (e magari l'eccessiva abbondanza di pietra…). La città si presenta con un volto migliore, ma il volto non basta per dare respiro strategico al centro storico cooperando ad assicurarne un tranquillo futuro.
Continuo a sostenere, finora inutilmente, che occorre percorrere la via di allora, quella della conservazione del baricentro delle funzioni. Si può non essere d'accordo alla condizione però che si dia risposta alla necessità del centro storico di avere risposte ai suoi problemi. Alternative purtroppo non se ne sono viste.
Non ho svolto, né prima né ora, discorsi teorici ma ho anche pluriindicato una proposta concreta, quella della grande idea dell'arch. Piercarlo Stefanelli di una galleria in Corso Italia. Diventerebbe il salotto di Sondrio con alcuni interventi collaterali di iniziativa sia pubblica che privata. Siccome sono abituato al confronto delle idee ho anche sostenuto e sostengo che pur ritenendo, chi scrive e il progettista, fattibile la realizzazione anche sotto il profilo finanziario, si tratterebbe di aprire un dibattito in argomento anche sugli aspetti tecnici ed amministrativi. Debbo dire con dispiacere che c'
era l'occasione d'oro, la fase di elaborazione del PGT, per cui pensavo che fosse il momento di discuterne ma questo non è successo. Si è scelta una via diversa, sostanzialmente riduttiva, - sia consentito di dire anche se impropriamente -, più edilizia che urbanistica con obiettivi condivisibili sul piano delle cose di tutti i giorni ma senza una adeguata strategia di fondo, senza un respiro anche territoriale, culturalmente debole. Si potrà dire "cose da addetti ai lavori". No. I nodi al pettine ci sono oggi. Il completamento dell'operazione, pur ovviamente positiva, del centro non recupera flussi, vitalità, risorse. I problemi dei negozianti, ripetiamo, derivano dalla situazione strutturale e non solo da quella congiunturale, anche se l'ordine sparso non è il miglior modo di affrontarli.
Il problema è obiettivamente serio e meriterebbe pubblici dibattiti prescindendo dalle posizioni politiche dal momento che discussioni, eventualmente anche polemiche, debbono evitare il partito preso ma scaturire da diversità interpretative della situazione. Un ruolo importante al riguardo potrebbe svolgerlo l'associazione di categoria favorendo nel confronto l'emergere di ipotesi da sottoporre alle Istituzioni, Comune in primis anche se non solo. Le due aree ex Fossati monte e ex Ospedale Psichiatrico hanno infatti potenzialità ben oltre l'ambito cittadino. Ma ci vorrebbe un notevole sforzo di fantasia lungo direttrici di urbanistica di avanguardia in scenari finanziariamente compatibili. Qualcuno a Sondrio che si ponga su questa linea d'onda con meningi specificatamente attrezzate c'é. Mettere in pista il prodotto di tali meningi non sarebbe difficile alla sola condizione di non mettere la testa alla guisa degli struzzi.
Alberto Frizziero