IL NORDAFRICA BOLLE MA NOI NON FINIREMO LESSI. C'E' IL RISCHIO DI FINIRE ARROSTO 11 2 20 17
La vita sopra tutto
Non si tirano le bombe. Non si spara sulla folla. Non si accendono gli animi con discorsi roboanti e iperminacciosi in TV. Considerazioni scontate. La vita sopra tutto.
Poi il resto.
Prendiamo la Libia. Qui, come per Tunisia ed Egitto, abbiamo sentito parlare di rivolta del popolo per liberarsi dal giogo soffocante in un anelito di aria pura, in libertà costruendo la democrazia. Rivolte spontanee nate chattando su Internet o su Facebook come fanno i giovani per trovarsi a qualche raduno musicale.
Ma siamo proprio così imbecilli o quantomeno superficiali a credere a queste favole? Spontanee queste sommosse simultanee in diversi Paesi e con il principale oppositore che non appena si avvia la protesta, guarda caso, è già tornato in Egitto? Se si sta con i piedi per terra per considerare le cose per quello che sono, prendendo atto che non sono state spontanee ma 'spintanee', quantomeno all'avvio con poi l'effetto trascinamento, si fa un passo avanti e si guarda al futuro con un po' meno di preoccupazione rispetto a quella, tantissima, che tutti hanno oggi.
'Spintaneismo' in Libia
Popolo chiamato in piazza dagli internauti? Per piacere!
La realtà: Zuwayya, Farfalla hanno voltato le spalle a Gheddafi al quale sono rimaste fedeli Meqarha e Ghadafa. Parliamo arabo? No, arabo lo parlano loro e in arabo due delle quattro tribù che erano il pilastro del potere di Gheddafi gli hanno detto che si voltava pagina. Di qui si capisce l'inaudita violenza dello scontro. Non c'è un conflitto fra poteri reali, ad esempio l'esercito, le organizzazioni islamiche e così via. La divisione è interna. Nella stessa cerchia dei pretoriani del leader nasce la lotta secondo l'appartenenza tribale.
Pericolosissimo perché vengono meno gli interlocutori e si fa in fretta a sbagliare. Se si sbaglia lo si sconta per anni.
Le conseguenze economiche
Detto quello che va, prioritariamente, detto sulla violenza, non intendiamo fare come gli struzzi nascondendo ipocritamente la testa nella sabbia.
Ai Paesi del Nord Europa non gliene frega niente dei clandestini o del gas o del petrolio. A noi invece interessano e come questi problemi. Per quanto riguarda i clandestini non si verificherà quell'invasione di cui si parla, anche se fanno bene a prepararsi per non essere sorpresi da questa eventualità nel caso che noi invece avessimo torto.
Il problema è il resto visto che siamo il primo partner commerciale e che ci interessa che la pipeline che corre a 1000 metri di profondità nel Mediterraneo fino ad arrivare in Sicilia continui ad essere piena di gas e non vuota, come da prudenziale decisione dell'ENI dopo le minacce di altre tribù locali di boicottare gli impianti.
Qualche tempo fa siamo stati truffati tutti. Ci hanno detto che il nucleare andava bandito e che dopo l'Italia sarebbero arrivati gli altri Paesi. Non è arrivato nessuno. Dovevamo costruire 20 centrali nucleari. Abbiamo smantellato anche quelle che c'erano e non ci hanno detto cosa sarebbe costato (stiamo pagando ancora oggi!). Usiamo tanta energia prodotta con nucleare, soprattutto in Francia, pagandola di più di tutti gli altri. Avevamo un'industria elettromeccanica all'avanguardia e in questo modo l'abbiamo sbattuta via. Oltre a tutti questi danni ci hanno condannato ad essere schiavi di chi l'energia ce la dà, se vuole, in ogni caso a caro prezzo.
Il risultato è che non siamo affatto liberi e che dobbiamo far buon viso a cattivo gioco.
Può essere impopolare prendere questa posizione ma è serio farlo. D'altronde guardiamo alla Francia che ha duramente condannato la violenza ma ha aggiunto che bisogna usare molta prudenza perché là ci sono tanti francesi.
Autolesionisti
Quanto a quelli che tifano per il dopo-Gheddafi sarebbe bene che ci dicessero il loro pensiero dopo la dichiarazione degli oppositori secondo i quali in caso di vittoria i rapporti con l'Italia verrebbero totalmente interrotti. Ingenui molti ma qualcuno anche autolesionista della peggior specie. Se il Nordafrica bolle non c'è da pensare che finiremo lessi. Infatti finiremo arrosto.
Il caso Algerino
E la rivoluzione in Algeria? Si dà il caso che Abdelaziz Bouteflika, leader dal 1999, ha revocato in questi giorni lo stato di emergenza. Si penserà che fosse stato introdotto nei giorni scorsi dopo le dimostrazioni. Nient'affatto. Durava da 19 anni. Cartina di tornasole comunque, visto che se intelligentemente Bouteflika è ricorso a questa novità vuol dire che non ci sono problemi di piazza e peggio. Ma come la mettono allora quegli ingenuotti secondo i quali i movimenti di piazza, anche rivoluzionari, di questo periodo sarebbero frutto dell'aspirazione alla democrazia e determinati da Internet, Facebook ecc.?
La realtà principe. Altro che democrazia e libertà
L'interpretazione più lucida e realistica della situazione l'ha data la figlia dell'ex sovrano giordano Hussein - non sappiamo quale perché di figlie ne ha avute diverse dalle sue quattro mogli -, intervistata in TV. "Quando la gente ha fame" - ha sostenuto - "perché non ha di che mangiare, scende in piazza e fa le rivoluzioni".
Democrazia? Volevano questo gli egiziani in piazza? Volevano la testa di Moubarak esorcizzando in questo modo la loro rabbia che non era targata libertà, che non era targata democrazia. Questo valeva per ristrette élites, non per le masse. Era targata fame perché intollerabili erano stati tempo fa, e si riproponevano, gli aumenti del riso e della farina.
Le nostre responsabilità
Siamo responsabili, Occidente, USA, Giappone & C. L'aumento delle materie prime per la sopravvivenza ebbero giustificazioni risibili dato che il maltempo non aveva simultaneamente interessato tutto il pianeta. Nessuno o quasi è andato ad analizzare i corsi delle borse mondiali specializzate in materie prime. Se qualcuno avesse il coraggio di farlo scoprirebbe l'influenza della speculazione finanziaria che dopo mille altre cose - ricordiamo il rame per fare un esempio - ha ritenuto mucca da mungere perfino le materie essenziali per la vita di miliardi di persone.
Siamo responsabili. L'aver lasciato che l'economia, in particolare la finanza, prendesse il netto sopravvento sulla politica, è stato un errore spaventoso. Il rischio è che le cose peggiorino sempre più.
Tremonti
Lasciate perdere le polemiche da quattro soldi di natura politica, sarebbe bene che tanti andassero a rileggersi (meglio: pochi a rileggersi, molti a leggersi) quello che il nostro convalligiano Tremonti aveva cercato con i suoi libri di far capire alle élites del soldo. Poi si riprenderà l'argomento.
f.