BERLUSCONI INTERDETTO? E POI? 11 2 10 47
Tutti, o quasi, avvocati. Tutti, o quasi, sanno che entro 15 giorni dalla decisione del GIP che ha dato ragione alla Procura che aveva chiesto il rito immediato, saltando cioè l'udienza preliminare perché ci sarebbe una evidente prova di colpevolezza, l'imputato Berlusconi Silvio può scegliere fra tre strade: giudizio abbreviato o patteggiamento o processo ordinario. Questa terza via è la più gettonata. Il rischio è che in caso di condanna arrivino le cosiddette pene accessorie di cui all'art. 16 del Codice di Procedura Penale che sono:
1) l'interdizione dai pubblici uffici;
2) l'interdizione da una professione o da un'arte;
3) l'interdizione legale;
4) l'interdizione dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle
imprese;
5) l'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione;
6) la decadenza o la sospensione dall'esercizio della potestà dei
genitori.
Quella che interessa è la prima perché l'interdetto, temporaneo o perpetuo, deve salutare Parlamento, Governo e qualsiasi altro incarico pubblico.
In questo caso non c'è solo il problema, comunque principe, del Premier ma anche un quasi-golpe. Infatti uno dei tre poteri dello Stato mette il naso clamorosamente in un altro potere dello Stato annullando la potestà del Parlamento cui compete, con una eventuale sfiducia, di mandare a casa il Governo e il suo Presidente.
Un problema c'è già sul tavolo. Il Parlamento ha individuato nel Tribunale dei Ministri la sede per giudicare Berlusconi. La Magistratura ha detto no. Conflitto aperto.
Comunque la si guardi situazione terribile acuita dal fatto che per evitare uno scontro dalle conseguenze incalcolabili, democraticamente pericolosissime, per evitare cioè che in un'aula giudiziaria si affermi la supremazia di un potere sull'altro, - sempre che in Parlamento persista la maggioranza a sostegno del Governo -, il Presidente della Repubblica decida di sciogliere le Camere. Decisione grave in quanto, pur motivata dalle ragioni anzidette, questa sarebbe la scelta che vogliono tutte le opposizioni. Presidente della Repubblica quindi di fatto contro la maggioranza parlamentare.
La situazione appare talmente ingarbugliata che ci sentiamo di fare una previsione. Qualcuno vince, dopo 16 anni. Qualcun altro, autorevole, suggerirà di non stravincere. Alla condanna, scontata visti gli sviluppi e il Collegio giudicante, troveranno il modo di non associare l'interdizione.
Se ci fosse ci attende invece una campagna elettorale infernale e la sorpresa di quello che in tanti non vogliono: la resurrezione del Premier oggi politicamente più di là che di qua. Pur con le sue responsabilità diventerebbe, e riuscirebbero, a farlo diventare un martire, vittima dell', del di Fini e quant'altro. Anche perché l'opposizione è forte nel contrare Berlusconi, debole nel costruire in tempi rapidi un'alternativa .
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PS Un lettore ricorda, cosa ovvia, che l'interdizione scatta solo a sentenza definitiva. L'appello e poi in Cassazione. Certo, ma vista la velocità supersonica della prima fase non é lecito pensare che i tempi per arrivare alla fine siano ben, ben,ben prima della scadenza della Legislatura?