11 10 28 IL CROLLO A POMPEI. LE CRITICHE GIUSTE E LE FESSERIE INGIUSTE

Chi è stato a Pompei - salvo, peraltro improbabili novità recenti - ha rilevato, come nella Valle dei Templi ad Agrigento, un sostanziale menefreghismo nei confronti dei visitatori (le impressioni si riferiscono a qualche anno fa ma ci dicono che non è cambiato niente). Sotto il sole si andava fino in fondo, dove c'è l'arena senza che vi fosse un servizio, dell'acqua, magari pur mimetizzato un box ove prendere una bibita o un panino visto che si sta dentro tutto il giorno. Lo stesso ad Agrigento.

Ma per queste cose bisogna tirare in ballo il Ministro, chiunque sia e di quale colore politico non importa, chiedendone addirittura le dimissioni?

Sarebbe ore di finirla con la mimetizzazione delle responsabilità. Un po' come per la sanità. Qualsiasi cosa succeda la colpa è, appunto, 'della malasanità'. Non è vero. Se al pronto soccorso fanno un errore non si tratta di malasanità generica ma di colla, se tale è, specifica del dr. Scarpasacchi o del paramedico scarpasacchini. Se poi al pronto Soccorso fosse stato messo un neo-laureatom allora la responsabilità èpasserebbe alla direzione sanitaria. Se poi fosse così perché l'unica soluzione possibile allora sì che sarebbe malasanità

L'analogia calza, ma c'è dell'altro.

Tempo fa ci è capitato di visitare in due giorni successivi il Museo di Legge e quello di Taranto.

A quello di Lecce tanto di cappello sopra ogni profilo, compreso il personale che all'ora di chiusura si è intrattenuto una mezz'ora a spiegarci, entusiasti del loro Museo e critici perché ogni reperto trovato va a Taranto, finendo poi in cantina.

Il giorno dopo a Taranto tutt'altra cosa e anche tutt'altro clima con gli addetti fermi nelle sale, ciascuno un po' convitato di pietra, nessun rapporto con i visitatori, ambiente, nonostante il parallelo, freddo da circolo polare.

Come mai? Siamo al sud a breve distanza. Lecce. Ottimo, provinciale. Taranto, no, nazionale. Ma deve pensarci il Ministro?

Amarilli

Amarilli
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