9 30 14 BARZELLETTA BERLUSCONIANA FUORI ORDINANZA. LE CONSEGUENZE DELL'AUTOGOL
Variabilità di reazioni fra chi a suo tempo votò il PdL. Abbiamo trovato di tutto, elettore infastidito, sconcertato, amareggiato, deluso, turbato, esterrefatto, colpito, scioccato.
Per una barzelletta?
No. La barzelletta raccontata da Berlusconi ai soldati gira da tempo immemorabile con il solo cambio dei personaggi citati. Non ha mai avuto molta fortuna. Neppure agli atei dichiarati, agli agnostici critici, ai mangiapreti piaceva. Ogni barzelletta ha un fulcro, quello che fa scattare le risate. In questo caso il fulcro era rappresentato dalla battuta finale, ahimé, la più classica delle bestemmie. I soldati cui è stata raccontata sono esplosi in una gran risata ma in realtà c'è poco da ridere, anzi si tratta di una cosa triste e di fatto squalificante per chiunque volesse raccontarla,
E poi c'è bestemmia e bestemmia.
- Quella del cantante famoso alla radio. La scontò per parecchio tempo.
- Quella del famoso allenatore che diede una spiegazione asserendo che nel vernacolo toscano è sostanzialmente un intercalare senza alcun volontario carattere dissacratorio e quindi non offensiva per i credenti.
- Quella della rabbia che fa usare a qualcuno furiosamente alterato gli epiteti o le frasi più sconvolgenti, bestemmia compresa che, anche in questo caso non ha alcun volontario carattere dissacratorio.
- Quella della barzelletta, posto che si possa stilare una graduatoria, è certamente la peggiore di tutte.
Ovviamente apriti cielo.
Se si va sul motore di ricerca Google con "bestemmia di Berlusconi" il contatore dà 85.000 pagine. Se si va in lingua inglese le pagine in giro per il mondo sono 23.300 e 69.700 in spagnolo.
Le reazioni cattoliche. Prudente come al solito Roma. L'Osservatore Romano tratta la questione in "cronaca". Secco invece l''Avvenire, quotidiano dei Vescovi italiani: "Ci mancava solo la bestemmia dentro la barzelletta del presidente" parlando di "un'insopportabile bestemmia (anche se vecchia di mesi e mesi non è, purtroppo, meno tale)".
Poi il finale del Direttore Marco Tarquinio: "C'è una cultura della battuta a ogni costo che ha preso piede e fa brutta la nostra politica. E su questo tanti dovrebbero tornare a riflettere. E farebbero bene a pensarci su davvero anche coloro che bestemmie di vario tipo e barzellette mediocri (tristemente dilaganti tra pseudo-satira e pseudo-cultura) non le sopportano solo quando spuntano sulla bocca di un avversario, meglio se di Silvio Berlusconi. Ma su ogni uomo delle istituzioni, su ogni ministro e a maggior ragione sul capo del governo grava, inesorabile, un più alto dovere di sobrietà e di rispetto. Per ciò che si rappresenta, per i sentimenti dei cittadini e per Colui che non va nominato invano."
Discorso laico. La parte più specificatamente religiosa, detto che si tratta per un credente della violazione del 2° comandamento aggravata dalle circostanze e da chi lo ha violato, non riguarda questo nostro commento. Sotto un profilo 'laico', prescindendo dalla persona, si tratta di una caduta di stile. Grave,
Considerando anche la persona si resta obiettivamente, detto popolare, come la mascarpa.
Sul piano internazionale tutti i Capi di Stato, o quasi, hanno comportamenti formalmente ineccepibili nei confronti della religione e della Chiese. Anche in Russia visto che nelle cerimonie importanti Putin è abbonato alla prima fila da cui segue il rito. Che loro siano o no credenti è altro discorso. La notizia ha fatto il giro del mondo e non ha certo aumentato la stima nei suoi colleghi Primi Ministri.
Sul piano interno se Berlusconi poteva avere ancora qualche carta da giocare per il Quirinale-2013 è bastata una breve battuta, che voleva essere spiritosa ed è invece diventata vischiosamente fangosa e maledettamente pesante, per rendere quasi da periodo ipotetico del terzo tipo questa eventualità. E ha complicato ulteriormente cose già complicate.
Danno riparabile?
Difficile. L'autogol è da Guinness ed è un grazioso regalo a quanti vorrebbero un governo che cambi la legge elettorale per poi andare - dicono - ad elezioni. Non è così. Si dice così ma qualcuno pensa che il Governo apparentemente elettorale possa arrivare sino alla scadenza elettorale del 2013, data dell'elezioni del successore di Napolitano…
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