7 10 10 LO STUDIO CONFINDUSTRIA-CENSIS: L'INDUSTRIA DELL'ENERGIA VALE 230 MILIARDI. CI INTERESSA, VISTA LA PRODUZIONE VALTELLINESE DI ENERGIA PREGIATA
Ogni anno 24 milioni di famiglie italiane consumano 68,4 TWh di energia elettrica, 30,2 miliardi di metri cubi di gas naturale (i Comuni serviti sono 6.500, le utenze sono 21,4 milioni), 2,2 milioni di tonnellate di Gpl (1,6 milioni di utenze con piccoli serbatoi, 25 milioni di bombole in circolazione, 640 Comuni serviti da reti urbane Gpl), 2 milioni di tonnellate di gasolio per riscaldamento. Il giro d'affari complessivamente vale 230 miliardi di euro, con investimenti per 16 miliardi di euro, e lavoro a 118mila addetti.
È la "fotografia" scattata dal Censis sul comparto energia in Italia secondo lo studio commissionato da Confindustria Energia dal titolo "Il valore sociale dell'industria energetica italiana". Il documento affronta anche il capitolo trasporti, da cui emerge che vengono consumati 11 milioni di tonnellate di benzina l'anno (da 19,4 milioni di automobili), 26 milioni di tonnellate di gasolio (da 12,8 milioni di automobili, 4,3 milioni di veicoli commerciali e industriali e 93.200 autobus), 1 milione di tonnellate di Gpl (da 1,1 milioni di veicoli) e 670 milioni di metri cubi di gas naturale (da 506 mila veicoli). Tutti numeri che evidenziano la centralità del settore. Anche sotto il profilo del gettito fiscale a vantaggio dello Stato: nel 2008 le sole accise per autotrasporto ammontavano a oltre 23 miliardi di euro.
La ricerca tende anche a sottolineare gli sforzi compiuti dal settore nel campo della sostenibilità, della ricerca scientifica e nella diversificazione del mix energetico. Tra il 2000 e il 2008 il contributo del petrolio si è ridotto dal 49,5% al 41,4%, il peso del gas è aumentato dal 31,4% al 36,3%, i combustibili solidi sono passati dal 6,9% all'8,8%, le fonti rinnovabili dal 6,9% all'8,9%, le importazioni nette di energia elettrica dal 5,3% al 4,6%.
Il Censis evidenzia però due punti critici: la farraginosità delle procedure autorizzative e la carenza di adeguate politiche energetiche di medio e lungo termine. "Due fattori critici - si legge nel documento - che potrebbero portare l'Italia non solo a perdere occupazione e rilevanza sul piano della competitività del proprio settore industriale (data la dipendenza dalle importazioni e i costi della fattura energetica), ma anche a giocare un ruolo secondario sul fronte dell'innovazione tecnologica legata ai temi della sostenibilità ambientale e della sicurezza".
Il rapporto è stato presentato a Roma dal direttore generale del Censis, Giuseppe Roma, e discusso dal presidente Giuseppe De Rita, dal presidente di Confindustria Energia, Pasquale De Vita, e dal sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia.
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