RICORDANDO GIANCARLO GRILLO
Giancarlo Grillo Della Berta,
classe 1930 e per la precisione 26 agosto, laurea in
giurisprudenza, iscrizione remotissima all’Ordine dei
Giornalisti come testimonia il suo numero nell’annuario, 295,
qualcosa come 3085 prima di chi scrive…
Giancarlo, o Grillo, come gli uni o gli altri lo chiamavano, era
un elemento costitutivo del panorama pubblico provinciale. Un
tempo quasi solitario, poi negli anni con altri ed altri ancora,
sulla scena di questa o quella pubblica iniziativa, in genere
arrivando dopo e andando via prima una volta colto l’essenziale.
In redazione impegnato anche nella cronaca, pestando a forte
velocità e con notevole vigore i tasti meccanici, perché lui si
trovava veramente bene soltanto con la macchina da scrivere
tradizionale, neppure quella elettrica. Recentemente aveva
dovuto alzare bandiera bianca e piegarsi all’evoluzione, per
certi versi – diceva – contento viste le possibilità in più, ma
sempre, sempre con la nostalgia dell’Olivetti.
Aveva cominciato all’Ordine quando lo storico quotidiano comasco
aveva aperto la sua redazione a Sondrio, dapprima sotto l’occhio
vigile di Arturo Tuia e Giovannino Del Curto, poi in prima
persona sia pure con Don Arturo Bonazzi regista. Aveva
collaborato e quindi diretto il “Corriere della Valtellina” e
infine era passato a “La Provincia di Sondrio”, settimanale.
Suonava. La sua passione Chopin. Quand’era sullo strumento della
Collegiata dei SS. Gervasio e Protasio, di cui era l’organista,
esprimeva però la stessa vigorosa pressione sulle tastiere di
quando era seduto a scrivere.
Ce lo ricordiamo al Palù un lontanissimo Ferragosto, in qualche
festa familiare come s’usava un tempo, seduto nelle aule
consiliari a prendere appunti, a rivolgere – ormai era prassi –
la sua domanda alle conferenze pubbliche di illustri personaggi.
Ma sovrasta un’immagine calda, affettuosa nella sua simpatia:
quella di Giancarlo che arriva con il suo motorino, una sorta di
cimelio storico, che passa a fianco con la testa che si gira e
un sorriso di saluto che va anche oltre la sciarpa, quando è
inverno.
La ruota del tempo gira e lascia il segno. Ne ha lasciati molti,
ahimé, in questi ultimi tempi. Sintomatico che, per una
motivazione o per l’altra, siano stati tutti di segno positivo,
messaggio alle generazioni che avanzano.
Ciao Giancarlo, a nome di tanti, con un abbraccio ai familiari.
L’ultimo saluto oggi, giovedì, alle 16.30 in Collegiata.
Vorremmo sentire suonare l’organo, per immaginare che alle
tastiere e ai pedali ci sia ancora lui.
Alberto Frizziero
Gds - 30 III 2003 -
www.gazzettadisondrio.it